Hiv, contagiò donne: per la parte civile, "Una storia di violenza"

Lazio
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Così l'avvocato, Irma Conti: "Ci sono 33 vittime, tutte giovani che avranno la loro vita segnata da questo Aids che alberga in loro. È una storia di violenza incredibile, senza una ragione, senza una motivazione"

Al processo a Valentino Talluto, è intervenuta l'avvocato, Irma Conti, per la maggior parte delle vittime costituite parti civili, alcune delle quali presenti in aula. "Ci sono 33 vittime, tutte giovani che avranno la loro vita segnata da questo Aids che alberga in loro. È una storia di violenza incredibile, senza una ragione, senza una motivazione. Solo un unico obiettivo: la volontà di contagiare".

Poi, ha proseguito: "Questo procedimento nasce da una denuncia ma l'imputato, dopo il suo interrogatorio in procura, ha continuato a conquistare queste ragazze. Ha protetto la sua fidanzata, ma ha contagiato le altre, tranne 20 miracolate che hanno scansato il virus. C'è prova provata della sua consapevolezza, del dolo". Tutti gli elementi accusatori indicati hanno accomunato gli interventi delle parti civile. In più si sono soffermati sulla sofferenza patita dalle ragazze e su come questa vicenda abbia cambiato completamente la loro vita.

La richiesta della difesa

Gli avvocati difensori hanno chiesto per Talluto l'assoluzione con formula piena per non aver commesso i fatti. "È stata la pubblica accusa che in primo grado ha definito 'incomplete' le indagini - ha detto l'avvocato Maurizio Barca -. Non viene fornita la motivazione della prova, su cosa si fondi. Talluto è stato già condannato a vita, lui sarà sempre considerato l''untore'", sottolinea il difensore. Per l'avvocato Tiziana De Biase "già in primo grado si è formata una prova che va verso un'unica direzione: Talluto non è colpevole perché non si è trovata alcuna prova contro di lui". La perizia "ci dice che l'unico elemento di certezza dell'infezione risale al momento della diagnosi, e che il ceppo virale di Talluto è il più diffuso in Italia e in Europa. Sul tema della datazione dell'infezione la sentenza di primo grado avrebbe dovuto argomentare, non glissare come ha fatto. Più di qualche punto buio c'è, e questo lascia Valentino Talluto nella non colpevolezza", conclude l'avvocato.

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