In arrivo il nuovo decreto Cultura: dal “piano Olivetti” a quello “Mattei”, cosa prevede
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È convocata per oggi una riunione tecnica preparatoria, in vista del Consiglio dei Ministri in programma per lunedì. All’ordine del giorno è prevista l’analisi di un decreto Cultura: il testo, in base a quanto emerso finora, prevede un "piano Olivetti" per favorire la cultura come "bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità", con interventi per la rigenerazione delle periferie e per sostenere biblioteche e librerie.
In programma anche un “piano Mattei" con progetti di cooperazione culturale con l'Africa, con l'attivazione per entrambi di strutture di missione alle dirette dipendenze dell'ufficio di Gabinetto.
Quello che devi sapere
In arrivo il decreto Cultura
- L’atteso decreto Cultura, firmato dal nuovo titolare del ministero Alessandro Giuli, è in arrivo “considerata la straordinaria necessità e urgenza" di rendere la cultura un "bene comune accessibile", di farne uno strumento di "dialogo e integrazione", nonché l'urgenza di riqualificare le periferie e le aree interne del Paese, di promuovere la lettura e le librerie storiche e quelle di prossimità, di semplificare gli interventi sul patrimonio cultura e audiovisivo e “considerata la straordinaria necessità e urgenza di adottare misure in materia di personale del ministero della Cultura”.
Per approfondire: Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura
Cos’è il piano Olivetti
- Il provvedimento, che era già stato annunciato per la fine di novembre, conterrà il cosiddetto "piano Olivetti" per favorire la cultura come “bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità", con interventi per la rigenerazione delle periferie e per sostenere biblioteche e librerie. Previsto anche un "piano Mattei" per la cultura, con progetti di cooperazione culturale con l’Africa e con l'attivazione per entrambi di strutture di missione alle dirette dipendenze dell'ufficio di Gabinetto
Le spese previste
- Al fine di eseguire i piani sopra elencati, è prevista l’assegnazione di un dirigente generale e di altri due dirigenti per ciascun progetto. La spesa complessiva dunque, sempre da moltiplicare per due, è stimata in circa 770mila euro l'anno, dal 2025 al 2028, ma "al di fuori della dotazione organica" del Ministero della Cultura
Le altre modifiche in arrivo
- Inoltre, il Ministero della Cultura intende includere la società Ales nell'elenco delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza: si tratta di quelle stazioni per le quali la legge prevede che possano "procedere direttamente e autonomamente all'acquisizione di forniture e servizi di importo non superiore alle soglie previste per gli affidamenti diretti". E apportare alcune modifiche alle procedure previste per le società in house e per i concorsi per l'assunzione di personale del ministero
Le altre misure del decreto
- Insieme al provvedimento sono in arrivo anche fondi per la valorizzazione dell'Appia antica, alcune proroghe per la corresponsione dei bonus Cultura 18App, Carta della Cultura giovani e Carta del Merito. Invece un articolo prevede l'impignorabilità dei fondi destinati alla tutela di beni culturali o ad attività culturali. Per le periferie Giuli prevede di avviare gli "stati generali" e di stanziare 1 milione di euro per il 2025 e 150 mila euro a decorrere dal 2026
Fondi per librerie e biblioteche
- E ancora, per le librerie c'è un fondo da 4 milioni per farne aprire di nuove a giovani under 35 e un fondo da 30 milioni da assegnare alle biblioteche pubbliche ed enti territoriali per sostenere la filiera dell'editoria tramite l'acquisto di libri anche tramite librerie di prossimità e storiche. Risorse andranno anche alla Giunta storica nazionale, all'Istituto italiano per la storia antica, all'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea e a quello di Numismatica
La protesta del Partito democratico
- Gli interventi attesi in Consiglio dei Ministri hanno suscitato le forti polemiche del Partito democratico: secondo i parlamentari Dem infatti il decreto - basandosi sulla bozza del provvedimento - "ha l'unica volontà di piegare politicamente l'amministrazione ministeriale, riducendo l'autonomia degli uffici e centralizzando il controllo nelle mani del ministro Giuli"
Pd: “Certificato fallimento riforma Sangiuliano”
- L'opposizione chiede dunque chiarimenti al ministro Giuli su come verrebbero selezionate e assunte queste nuove figure, che andranno a sovrapporsi a quelle già presenti nell’organigramma del ministero. Tanto più che "questi dirigenti saranno incaricati di gestire, programmare e addirittura controllare attività che rientrano già nelle competenze degli uffici ministeriali esistenti, portando a una duplicità di funzioni e risorse”. Di fatto, ha sostenuto il Pd, a neanche un anno di distanza dalla riforma Sangiuliano, l'intervento del nuovo ministro non solo ne "certifica il fallimento" ma fa risultare "incomprensibile" il fatto che misure di questo tipo "possano essere ritenute urgenti e quindi inserite all'interno di un decreto legge”.
Per approfondire: Chi è l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e perché si è dimesso