Il testo è stato approvato dal Senato con 197 sì e 47 astenuti. Oltre a prevedere una corsia “preferenziale” e più veloce per le denunce relative a violenza domestica e di genere, introduce diverse novità: tra queste, il reato di revenge porn
Il 17 luglio il Senato ha dato il via libera definitivo al cosiddetto “Codice Rosso”, la legge sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Il provvedimento, che ha incassato l'ok definitivo del Parlamento, a Palazzo Madama ha ottenuto 197 sì e 47 astenuti. Tra gli astenuti Leu e Pd. Varato inizialmente dal Consiglio dei ministri a fine novembre del 2018 e fortemente sostenuto dalla ministra leghista Giulia Bongiorno e dal Guardasigilli, il pentastellato Alfonso Bonafede, il testo del provvedimento prevede una “corsia preferenziale” e un iter velocizzato per le denunce di questo genere. Successivamente è stato ampiamente modificato, con l'aggiunta di numerosi articoli in commissione Giustizia di Montecitorio e durante l'esame della Camera. Tra le novità rilevanti: il reato di revenge porn e quello di sfregio al volto. Ecco tutti i dettagli della nuova legge.
La corsia “preferenziale” e i processi “più veloci”
Il Codice rosso introduce una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini relative ai reati connessi alla violenza domestica o di genere. Per i reati sessuali, ad esempio, il ddl prevede che "la comunicazione della notizia di reato è data immediatamente anche in forma orale. Alla comunicazione orale deve seguire senza ritardo quella scritta con le indicazioni e la documentazione previste". Il pubblico ministero ha tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato per assumere informazioni, con eccezioni se la vittima è un minore. Quanto alla polizia, deve agire "senza ritardo" per il compimento di tutti gli atti del pubblico ministero. Altra novità importante, voluta di 5 stelle, è l'allungamento dei tempi per sporgere denuncia: la vittima ha 12 mesi, non più solo 6, per sporgere denuncia dal momento della violenza sessuale subita.
Il reato di revenge porn
Dopo un duro scontro tra maggioranza e opposizioni sull'inserimento nel ddl del reato di revenge porn (la maggioranza, M5s in testa, in un primo momento si è opposta, spingendo invece per il ddl ad hoc sul revenge porn, per poi invece votare all’unanimità per l’inserimento), il nuovo reato è entrato nel Codice Rosso. La norma introduce un nuovo articolo nel codice penale, il 613 ter, subito dopo il reato di stalking. Nello specifico, si tratta del reato di "Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti". L'articolo prevede che chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5 mila a 15 mila euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro un danno. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche se separato o divorziato, o da una persona che è - o è stata - legata da una relazione affettiva alla persona offesa, ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi a danno di una persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o a danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto è punito a querela – entro 6 mesi – della persona offesa e la remissione della querela può essere soltanto processuale.
Il reato di sfregio del volto
Altra novità importante è l’introduzione nel codice penale del reato di sfregio del volto. In base a questa nuova fattispecie, chiunque provoca a un'altra persona una lesione personale, dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso, è punito con la reclusione da otto a quattordici anni di carcere.
No alla castrazione chimica
La Lega, alla Camera, attraverso un emendamento poi ritirato per “salvaguardare” la tenuta del governo e non aprire un nuovo fronte con i 5 stelle fermamente contrari alla norma, mirava ad introdurre nel ddl la possibilità, per il condannato per reati sessuali, di sottoporsi volontariamente a castrazione farmacologica temporanea e reversibile per ottenere la sospensione condizionale della pena. Il fronte comune dei pentastellati con le opposizioni (fatta eccezione per FdI) ha impedito che l'Aula dovesse votare la norma, che però, hanno promesso i leghisti, sarà oggetto di una legge ad hoc.
Formazione specifica delle forze dell’ordine
Il Codice Rosso prevede poi che debbano essere istituiti specifici corsi di formazione destinati al personale che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, sia sul fronte della prevenzione che su quello del perseguimento dei reati. La frequenza dei corsi sarà obbligatoria.
