L'immunologo Fernando Aiuti è morto al Policlinico Gemelli di Roma

Lazio
Immagine ANSA

Aiuti era noto per la lotta all'Aids. Il decesso è "sopravvenuto per le complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale", fa sapere il Policlinico. La Procura indaga sulla vicenda: non si esclude l'ipotesi del suicidio

È morto a Roma al Policlinico Gemelli l'immunologo della lotta all'Aids Fernando Aiuti, 84 anni. Luminare di fama mondiale, nato a Urbino nel 1935, Aiuti dedicò buona parte della sua attività alla lotta all'Aids. La morte "è sopravvenuta per le complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza", rende noto lo stesso Policlinico. Il corpo del professore è stato trovato intorno alle 11, riverso sul pavimento. Non sono state individuate tracce ematiche né sulla balaustra né sulle scale. Le pantofole dell'immunologo erano sul pianerottolo da dove è avvenuta la caduta.

Il ricovero al Gemelli

Aiuti era ricoverato nel reparto di Medicina Generale per "il trattamento di una grave cardiopatia ischemica da cui era da tempo affetto e che lo aveva già costretto ad altri ricoveri ed a trattamenti anche invasivi". Più recentemente, "il quadro cardiologico si era aggravato evolvendo verso un franco scompenso cardiaco, in trattamento polifarmacologico".

Disposta l'autopsia

La polizia scientifica ha svolto i primi rilievi e invierà una informativa a piazzale Clodio. La Procura domani affiderà l'incarico all'istituto di medicina legale della Sapienza per svolgere l'autopsia. Il professor Costantino Ciallella, medico legale che era presente al sopralluogo del magistrato, dovrà verificare se Aiuti abbia assunto farmaci particolari o se sia stato colpito da infarto. Al momento nel fascicolo non è stato ipotizzato il reato, ma nelle prossime ore il PM, che ha anche ascoltato i responsabili del reparto dove Aiuti era ricoverato, potrebbe procedere per omicidio colposo o istigazioni al suicidio.

Il ricordo di Rosaria Iardino

Nel 1991 Aiuti baciò sulla bocca, davanti alle telecamere, Rosaria Iardino, malata di Aids, per dimostrare all'opinione pubblica come il bacio non trasmettesse il virus.
"La scomparsa di Fernando Aiuti mi addolora moltissimo - commenta Iardino -. Ci sono uomini che per il valore che sanno apportare alla comunità scientifica e culturale dovrebbero godere dell'immortalità. Di Fernando porterò con me per sempre il suo coraggio. Il nostro bacio altro non era che un grido e un richiamo al coraggio di parlare di Aids, di andare avanti con lo studio e con la ricerca, di informare e di curarsi. Grazie Fernando, per alcuni di noi sarai eterno". 

Il tweet della ministra della Salute

"La scienza oggi piange un grande uomo: la scomparsa dell'immunologo Fernando Aiuti, punto di riferimento mondiale per la lotta all'Aids, mi rattrista molto. Sono certa che il suo grande impegno vivrà attraverso il lavoro di Anlaids". Così, in un tweet, la ministra della Salute, Giulia Grillo, ricorda la figura di Aiuti.

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