In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Ilaria Alpi, il Pm: “Inconsistenti i nuovi elementi di indagine”

Lazio
Ilaria Alpi

“La tesi della responsabilità degli italiani nel duplice omicidio fu più volte prospettata e indagata nel corso degli anni ed è sempre risultata priva di concretezza” scrive la Procura riguardo l'omicidio della giornalista

Condividi:

Per i magistrati della Procura di Roma, si sono "rivelati privi di consistenza gli elementi pervenuti che apparivano idonei, se non all'identificazione degli autori materiali ovvero dei mandanti dell'omicidio, almeno ad avvalorare la tesi più accreditata del movente che ha portato al gesto efferato o ad esplorare l'ipotesi del depistaggio". Lo mette nero su bianco il Pm nella richiesta di archiviazione inviata al Gip dell'indagine sull'omicidio di Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 assassinata assieme all'operatore tv Miran Hrovatin il 20 marzo del 1994. Il riferimento è ad una intercettazione tra due cittadini somali, presente nelle carte di una inchiesta della Procura di Firenze e inviata a piazzale Clodio nell'aprile del 2018, in cui i due, parlando di quanto avvenuto a Mogadiscio, affermano che Ilaria "è stata uccisa dagli italiani".

La richiesta della Procura di Roma

Per il sostituto procuratore Elisabetta Ceniccola, inoltre, "mai è emerso il sospetto che italiani avessero eseguito materialmente l'omicidio" e l'assenza di nostri militari per le strade di Mogadiscio il giorno dell'agguato costituisce "un dato incontrovertibilmente pacifico e già accertato in tutti i suoi particolari dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta, che provvide ad ascoltare gli ufficiali che ne erano al comando". Ceniccola scrive che "la tesi della responsabilità degli italiani nel duplice omicidio fu più volte prospettata e indagata nel corso degli anni ed è sempre risultata priva di concretezza, come anche la responsabilità di Giancarlo Marocchino, il quale, addirittura, ha ottenuto un risarcimento per i danni subiti dalla diffusione di notizie diffamatorie. Fermo restando - aggiunge il Pm - che l'ipotesi della responsabilità italiana va circoscritta al mandato a commettere l'omicidio poiché non è mai emerso alcun dubbio sulla esecuzione materiale da parte di un commando di cittadini somali".