Referendum 2025, quorum non raggiunto. Da Tajani a Schlein, le reazioni politiche

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Introduzione

L'affluenza per i 5 quesiti referendari sul lavoro e la cittadinanza è stata molto distante dal raggiungimento del quorum: si è infatti recato alle urne solo il 30,6% degli aventi diritto. (IL RACCONTO DEL VOTO). E sono arrivati numerosi commenti all'esito da parte delle forze politiche. Ecco le loro parole.

Quello che devi sapere

Renzi: “Quesiti sul lavoro ideologici”

Già prima della chiusura delle urne, si era espresso Matteo Renzi, leader di Italia Viva. "Ormai è evidente che il quorum non ci sarà, come del resto era facilmente prevedibile vedendo i precedenti. I quesiti sul lavoro erano infatti ideologici e rivolti al passato come abbiamo detto in tutte le varie tribune televisive”, ha scritto il senatore nella sua e-news. "Io ho sempre rispettato la scelta di non andare a votare come una delle possibilità - prosegue - del resto noi stessi avevamo suggerito questa strada ai tempi del referendum delle trivelle, nel 2016. Noi non cambiamo idea sulla base della convenienza. Invece Giorgia Meloni sì: come sapete ieri la Presidente non ha partecipato al voto, come era suo pieno diritto fare, ma quando lo facemmo noi, scelse di attaccare". Per questo, sottolinea Renzi, “ci limitiamo a dire che Giorgia Meloni è una banderuola che cambia idea sulla base delle proprie convenienze. Io ho votato al referendum. Non giudico chi non ha votato perché era suo diritto farlo. Ma non prendo lezioni di politica da una voltagabbana professionista”

 

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Salvini: "Sinistra senza idee non mobilita neanche i suoi"

"Grande rispetto per chi è andato a votare. Ma c'è una enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori". Questo è il commento a caldo del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini sull'esito del referendum, prima di lasciare la "Festa della Vittoria" dei Patrioti. "In due anni e mezzo al governo del Paese abbiamo ottenuto il record di italiani al lavoro, disoccupazione ai minimi, crescita dei posti fissi e calo del precariato. Alla sinistra lasciamo le chiacchiere, Lega e governo rispondono coi fatti, e gli italiani col voto, e il non voto, lo hanno capito benissimo"

 

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Vannacci: "Il referendum è fallito. Soldi sprecati"

"Il Piave mormorò: il Referendum è fallito", ha scritto in un post su X il vicesegretario della Lega, l'europarlamentare Roberto Vannacci. "Gli italiani hanno detto no, la cittadinanza non è un regalo. Soldi sprecati che potevano andare a scuola, sanità, sicurezza. Ora i promotori si dovrebbero dimettere e farsi da parte"

Tajani: "Bisogna rivedere legge sui referendum"

"Forse bisogna cambiare la legge sui referendum, servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per esempio per portare centinaia di migliaia, milioni di schede per gli italiani all'estero che sono tornate bianche", ha dichiarato il vicepremier e il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg1. Poi, "per quanto riguarda le valutazioni di tipo politico, innanzitutto lo strumento del referendum per avviare iniziative politiche non si è risolto positivamente", ha affermato

La Russa: "Volgarità sinistra nei miei confronti ha schifato elettori"

Sul tema si è espresso anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: "Alla luce dei numeri dell'affluenza, sarebbe troppo facile ora infierire verso coloro che, come Schlein, Bonelli e tanti altri, mistificando il senso delle mie parole, hanno invitato ad andare a votare non per la presunta bontà dei quesiti referendari ma semplicemente, se non per odio, quasi per far dispetto a me. In realtà, io non ho più fatto né cenni né parola di propaganda e, come promesso, sono andato al seggio addirittura già domenica mattina presto. Ma la loro volgare campagna di disistima o peggio di odio nei miei confronti ha avuto un effetto: ho votato per un solo quesito. Senza le loro parole, forse avrei votato NO a tutti e cinque. Insomma, Schlein, Bonelli e i vari opinionisti schierati hanno fatto perdere non guadagnare punti all'affluenza. E forse non solo i miei perché ho testimonianza di tanti che schifati dal loro "Dalli a La Russa" o peggio "Dalli alla Meloni" hanno deciso di rinunciare ad andare a votare. Contenti loro…". Il presidente del Senato ha poi raccontato che "solo per eccesso di opportunità istituzionale sono andato a votare e ho votato per un solo referendum: quello sugli incidenti sul lavoro. Si tratta di un tema che considero molto delicato ed è sbagliato affrontarlo in un referendum: riguarda la vita e la morte di tanti lavoratori a cui dobbiamo inchinarci con rispetto e non affrontare il tema con un referendum"

