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Scandalo Marrazzo, il racconto dell'ex presidente della Regione Lazio in una autobiografia

Politica

In un nuovo libro, "Storia senza eroi", il giornalista torna a parlare dei ricatti subiti da quattro carabinieri, poi condannati, che lo filmarono in un incontro con una transessuale, e le conseguenze personali e pubbliche che ne seguirono. L'ex politico rivive le telefonate ricevute in quei giorni, tra le quali quella di sua moglie e di Silvio Berlusconi, e confessa il senso di vergogna e tradimento provato verso la famiglia e i suoi collaboratori

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Dopo anni di silenzio, il nome di Piero Marrazzo torna alla ribalta grazie alla pubblicazione del suo nuovo libro, un'autobiografia che si intitola Storia senza eroi, edita da Marsilio. Un ritorno sotto i riflettori per il giornalista ed ex presidente della Regione Lazio, noto anche per il suo passato come volto della Rai. Nell'opera Marrazzo ripercorre il prima e il dopo del 23 ottobre 2009, una data che ha segnato un punto di svolta nella sua vita.

Il video rubato con una transessuale e il ricatto 

Quel giorno, infatti, esplose lo scandalo che lo vide coinvolto: quattro carabinieri infedeli, poi condannati, erano in possesso di un video compromettente che lo ritraeva in compagnia di una prostituta transessuale. “Se fossi stato con una prostituta donna e non trans sarebbe stato diverso”, ha affermato Marrazzo in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. Quella vicenda, che portò alle sue dimissioni da presidente della Regione Lazio il 27 ottobre 2009, ha segnato la fine della sua carriera politica. Nel suo nuovo libro, Marrazzo decide di affrontare direttamente quei drammatici giorni e di raccontare la sua versione dei fatti. L'imboscata, come la definisce lui stesso, avvenne nel luglio 2009 in un appartamento di via Gradoli, a Roma. Fu lì che i carabinieri lo sorpresero con l'intento di ricattarlo. "Mi abbandonai sulla poltrona, afflosciato", scrive Marrazzo, ricordando quei momenti in cui prese consapevolezza che la fine della sua carriera era vicina.

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La telefonata di Berlusconi

Una delle prime telefonate che ricevette fu quella di Silvio Berlusconi. "Dalla Mondadori mi hanno avvisato", gli disse l'ex presidente del Consiglio. "Un’agenzia fotografica li ha informati che c’è un video che ti riguarderebbe. Un video particolare. Ci tenevo a informarti di persona". Da quel momento, la vita di Marrazzo venne travolta da una spirale di eventi incontrollabili: telefonate continue, rivelazioni e un'enorme pressione mediatica. Tra queste, anche la chiamata del suo segretario della giunta regionale: "Domani pubblicheranno un articolo su di te. Ci sarebbe un video, parla di incontri con trans, cocaina, ricatti".

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Il confronto con la moglie e le domande dei collaboratori

Particolarmente toccante è il racconto della telefonata con sua moglie, che descrive come uno dei momenti più difficili di quella vicenda. "Mi chiama angosciata, mi chiede spiegazioni, poi torna a casa. Capisco cosa significa sentirsi un vigliacco: l’ho lasciata inerme e sola, un compagno di vita non può farlo, non deve farlo". L'angoscia del tradimento non era solo pubblica, ma profondamente personale. Quando la notizia divenne di dominio pubblico e la pressione mediatica crebbe, Marrazzo si ritrovò faccia a faccia con i suoi più stretti collaboratori nel suo ufficio. Uno di loro, un fedelissimo, gli chiese con amarezza: "Perché non me l’hai detto?". Marrazzo, distrutto dalla vergogna, rispose semplicemente: "Mi vergognavo". Poi, in un gesto di rabbia e frustrazione, si afflosciò sulla sedia e sbatté un pugno sulla scrivania. Tutti si fermarono, muti, osservando il crollo di un uomo che fino a poco tempo prima era al vertice del potere regionale. “Il silenzio schiaccia, mi ero occupato di Sanità e Rifiuti, che chi tocca muore, e mai un sospetto o un’inchiesta; ma per quella esposizione mi chiesero di farmi da parte”, ha detto ancora Marrazzo parlando con il Corriere.

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