Introduzione
La sorte della presidenza della Sardegna è nelle mani dei giudici e del Consiglio regionale. L'ordinanza/ingiunzione con cui il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d'appello di Cagliari ha contestato alla governatrice Alessandra Todde gravi irregolarità nel rendiconto delle spese elettorali del 2024,impone al presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, di avviare la procedura per dichiarare la decadenza della presidente della Regione. Una situazione senza precedenti nella storia dell'autonomia.
Quello che devi sapere
Cos’è successo
- Il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, più volte consigliere regionale in Sardegna, aveva presentato richiesta di accesso agli atti (alla quale ha anche ottenuto risposta) dopo aver ricevuto - come ha confermato all'AGI - tre segnalazioni riguardo una presunta procedura non corretta seguita nelle operazioni di rendicontazione delle spese elettorali della presidente Todde
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Cosa viene contestato a Todde
- Secondo il Collegio la dichiarazione relativa alle spese elettorali della campagna della presidente Todde non sarebbe "conforme" a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce. In secondo luogo "non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria" ai sensi delle due leggi richiamate. Ancora, si legge nel documento, "non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi". E poi, quarto punto, "non risulta l'asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato". Secondo il collegio, inoltre, "non è stato prodotto l'estratto del conto corrente bancario o postale" e "non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti per la campagna elettorale come previsto dalle due norme sopra citate". E poi l'ultimo punto: non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte durante la campagna attraverso PayPal, somme comunque non rilevanti. Per i componenti del collegio, dunque, il rendiconto elettorale del comitato elettorale del M5s, inviato il 23 maggio in adempimento degli obblighi previsti dalle leggi, firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti, non chiarisce "se le spese indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di Consigliere sostenuti dal Movimento". La dichiarazione elettorale presentata riporta "di aver sostenuto spese, come da rendiconto allegato, per complessivi euro 90.629,98 e di aver ricevuto contributi e o servizi per euro 90.670,00". Nel documento il collegio riporta di aver ricevuto i documenti e la memoria della presidente a integrazione dei dubbi sollevati, ma sostiene non siano sanabili
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Il Consiglio regionale potrebbe aspettare l’esito dei ricorsi
- L'ordinanza/ingiunzione del Collegio elettorale della Corte d'Appello di Cagliari con la quale si dichiara la decadenza della presidente della Regione per irregolarità sul rendiconto delle spese elettorali è già sul tavolo del Consiglio regionale. Ma è destinato a restarci per qualche tempo. Essendo un provvedimento impugnabile - quindi non definitivo - è possibile che la giunta per le elezioni voglia attendere l'esito dei ricorsi annunciati dalla stessa governatrice e dei suoi legali e che sospenderanno, quando saranno presentati, gli effetti dell'ordinanza
Il tribunale di competenza
- Intanto, essendo un unicum nel panorama nazionale, occorre capire quale sia il tribunale al quale rivolgere l'impugnazione: quello ordinario che si esprime in materia elettorale oppure il Tar che è competente nella materia amministrativa quale è l'ordinanza. Nel frattempo l'organismo consiliare potrebbe avviare studi, chiedere integrazioni al Collegio elettorale e alle parti in causa e sollecitare pareri legali. Sul fronte legale, il percorso giuridico prevede il passaggio nei vari gradi di giudizio, dall'appello sino alla Cassazione per il rito ordinario e sino al Consiglio di Stato e, anche in questo caso, Cassazione, per quello amministrativo
Irregolarità e verdetti elettorali
- Da valutare c’è anche un tema di non poco conto: un'irregolarità formale può inficiare il verdetto elettorale? Per i legali della governatrice no, visto hanno parlato di "forzatura". E gli effetti che produrrebbe sarebbero devastanti: la decadenza della presidente della Regione manderebbe a casa anche i 59 consiglieri di maggioranza e opposizione. Ma è anche vero che nelle fasi preliminari del voto, il formalismo regola la presentazione delle liste determinando chi può o non può concorrere nella consultazione
Le possibili tappe