Calderone: "Risultato del referendum prevedibile"

"Gli italiani si sono espressi e in democrazia va sempre rispettata la scelta degli elettori. Non era difficile prevedere l'esito di un referendum vissuto sin dal principio come una battaglia soprattutto ideologica. Oggi, con il giudizio degli elettori, si chiude una fase e siamo pertanto tutti obbligati a guardare al futuro, al mondo del lavoro che è cambiato in questi anni e che continua a cambiare", ha dichiarato il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone. "Il record di occupazione avuto sotto questo governo, la disoccupazione ai minimi e nella media Ue, la questione demografica, la necessità di un nuovo modello di formazione e il mismatch tra domanda e offerta di lavoro sono fenomeni inediti, non immaginabili o immaginati quando furono scritte le norme oggetto del referendum. Ci troviamo dinanzi a dinamiche nuove, che richiedono soluzioni nuove"

Roccella: "La sinistra non capisce gli italiani"

"La Sinistra, come spesso le accade, non capisce l'Italia, non capisce gli italiani e si attacca a speranze che non hanno nessun fondamento. La scarsa affluenza ai referendum è la dimostrazione che la sinistra non vede arrivare gli italiani, le persone che dovrebbe rappresentare", ha dichiarato la ministra alla Famiglia, Eugenia Roccella, interpellata dai cronisti a margine di una conferenza promossa dalla Fondazione Magna Grecia. "Premesso che chi vota e chi non vota ha sempre ragione, quando gli italiani non votano un referendum stanno dicendo: 'Non lo dovevate nemmeno mettere in campo'. Non è un'elezione in cui l'astensione ha un peso e un altro significato. Per un referendum se gli italiani non vanno a votare, vuol dire che il quesito o i quesiti non interessava. Si tratta di una risposta molto precisa"

Ciriani: "Vana chiamata sinistra contro governo Meloni"

"L'Italia si è espressa con forza e chiarezza e ha deciso di non far raggiungere il quorum ai cinque quesiti referendari proposti dalla sinistra. Non c'è altra lettura possibile del voto di questi due giorni. La mobilitazione di tutta l'opposizione e del primo sindacato italiano non è servita a nulla. Vano ed inutile è stato provare a trasformare il referendum in una mobilitazione contro il governo Meloni, mentre era chiaro che il tutto serviva per regolare conti all'interno della sinistra. Il nostro esecutivo continuerà a fare il suo lavoro, gli altri invece traggano le conseguenze di quanto loro stessi hanno innescato". A dichiararlo è Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento

Fazzolari: “Ora governo più rafforzato e sinistra indebolita”

"Le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita", ha dichiarato Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'Attuazione del programma di governo, intercettato dai giornalisti fuori da Palazzo Chigi

Pichetto Fratin: “Anche il non voto era una scelta”

"Anche il non voto era una scelta di voto, perché io credo che i quesiti sono stati bocciati dalla maggioranza degli italiani". In questo modo il ministro dell'ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha commentato i dati sull'affluenza al referendum, prima di partecipare all'assemblea annuale dell'Unione parmense degli industriali

Post FdI: “Avete perso: Italiani vi hanno fatto cadere”

"Avete perso". È il messaggio a caratteri cubitali che sui social Fratelli d'Italia pubblica su una foto in cui sono schierati i leader dell'opposizione sostenitori dei referendum, Riccardo Magi, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Elly Schlein e Nicola Fratoianni. "L'unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però - si legge nel post sui social del partito della premier Giorgia Meloni -, sono stati gli italiani a far cadere voi"

Zaia: “Esito referendum rafforza la legittimità del governo”

“Quello appena archiviato è stato un referendum pensato male, proposto peggio e terminato con un chiaro responso popolare: l'assenza di consenso. L'esito di oggi rafforza non solo la legittimità dell'azione di governo, ma anche la coesione e la credibilità della coalizione di centrodestra, che esce da questa prova ulteriormente consolidata nel rapporto con i cittadini. Il referendum è un istituto fondamentale della democrazia, e come tale non si discute. Ma è altrettanto doveroso prendere atto del suo esito: questa tornata referendaria, voluta e sostenuta dalla sinistra, si è rivelata un fallimento”. Lo afferma il presidente del Veneto Luca Zaia, interpellato dall'ANSA sull'affluenza alla consultazione referendaria

Schlein: "14 milioni di persone al voto, ne riparliamo alle politiche"

"La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche. Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022. Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla", ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein sul referendum. 