Matrimoni forzati e spose bambine
Il testo prevede inoltre il divieto dei matrimoni o delle unioni civili per coercizione. La pena è del carcere da uno a un massimo di cinque anni, aumentata se si tratta di minori. Il delitto è punibile anche se è commesso all'estero in danno di un cittadino italiano o di uno straniero legalmente residente in Italia al momento del fatto. "Dedico questa vittoria alla memoria di Farah e di Sana, uccise dai loro parenti perché' volevano vivere libere", ha detto Mara Carfagna (FI), autrice dell'emendamento approvato dalla Camera e trasformato in un articolo aggiuntivo del ddl.
Sostegno agli orfani di femminicidio
Con l’approvazione del Codice Rosso, gli affidatari di orfani di femminicidio avranno diritto a un sostegno, anche economico, da parte dello Stato. Anche in questo caso si tratta di un emendamento di Forza Italia, approvato alla Camera.
Inasprimento delle pene
Tutte le pene previste attualmente dal codice penale per i reati sessuali, compreso lo stalking, sono aumentate dal Codice Rosso. Per i maltrattamenti in famiglia e la minaccia si va da 3 fino a 7 anni di carcere. La pena è aumentata se il reato è commesso davanti ad un minore o donna in stato di gravidanza o contro una persona con disabilità. Per lo stalking la pena massima passa da 5 anni di carcere a 6 anni e sei mesi. Viene prevista la pena dell'ergastolo sei i reati sessuali vengono commessi da persona legata da una relazione affettiva con la vittima, anche se cessata, o si trattava di convivente o coniuge, anche se separato o divorziato. Per la violenza sessuale la pena massima sale da 10 a 12 anni di carcere. Valgono le aggravanti, con relativo aumento di pena, se la violenza è commessa dall'ascendente, genitore, anche adottivo, o tutore; se la vittima è minorenne. Aumentate anche le pene per atti sessuali con minori. La pena massima per la violenza sessuale di gruppo sale da 12 a 14 anni. L'aumento della pena massima per il delitto di atti persecutori viene portata dagli attuali 5 anni a 6 anni e 6 mesi. Per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi si applicano le norme antimafia e, quindi, sono possibili misure cautelari di prevenzione.
Percorsi di recupero
Con l’approvazione della legge, inoltre, se il condannato per un reato sessuale vuole ottenere la sospensione condizionale della pena, deve partecipare a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per reati sessuali. Il costo dei percorsi di recupero, qualora l'ente non abbia una convenzione con lo Stato, sarà a carico del condannato.
Trasmissione obbligatoria al giudice civile
Se sono in corso procedimenti civili di separazione dei coniugi o cause relative all'affidamento di minori o sulla responsabilità genitoriale, il giudice penale deve trasmettere, senza ritardo, al giudice civile copia dei provvedimenti, adottati in relazione a un procedimento penale per un delitto di violenza domestica o di genere. Nello specifico, deve trasmettere: ordinanze relative a misure cautelari personali, avviso di conclusione delle indagini preliminari, provvedimento di archiviazione, sentenza.
Vittime più informate
Il Codice Rosso introduce inoltre una serie di obblighi di informazione a tutela della vittima che devono essere effettuati in tempi rapidi. Si prevede, ad esempio, che deve essere effettuata obbligatoriamente la comunicazione alla persona offesa da un reato di violenza domestica o di genere e al suo difensore, circa l'adozione di provvedimenti di scarcerazione, di cessazione della misura di sicurezza detentiva, di evasione (la legge attuale prevede che la comunicazione sia fatta solo su richiesta). Stessa cosa per la misura dell'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. La revoca o la sostituzione di misure coercitive o interdittive a carico dell'indagato deve essere immediatamente comunicata alla vittima.
Il braccialetto elettronico
Infine, viene modificata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa: si può ricorrere, per consentire al giudice di garantire il rispetto della misura coercitiva, a misure di controllo attraverso mezzi elettronici o altri strumenti tecnici, come ad esempio il braccialetto elettronico.