Direttiva plastica monouso, Commissione Ue avvia procedura di infrazione contro l'Italia

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La lettera di messa in mora all'Italia per non aver recepito "pienamente e correttamente" la direttiva Ue. Roma ha ora due mesi di tempo per rispondere e colmare le lacune rilevate, in assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrebbe decidere di avanzare nell'iter legale inviando un parere motivato

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La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per non aver recepito "pienamente e correttamente" la direttiva sulla plastica monouso e per aver violato gli obblighi previsti dalle norme sulla trasparenza del mercato unico. Bruxelles ha inviato una lettera di costituzione in mora all'Italia, primo passo della procedura. Adesso Roma ha due mesi di tempo per rispondere e colmare le lacune rilevate. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrebbe decidere di avanzare nell'iter legale inviando un parere motivato. 

Le violazioni dell'Italia 

L’Italia “non ha recepito, o non ha recepito correttamente, diverse disposizioni della direttiva sulla plastica monouso nel diritto nazionale, il che influisce sul suo ambito di applicazione”, afferma la Commissione. 

Gli Stati membri, infatti, devono notificare alla Commissione tutti i progetti di regolamenti tecnici relativi ai prodotti prima della loro adozione nel diritto nazionale. Secondo la direttiva, inoltre, deve essere rispettato un periodo di sospensione di tre mesi tra la notifica del progetto di regola tecnica e la sua adozione. Proprio quello che l'Italia non avrebbe fatto, violando le regole procedurali. 

L’Italia, infatti, ha adottato la legislazione che recepisce la direttiva sulla plastica monouso durante il periodo di sospensione, mentre il dialogo con la Commissione era ancora in corso. 

 

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La direttiva Ue

La direttiva sulla plastica monouso è stata approvata dai 27 stati membri dell'Ue nell'ambito del negoziato sulla revisione del regolamento (e delle direttive collegate) sugli imballaggi e il riuso. La misura mira a disegnare un nuovo quadro del packaging per prevenire e ridurre l’impatto di alcuni prodotti in plastica sull’ambiente e sulla salute umana, nonché a promuovere la transizione verso un’economia circolare.

La direttiva, ad esempio, va a vietare la plastica monouso per confezionare frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 kg, ma allo stesso tempo prevede che gli Stati possano prevedere deroghe alla regola generale.

Tra le eccezioni ad esempio, la busta di plastica con l'insalata lavata.

Al bando, invece,  piatti e bicchieri monouso all’interno dei locali, tranne quelli destinati al takeaway e quelli utilizzati nei chioschi, dove manca l'acqua corrente. Vietati anche i condimenti monouso e le singole confezioni di zucchero, caffè o simili (con eccezioni legate a motivi igienici) e, nel campo della cosmesi, i flaconcini monouso come i mini-saponi e mini-shampoo negli alberghi.

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