Conte: "Portate rispetto a 15 milioni di cittadini che hanno votato"

Sul tema si è espresso anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. "Leggo dichiarazioni ed esultanze sguaiate dei 'tifosi' della politica. Portate rispetto a circa 15 milioni di cittadini che sono andati a votare. Portate rispetto agli oltre 12 milioni che hanno votato sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro. Parliamo di oltre 12 milioni di cittadini che, al di là dei colori politici, chiedono più tutele contro licenziamenti, precariato e incidenti sul lavoro. Noi saremo sempre dalla loro parte, dalla parte giusta. E porteremo avanti la battaglia per loro in Parlamento", ha scritto sui social. "Se vi sembrano numeri insignificanti, considerate che è lo stesso numero di votanti (anzi alla fine potrebbero essere anche di più) con cui la maggioranza Meloni è arrivata al Governo", ha poi aggiunto

Landini: "Oggi non è una giornata di vittoria"

"Il nostro l'obiettivo era raggiungere il quorum, è chiaro che non lo abbiamo raggiunto. Oggi non è una giornata di vittoria. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato nel nostro paese cui si aggiungeranno gli italiani all'estero: un numero importante, un numero di partenza. I problemi che abbiamo posto con i referendum rimangono sul tavolo", ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa dopo la chiusura dei seggi, nella sede del Comitato promotore per i referendum sul lavoro, dove ha atteso i risultati insieme al resto della segreteria confederale. Il segretario generale della Cgil ha poi continuato: "Una certa politicizzazione dei referendum non ha permesso di discutere di contenuti. Negli ultimi giorni alcuni esponenti di governo interrogati sui quesiti non sapevano i contenuti e contemporaneamente chiedevano di non andare a votare. Un elemento di responsabilità grave. Non stanno mettendo in discussione la Cgil, in gioco c'è la democrazia del Paese". Landini si è poi espresso sulle polemiche relative ai costi della tornata referendaria: "Sì, la democrazia costa. Mi dovrei preoccupare che per ridurre i costi non si debba andare a votare?", domanda, ricordando che "avevamo chiesto si votasse insieme alle comunali, al primo turno"

Magi: “Vince astensionismo organizzato ma noi non sconfitti”

"Ha vinto l'astensionismo organizzato che si è fatto forte dell'astensionismo spontaneo e della mancanza di informazione ma non ci sentiamo sconfitti" perché "abbiamo rimesso al centro della discussione pubblica un tema che non c'era più: quello della riforma della legge sulla cittadinanza", ha dichiarato il segretario di +Europa Riccardo Magi in una conferenza stampa al comitato per il quesito sulla cittadinanza

Calenda: "Referendum strumento di cui si è troppo abusato"

"Sono andato a votare perché penso che per un politico eletto sia un dovere morale. Detto questo, lasciatemi aggiungere che: Il referendum è ormai uno strumento di cui si è troppo abusato. Avevamo per tempo avvertito i promotori della possibilità di non raggiungere il quorum. Non ci hanno ascoltato perché quello che li interessava veramente non era vincere, ma avere un’affluenza da poter rivendicare politicamente. A mio avviso questo è un modo irrispettoso di trattare l’esercizio del voto stesso che così diventa solo un costoso sondaggio". A scriverlo in un post su X è Carlo Calenda, leader di Azione. L'elenco di Calenda prosegue dicendo che "non si interviene via referendum su materie complesse come il lavoro; trasformare questo referendum in una consultazione contro Meloni è stato un clamoroso autogol - come già avevamo detto - perché ha sommato i voti della destra con quelli dell’astensione; se la sinistra continua a farsi trascinare dalle battaglie ideologiche di Landini, Conte, Fratoianni e Bonelli non andrà da nessuna parte"

 

Per approfondire: Referendum, Landini: votiamo per futuro dignitoso a giovani