Ddl concorrenza, una parte dei pedaggi autostradali andrà allo Stato

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Introduzione

Dopo lo slittamento dei giorni scorsi, il Cdm ha approvato ieri il ddl che contiene anche il tema delle concessioni autostradali. Il Mit ha spiegato che per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari - anche internazionali - ma allo Stato. Il nuovo modello delle tariffe dal 2025, per concessioni in scadenza, non per quelle in essere. L'obiettivo è realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo le tariffe, spiega il ministro Salvini. Il punto è come farlo senza innescare nuovi contenziosi con Bruxelles. Dalla Commissione europea sarebbero emerse resistenze rispetto all'ipotesi di creare una tariffa autostradale unica e un fondo pubblico dove raccogliere i pedaggi per poi distribuirli.

Quello che devi sapere

L’approvazione del Cdm

  • Nella giornata di venerdì 26 luglio, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl Concorrenza che tra le tante cose contiene anche il tema delle concessioni autostradali. Il Mit ha spiegato in una nota che per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari - anche internazionali - ma allo Stato. L'obiettivo - ha spiegato il vicepremier e ministro Matteo Salvini - è realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo i pedaggi.

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Nuovo modello tariffe autostrade da 2025

  • Il Mit spiega che il modello proposto per la riforma delle concessioni autostradali prevede, per le concessioni che scadranno a partire dal 2025, un sistema di regolazione fondato sull'applicazione di un nuovo modello tariffario, già sperimentato in 4 concessioni, che prevede di distinguere la tariffa in tre componenti, di cui le prime tre sono di competenza del concessionario e la terza (componente tariffaria per oneri integrativi) di competenza dell'ente concedente, il cosiddetto extragettito. Per le concessioni in essere restano le regole esistenti con scadenze tassative per la revisione del Piano economico finanziario

Urso: ddl concorrenza altro passo per competitività Paese

  • Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso ha dichiarato che con il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza, approvato dal consiglio dei ministri, "compiamo un altro significativo passo nella giusta direzione, a supporto delle imprese e a tutela dei consumatori". Urso sottolinea: "Siamo convinti sia necessario aumentare la competitività del nostro Paese, anche attraverso la concorrenza interna". Il ddl, inoltre, si ricorda, si inserisce a pieno titolo nel quadro delle misure e degli interventi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: all'approvazione annuale di una "Legge sulla concorrenza" risulta infatti subordinato lo stanziamento dei fondi previsti nell'ambito dello stesso Pnrr

L’iter e lo slittamento

  • La riforma di autostrade e pedaggi aveva portato a una "riflessione" della maggioranza su alcuni punti del ddl concorrenza, che aveva impedito l'approvazione del testo lunedì e ha fatto slittare tutto al successivo Cdm. Salvini nei giorni scorsi aveva anticipato: “Il disegno di legge contiene una nuova impostazione delle concessioni autostradali per rendere più facili i lavori e per regolarizzare i pedaggi che sono diversi sulle varie tratte". L'obiettivo resta quello di avere tariffe più omogenee sul territorio nazionale e interventi di manutenzione e ammodernamento garantiti, senza stangate per gli automobilisti al casello, eventualmente spalmando su più anni i costi delle manutenzioni straordinarie

Rischio contenziosi con Bruxelles

  • "Siamo al lavoro - aveva detto Salvini - per limitare l'aumento dei pedaggi, soprattutto su alcune strade". Il punto è come farlo senza innescare nuovi contenziosi con Bruxelles. Proprio la richiesta da parte dei tecnici del ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, durante il pre-consiglio di lunedì, di approfondire questi aspetti con l'Ue aveva stoppato il percorso del ddl, non senza polemiche. Dalla Commissione europea sarebbero emerse infatti resistenze rispetto all'ipotesi di creare una tariffa autostradale unica e un fondo pubblico dove raccogliere i pedaggi per poi distribuirli. Un meccanismo che avrebbe potuto pesare sui conti pubblici

Gli incontri di Salvini

  • Studiando le possibili soluzioni, Salvini ha ricevuto al ministero anche i rappresentanti dei concessionari di autostrade. In una lettera - anticipata dal Messaggero - la loro associazione, Aiscat, lamenta circostanze "eccezionali", con l'aumento dei costi di gestione per la stretta sulla sicurezza dopo il crollo del ponte Morandi e il blocco dei pedaggi, che sarebbero saliti in media dello 0,85% annuo nell'ultimo triennio, molto meno dell'inflazione. Le imprese hanno chiesto un tavolo di confronto e proposto alcune soluzioni a partire da una proroga tecnica della durata delle concessioni

Le tempistiche

  • I tempi per il ddl stringono, perché la legge annuale sulla concorrenza è uno dei 69 obiettivi da raggiungere entro la fine dell'anno per ottenere la settima rata del Pnrr, che vale oltre 18 miliardi di euro. E la legge, secondo il piano, deve prevedere misure sulle autostrade, in particolare con lo stop ai rinnovi automatici delle concessioni

Assoutenti: “Bene le norme su autostrade e pedaggi”

  • Commentando il provvedimento del governo, Assoutenti dice che il ddl Concorrenza contiene alcune misure positive per i consumatori, in particolare ii provvedimenti a tema autostrade, che potrebbero contenere gli aumenti dei pedaggi. "Oltre a limitare le tariffe, però, servirebbe introdurre sistemi per rimborsare automaticamente e immediatamente gli automobilisti per i disagi derivanti dai cantieri infiniti e dagli eterni lavori in corso che, oltre ad allungare i tempi di percorrenza in autostrada, creano difficoltà notevoli alla circolazione e aumentano il rischio di incidenti", dichiara il presidente Gabriele Melluso.

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