
Caro energia, dai rigassificatori al razionamento: i programmi elettorali dei partiti
Sono proposte diametralmente differenti quelle che i movimenti politici presentano agli elettori in materia energetica, in vista del voto del prossimo 25 settembre. Dalla Lega di Salvini al Pd di Letta fino al M5S di Conte, ecco le loro intenzioni

Nucleare, tetto al prezzo del gas, rigassificatore e stop alle trivelle. I partiti che si presentano al voto del prossimo 25 settembre hanno idee molto diverse per quanto riguarda l’energia e la gestione dei rifiuti
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Lo dice esplicitamente il centrodestra nel punto 11 del suo programma, quello dedicato all’autosufficienza energetica: “È possibile il ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito”
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Il punto si inserisce alla fine di una più ampia discussione, dove si parla di transizione energetica sostenibile; di aumento della produzione dell’energia rinnovabile; di diversificazione degli approvvigionamenti energetici e realizzazione di un piano per l’autosufficienza energetica; di pieno utilizzo delle risorse nazionali; promozione dell’efficientamento energetico e sostegno alle politiche di price-cap a livello europeo
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Chi spinge di più sul tema del nucleare è il leader della Lega Matteo Salvini, che vorrebbe superare il no al nucleare, risalente al risultato di un referendum tenutosi nel 1987. Non più tardi dello scorso giugno, al Convegno dei giovani industriali di Rapallo, aveva dichiarato: “La prima centrale nucleare italiana? Fatela a Milano, a casa mia, nel mio quartiere a Baggio. Proprio a Milano, che è la capitale dell’innovazione”
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Un punto ribadito anche durante questa campagna elettorale: “L'Italia è l’unico dei grandi Paesi al mondo che dice no al nucleare per ideologia, non per scienza. Nell’arco di 7 anni, quelli necessari a costruire una centrale nucleare potremmo produrre energia a minor costo rispetto a quella di oggi”
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A fine agosto, Salvini, sull'emergenza bollette, ha poi avvertito: "Se il prezzo non scende, il prossimo governo, e quindi per me l'operazione verità è sempre meglio che non l'operazione silenzio, dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese". "Vorrei evitarlo, ma l'ha già detto Macron, e la Francia oltretutto ha decine di reattori nucleari operativi. Noi non ce l'abbiamo, importiamo solo energia dall'estero, quindi se non si interviene il rischio di decidere chi si riscalda e chi no, chi accende la luce e chi no è assolutamente concreto"
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Il Partito Democratico, invece, punta sui rigassificatori, “il cui ricorso appare necessario ma a condizione che essi costituiscano soluzioni-ponte, che rimangano attivi solo pochi anni e che possano essere smobilitati ben prima del 2050, proprio per non interrompere la prospettiva della transizione ecologica”. Particolare attenzione ai territori dove verranno installati, “che andranno preventivamente consultati e risarciti, per l’impatto economico e sociale che possono subire, attraverso un fondo ad hoc”

E il Terzo Polo? Da tempo Calenda sostiene in modo esplicito il nucleare, “perché altrimenti è impossibile ottenere l’obiettivo zero emissioni”. In passato l’ex ministro era arrivato anche a sfidare il segretario del Pd Enrico Letta "a un confronto affinché possa spiegare agli italiani in che modo, senza il nucleare, possiamo raggiungere l’obiettivo prioritario delle emissioni zero”

Nell’accordo tra i due non si parlava però di nucleare, ma “di un aumento degli investimenti in energie rinnovabili, rafforzamento della diversificazione degli approvvigionamenti per ridurre la dipendenza dal gas russo e la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile”. Un quadro che sembra destinato ad arricchirsi: nel suo programma Calenda ha annunciato che ci sarà spazio per termovalorizzatori e rigassificatori, non scordando il nucleare, su cui anche Renzi è d’accordo

Le posizioni in materia del MoVimento 5 Stelle sono anch'esse note: una di queste è la contrarietà a nuovi inceneritori, già espressa in occasione del progetto di un impianto a Roma dal suo capo politico, il presidente Giuseppe Conte

Il programma pentastellato prevede perciò l’abbandono di qualunque tecnologia obsoleta per i rifiuti e “la realizzazione di impianti completamente compatibili con le richieste dell’Europa e non inquinanti, finalizzati a migliorare le prestazioni ambientali, e la sburocratizzazione per favorire la creazione di impianti di energia rinnovabile”

E negli ultimi giorni non sono mancati gli scontri sul tema. "Carlo vedo che la campagna elettorale ti ha svegliato!", ha scritto su Fb Conte, rivolgendosi al leader di Azione che ha proposto ai partiti di sospendere "la campagna elettorale" per intervenire contro il caro energia. "Noi - aggiunge Conte - l'allarme per interventi massicci per famiglie e imprese, scostamento e tetto al prezzo del gas lo abbiamo lanciato 6 mesi fa portando proposte a Draghi. Le risposte non sono arrivate"