Manovra, inizia l’iter in Parlamento. Da web tax a taglio Irpef, le possibili modifiche

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Introduzione

Entra nel vivo la strada per l’approvazione della legge di bilancio, che oggi comincia ufficialmente la sua marcia in Parlamento. Nell'aula delle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite in seduta congiunta si parte con la maratona delle audizioni. A sfilare fin dal primo mattino tutte le associazioni di categoria, professionali, delle imprese e dei consumatori. Tra gli ultimi i sindacati confederali e Confindustria. Martedì sarà la volta dei vertici di Inps, Anci, Regioni, Istat, Corte dei Conti, Banca d'Italia. Giovedì 7 novembre l'attesa audizione di Giorgetti. Intanto i partiti si attrezzano per modificare la manovra. Tra Lega e Forza Italia qualche voce si alza per rilanciare richieste e desiderata che mancano nella manovra e considerati irrinunciabili, o quasi. Un obiettivo che si prospetta arduo da centrare.

Quello che devi sapere

Come si muoverà la maggioranza

  • Sebbene manchi il “diktat a zero emendamenti” imposto l'anno scorso, né un numero massimo di modifiche ammesse, per ora vale l'appello del governo ai suoi affinché la maggioranza sia responsabile, visti i pochi margine economici a disposizione. Quindi, no a stravolgimenti, sì a eventuali miglioramenti ma solo se ci saranno le coperture finanziarie.

Per approfondire: Manovra 2025, chi pagherà più tasse il prossimo anno? Gli aumenti previsti

Il taglio Irpef

  • Tra i correttivi che stanno più a cuore a FI domina il taglio alle tasse per i ceti medi. I forzisti insistono per abbassare dal 35 a 33% il secondo scaglione Irpef e allargare la platea ai redditi fino a 60mila euro. Pur sapendo che il traguardo è condizionato da quanti soldi incasserà lo Stato dal concordato preventivo, la novità sbandierata da Palazzo Chigi che consente a lavoratori autonomi e partite Iva di regolarizzarsi con il fisco per le tasse pregresse dovute, allentando invece tasse e controlli per i prossimi due anni. E soprattutto legato all'eventualità di un concordato bis su cui il governo sta ragionando

Il concordato bis

  • Il leader azzurro Antonio Tajani ha lanciato la proposta su X: "Rinviare il concordato fiscale è una scelta di buon senso. Più sono gli incassi più si tagliano le tasse al ceto medio. A cominciare dall'Irpef". In un’intervista al Qn rincara la dose: "È una manovra corretta, equilibrata, che va nella direzione giusta, che per noi è quella fondata su principi di economia sociale di mercato, ma ci sono alcuni aspetti statalisti e dirigisti che sono inaccettabili e rischiano di appannare l'immagine di un provvedimento che è nell'interesse delle imprese e delle famiglie". E chiede correttivi a misure previste dalla legge di Bilancio "che non sono state discusse in Consiglio dei ministri e che sono state inserite improvvidamente da qualche dirigente del Mef". Tajani spiega: "Per la riapertura del concordato fiscale siamo favorevoli e sollecitiamo la riapertura dei termini”. Molto meno pressante il partito della premier Meloni: bene se si aprirà una nuova finestra del concordato - è il ragionamento che circola tra i meloniani - altrimenti le misure sull'Irpef si faranno successivamente, extra manovra

Cosa può succedere sul concordato

  • I termini del concordato fiscale si sono chiusi il 31 ottobre. I numeri sono attesi nei prossimi giorni e saranno fondamentali per vedere di quali risorse aggiuntive disporrà il governo. Esclusa una proroga, si rafforza il pressing per l'apertura di una nuova finestra fino a fine anno per permettere di aderire al 'patto col fisco' coloro che non lo hanno ancora fatto. Soluzione auspicata a gran voce anche dalla categoria dei commercialisti. La speranza del governo è quella di racimolare un vero e proprio tesoretto, anche se da più parti tra le forze di opposizione si parla di un flop annunciato

La web tax

  • Altro fronte "imprescindibile" per FI è la web tax, affinché siano colpiti i big dell'e-commerce ma salvate le piccole imprese e start up del digitale che, secondo FI, rischiano di essere penalizzate. In particolare al sud, come ha rimarcato più volte Mario Occhiuto, senatore azzurro

Le richieste della Lega

  • Parallelamente corrono le speranze della Lega di strappare anche quest'anno la rateizzazione dell'acconto Iperf di novembre. Obiettivo è non solo la conferma della misura ma anche l'estensione della platea dei beneficiari fino a un fatturato di 170 mila euro. Una battaglia che in realtà, visti i tempi (va decisa entro fine novembre 2024) dovrebbe ricadere sul decreto fiscale che è in discussione al Senato. Entro il 7 novembre vanno presentati gli emendamenti e Alberto Gusmeroli, che è anche presidente della commissione Attività produttive della Camera, annuncia che la Lega ha già pronto un emendamento ad hoc. Altro tema caro ai leghisti il turnover per le forze dell'ordine: la manovra prevede che, per la pubblica amministrazione si fermi al 75% ma loro puntano a salvare, al 100%, quello per chi indossa la divisa

Come si muove FdI

  • Sul fronte delle modifiche tace per ora Fratelli d'Italia: fedele alle indicazioni concordate fra Palazzo Chigi e via XX Settembre, considera le sue priorità - rendere strutturale il taglio del cuneo, coprire la rimodulazione Irpef e gli aiuti alle famiglie - già presenti nella legge di bilancio

Gli impegni di Giorgetti

  • Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti inizia oggi la settimana a Bruxelles, dove si svolge l'Eurogruppo e martedì la riunione dei 27 dell’Ecofin. "Dobbiamo essere contenti perché riusciamo a confermare il taglio della decontribuzione dei salari medio-bassi fino a 35mila euro, che quest'anno aumentiamo fino alla soglia di 40mila euro, un patto di circa 16 miliardi", ha sottolineato durante un evento per celebrare i due anni del governo Meloni. "Un patto che permette di far pagare meno tasse alle famiglie che hanno più bisogno e che vuole portare anche interventi a favore delle famiglie con i figli. E tutto questo in un quadro di finanza pubblica che dopo due anni ha costruito una base di credibilità e fiducia anche a livello internazionale"

Le mosse dell’Ue

  • Intanto la Commissione Ue vaglierà con attenzione la manovra, alla luce delle stringenti regole del nuovo Patto di stabilità e di crescita, con il verdetto sul piano di rientro del deficit e del debito atteso per la fine di novembre. L'Italia ha chiesto un allungamento a sette anni per portare a termine il piano di risanamento, estensione che è stata accordata da Bruxelles che ora dovrà entrare nel merito delle misure.

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