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Elezioni, chi non ha votato? Identikit dell’astensionismo in Italia

Politica

Raffaele Mastrolonardo

Il problema non colpisce tutta l’Italia allo stesso modo e non riguarda uomini e donne alla stessa maniera. Qualche mappa per fotografare una questione prima che sia accantonata. Fino alle prossime elezioni

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Il giorno prima è un problema per tutti. Il giorno dopo solo per chi ha perso, che così si parla d’altro. Tempo 72 ore ancora e la questione sparisce dai radar. Fino alle elezioni successive, si intende, quando il ciclo ricomincia più o meno allo stesso modo. Perché l’affluenza in calo nel nostro Paese è ormai una tendenza di lungo corso. E dunque si ripresenta. E con essa le discussioni.

 

EUROPEE 2024, CHI HA VINTO IN OGNI COMUNE? LA MAPPA DEL VOTO

 

Quando poi, come nel caso delle ultime Europee, passa dal 54,5% del 2019 al 48,31%, dunque sotto la soglia psicologica del 50%, la situazione diventa ancora più eclatante. E quindi, proprio perché la finestra dell’attenzione al tema è ancora aperta (per poco), vale la pena di provare a fotografarla in alcune delle sue sfaccettature. Prima che i battenti si richiudano di nuovo. 

 

Addio alle urne. All’italiana

Una premessa: l'astensione non è un problema solo italiano. Quando si presenta al di qua delle Alpi assume però una connotazione decisamente tricolore. Tristemente tricolore, verrebbe da aggiungere. Come molte delle questioni economiche e sociali che attraversano il nostro Paese, anche la fuga dai seggi si caratterizza geograficamente. E questo significa, fin dai tempi dell’unificazione dell’Italia, una differenza significativa tra nord e sud. E così se coloriamo i confini di ogni comune italiano con un colore la cui intensità cresce insieme alla percentuale di affluenza otterremo un nord e un centro più scuri e un sud e, ancora di più le isole, più chiari. 

 

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L’indizio è sufficientemente forte e cromaticamente lampante. Nel Mezzogiorno si è votato di meno. Non mancano eccezioni, ovviamente. Soprattutto in Puglia. A Gioia del Colle, provincia di Bari, è andato a votare il 68% dell’elettorato potenziale. Stessa cosa a Santeramo in Colle (70,3%). E nella stessa Bari l’affluenza ha toccato il 60%. Ma c’è un però. In quei centri si votava anche per comunali. E questo ha fatto decisamente alzare l’asticella della partecipazione.

 

La dinamica vale al sud ma anche altrove. Spiegazione analoga, infatti, si può trovare per quella macchia scura che emerge tra Umbria e Toscana. Nei comuni di Orvieto, Montecchio e Alviano, solo per citarne alcuni, l’affluenza ha superato il 70%. E, non a caso, le urne erano aperte anche per l'elezione del sindaco. 

 

Questione di genere

Ma non c’è solo la geografia (e dunque la politica e l’economia ad essa collegate) che modellano la partecipazione al voto. O la mancata partecipazione. Ci sono anche altri fattori. Uno, per esempio, è il genere. In queste Europee 2024, infatti, l’astensione ha colpito più le donne (48,8% alle urne nelle circoscrizioni italiane) che gli uomini (50,5%). Per capirlo meglio basta scomporre i dati dell’affluenza. E scoprire che nella maggioranza dei comuni italiani la partecipazione è stata più bassa tra le femmine che tra i maschi.

 

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I colori, anche in questo caso, aiutano. In una scala di azzurro sono rappresentati sulla mappa i centri nei quali l’afflusso maschile ai seggi è stato, in punti percentuali, più alto di quello femminile. In una scala di rosso quelli in cui è accaduto il contrario. Il colpo d’occhio è rivelatore. Senza contare che anche in questo caso la geografia ci si mette di mezzo. Si può osservare infatti che l’azzurro - comunque prevalente in tutto il Paese - cresce nel Meridione. Significa che nel Sud Italia la differenza di partecipazione a favore dei signori è maggiore. Il contrario accade in Alto Adige. Lassù, in controtendenza rispetto al resto dello Stivale, nella maggior parte dei comuni l’affluenza femminile supera quella maschile.

 

Attenzione, però. Stiamo parlando di percentuali e non di voti assoluti. Se si prendono in considerazione le schede, le femmine hanno superato i maschi. Le donne tuttavia sono una parte maggiore del corpo elettorale. E in proporzione, rispetto al totale di riferimento, si sono recate meno ai seggi.  

 

Un fenomeno, questo, che in teoria dovrebbe in teoria suscitare l’interesse di Giorgia Meloni ed Elly Schlein, due donne alla guida delle più importanti forze politiche del Paese. Per una questione di cultura e di parità. Ma forse, chissà, anche di convenienza elettorale.

 

Una nota sui dati

I dati utilizzati per queste mappe sono stati messi a disposizione dall’associazione onData, organizzazione che promuove l’accesso ai dati pubblici. I dati dei risultati delle Europee a livello comunale non erano infatti ancora disponibili pubblicamente in formato aperto sul sito del ministero degli Interni al momento della stesura di quest'articolo. In passato ci sono voluti anche parecchi mesi prima che lo fossero.