- La decadenza, una volta dichiarata dal Consiglio regionale, comporterebbe la cessazione immediata delle funzioni di Todde. È previsto un passaggio in Giunta delle elezioni, che di solito si traduce in una presa d'atto, prima che la questione venga discussa in una seduta dell'Aula convocata dal presidente. Il Consiglio regionale, peraltro, qualora ritenesse di aver l'interesse, potrebbe decidere di impugnare l'ordinanza del Collegio di garanzia
Cosa dice la legge elettorale sarda
- La decadenza della presidente causerebbe inoltre lo scioglimento del Consiglio regionale e la convocazione di nuove elezioni entro 90 giorni, come previsto dalla legge statutaria elettorale della Sardegna. La gestione transitoria, limitata alla sola ordinaria amministrazione, sarebbe affidata al vicepresidente della Regione (nel caso, Giuseppe Meloni del Partito Democratico) che assumerebbe l'incarico di presidente facente funzioni
Il giurista: "È troppo presto per dichiarare la decadenza"
- Attenzione però alla questione della decadenza della presidente sarda: "Titoloni sulla decadenza della presidente Todde. Molti però scambiano i propri desideri per realtà. Invero il procedimento non è concluso. La decadenza, per essere reale, deve ottenere l'approvazione del Consiglio regionale. Trattandosi di un'assemblea legislativa la sua composizione è decisa dallo stesso Consiglio. Fino a questa decisione la delibera della Commissione di garanzia, che è un organo amministrativo, non comporta alcuna decadenza", spiega il giurista Andrea Pubusa, ordinario di diritto amministrativo alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Cagliari, avvocato dal 1970 e patrocinante presso le Magistrature Superiori. In un articolo sul sito Democrazia Oggi, Pubusa spiega che il Consiglio regionale può non dichiarare la decadenza della presidente della Regione Sardegna: "L'Assemblea regionale è un organo legislativo i cui membri, eletti dal corpo elettorale, decidono secondo scienza e coscienza". E se invece si ritiene che l'Aula abbia un obbligo di adeguarsi? "Sarà il governo a stabilirlo - risponde il giurista amministrativo - e, di conseguenza, a chiedere al presidente della Repubblica lo scioglimento. Solo il Capo dello Stato può, secondo lo Statuto sardo, provvedere allo scioglimento dell'Assemblea sarda. Ci vuole anche una delibera della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Analoga procedura - precisa - occorre per rimuovere il presidente della Regione". "Insomma - è la conclusione dell'esperto - ce ne vuole a far decadere la presidente Todde e a sciogliere il Consiglio"
Todde: "Tranquillissima, non sono decaduta"
- In un'intervista al Corriere della Sera, Todde si dice "tranquillissima". E sottolinea: "Non sono decaduta, sono nelle piene funzioni. Conosco la mia situazione, mi attengo ai fatti. Quello che è arrivato dalla Corte è un atto amministrativo, non definitivo. La decadenza può essere determinata solo dal Consiglio regionale, che voterà dopo le istruttoria della giunta per le elezioni. Siamo stati eletti per lavorare e continueremo a farlo e intanto ci sarà un confronto nelle sedi opportune. Carta canta". Todde si dice inoltre sicura che alla fine riuscirà "a far valere" le sue ragioni. "Non sono un indovino, ma ho moltissima fiducia nei miei avvocati e nella magistratura. Ho fornito un memoriale alla Corte d'Appello e ora aspetto con serenità una decisione che sta all'indipendenza di chi è chiamato a valutare". La presidente si dichiara poi una "donna delle istituzioni" pronta a rispettare, qualunque decisione. Per me inquesto momento è importante continuare a lavorare". E spiega che la decadenza è una "decisione estrema" che può venire se "sono state sforate le spese" o "non si è fatta la dichiarazione nei termini": nessuna di queste due contestazioni le è stata mossa, bensì sono state fatte contestazioni al Comitato che la rappresentava. Todde non teme nemmeno il logoramento politico perché "chi è impegnato a lavorare si preoccupa poco del logoramento. Non mi faccio dare lezione da chi in parlamento difendeva la nipote di Mubarak. Loro si occupino nel piccolo cabotaggio che io mi concentro sui temi cogenti per i sardi". E poi ancora: "Non sono attaccata alla poltrona, io un lavoro ce l'ho e perfare questo mestiere sto perdendo un sacco di soldi". E conclude: "Ho parlato con Conte e ho ricevuto messaggi da tutti indistintamente con nessuna possibilità di fraintendimenti. Ho parlato a lungo con Elly Schlein. Sono orgogliosa e fiera della coesione fortissima della nostra maggioranza. Mi ha fatto grande piacere anche alla vicinanza di tanti sindaci di centrodestra"
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