De Dominicis falsi, Vittorio Sgarbi indagato

Lazio
Foto di archivio (Getty Images)
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Vittorio Sgarbi indagato insieme ad altre 22 persone per una presunta associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al commercio di opere d'arte contraffatte 

C'è anche il nome di Vittorio Sgarbi tra i 23 indagati nell'inchiesta condotta dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Artistico su una presunta associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al commercio di opere d'arte contraffatte. Due persone sono state poste ai domiciliari.

Le opere false

Secondo gli inquirenti, numerose opere d'arte contraffatte sarebbero state immesse sul mercato legale dell'arte contemporanea. I falsi sarebbero stati accompagnati anche da certificati di autenticità contraffatti. Le opere sarebbero così state attribuite al noto artista marchigiano Gino De Dominicis, considerato uno degli autori più importanti dell'arte italiana del secondo dopoguerra con quotazioni sempre più in rialzo sul mercato, e ad alcuni altri maestri dell'arte contemporanea. Al centro del sistema ricostruito dai carabinieri ci sarebbe la fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma, presieduta da Sgarbi.

Le accuse

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, contraffazione di opere d'arte e ricettazione. I militari hanno notificato quattro provvedimenti di misura cautelare: due arresti e due divieti temporanei di esercizio dall'attività professionale. Durante le operazioni sono state sequestrate 250 opere contraffatte e individuato il locale adibito a laboratorio nel quale sono state trovate le opere e il materiale per la produzione di falsi. Per due galleristi è scattata l'interdizione all'esercizio della professione.

Il duro commento di Sgarbi

"Mai il nucleo di tutela del patrimonio artistico dei carabinieri era arrivato più in basso mettendo l'ignoranza al servizio della cecità e della mancanza di giudizio di un magistrato, tale Laura Condemi, sostituto di quella Procura della Repubblica di Roma che ha consentito, nonostante le drammatiche segnalazioni di Italia nostra e mie, l'abbattimento del villino Naselli del 1930, in prossimità del quartiere Coppedè – duro il commento di Sgarbi che prosegue - L'insipiente Procura è indifferente al vandalismo e alla distruzione e insegue e sequestra opere autentiche di Gino de Dominicis sulla base di indagini farlocche, senza alcun elemento probatorio, senza l'individuazione di falsari: un'indagine irresponsabile e criminale che distrugge la reputazione di un artista di cui non si conoscono falsi, se non nell'esaltazione di chi pretende di essere l'unico esperto. E ci si mette anche il magistrato -continua Sgarbi - indossando le vesti di critico d'arte, immaginando una 'banda' che non c'è' mai stata. L'ignoranza dei carabinieri e la presunzione del magistrato sono una fantasiosa e visionaria minaccia della libertà della critica e della competenza degli esperti per favorire gli interessi di un solo collezionista autonominatosi critico d'arte, da cui è partita questa scellerata indagine.”

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