Gas, chiusura sui massimi a 339 euro al megawattora ad Amsterdam

Economia
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Finale poco sotto il massimo storico di 341 euro segnato a meno di un'ora dalla fine dall'ultima seduta della settimana. Entro metà settembre attesa la riunione urgente dei ministri Ue dell'energia, di cui la presidenza di turno ceca ha annunciato oggi la convocazione

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Dopo una partenza di giornata calma e un picco nel secondo pomeriggio, il prezzo del gas ad Amsterdam ha chiuso la seduta a 339 euro al megwattora (+5% rispetto alla vigilia), poco sotto il massimo storico di 341 euro segnato a meno di un'ora dalla fine dall'ultima seduta della settimana. E il boom si trasferisce velocemente sui prezzi dell'elettricità. Sfonda nuovi record in Gran Bretagna, Germania e Francia. In Italia tocca il massimo di 870 euro a megawattora, anche se segna un prezzo medio di 713 euro, oltre 200 euro in più rispetto a sette giorni prima, con un balzo di oltre il 25%. Il tutto mentre si avvicinano i tre giorni di chiusura programmata del Nord Stream e si continua a discutere su come intervenire per calmierare i prezzi. Attesa entro metà settembre la riunione urgente dei ministri Ue dell'energia, di cui la presidenza di turno ceca ha annunciato oggi la convocazione "per discutere le misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica", secondo le parole del presidente della Repubblica Ceca Petr Fial.

L'andamento dell'ultimo periodo

Ieri, giovedì 25 agosto, il prezzo del gas aveva sfondato ad Amsterdam, mercato di riferimento per il metano in Europa, un nuovo tetto con il picco di 324 euro a megawattora, per poi chiudere a 321,4 euro (+10%), un livello altissimo, da allarme rosso. A fine agosto 2021, il gas naturale scambiato ad Amsterdam valeva 27,28 euro. Il mercato europeo del metano resta quindi in tensione dopo la decisione di Gazprom di chiudere per tre giorni il Nord Stream, dal 31 agosto al 2 settembre, per "manutenzione". Più che le forniture, però, a preoccupare è ora la stangata che, attraverso le bollette, rischia di piegare le gambe a molti settori produttivi e dei servizi, provocando chiusure.

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I prossimi passi del governo

Il governo Draghi intanto è al lavoro. Se da una parte il piano per la sicurezza delle forniture è praticamente pronto, con interventi progressivi che partono dallo stop di pochi giorni per le imprese che possono interrompere la produzione, dall'altro si stanno valutando le risorse disponibili. Servono in primis per 'sterilizzare' i prezzi della benzina, visto che lo sconto di 30 centesimi finisce il 20 settembre, ma anche per studiare altri possibili aiuti in grado di alleviare, purtroppo solo in parte, le difficoltà che si scaricano sui redditi delle famiglie e sui conti delle imprese. L'ipotesi più probabile è quella di riservare quote di elettricità a basso costo provenienti dalle rinnovabili a specifici settori strategici.

I timori per il mondo produttivo

Dal mondo produttivo e del lavoro dati preoccupanti e richieste si susseguono. Confesercenti parla di 8mila imprese a rischio. Confcommercio di Milano calcola che i rincari delle bollette per gli esercenti è stata dal 1000% rispetto a sei anni fa. Scende in campo anche il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, chiedendo al governo un decreto che tuteli i lavoratori e le imprese. Servono "compensazioni immediate e soluzioni nuove, con controlli rigorosi sugli speculatori, limiti al costo europeo di importazione del gas ma anche un tetto sociale al costo nazionale dell'elettricità".

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