Palermo, ovazione e lunghi applausi per Mattarella al congresso dell'Anm

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Il Presidente è arrivato al teatro Massimo in occasione del 36esimo congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione". Ad accoglierlo all'ingresso il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e il prefetto di Palermo Massimo Mariani

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È un’accoglienza molto calorosa quella che il pubblico presente al teatro Massimo di Palermo ha riservato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ovazione e minuti di applausi in sala per il Capo dello Stato che è arrivato in occasione del 36esimo congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione". Anche all'esterno dell’edificio l'arrivo del capo dello Stato è stato accolto da un applauso dei passanti. Al richiamo dei cittadini Mattarella ha risposto con un saluto. Ad accogliere il presidente all'ingresso c’erano il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e il prefetto di Palermo Massimo Mariani.

Il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati

In occasione del 36esimo congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati in corso al teatro Massimo a  Palermo, il presidente di Anm Giuseppe Santalucia ha spiegato: “Si coglie in più occasioni una spinta alla ridefinizione in senso restrittivo dei confini entro cui la giurisdizione può esprimersi e può far uso degli strumenti propri del suo agire. L'idea sottesa a più critiche è che progressivamente essa abbia accresciuto il proprio ruolo, finendo con l'essere, invece che fattore di stabilizzazione e di ordinata risoluzione dei conflitti, causa o concausa di quella instabilità e precarietà di necessari equilibri che segnano la società nel tempo presente". Santalucia ha poi denunciato "il timore di un progressivo indebolimento dei presìdi culturali che dovrebbero inibire la pretesa delle maggioranze di governo che decisioni di tribunali e corti non contrastino o addirittura si adeguino ai loro programmi e fini". E ha ricordato le critiche espresse da "esponenti della maggioranza di Governo nei confronti di una magistrata del Tribunale di Catania che, nel non convalidare i provvedimenti di trattenimento di alcuni migranti, ha ritenuto le disposizioni di un decreto-legge non conformi al diritto dell'Unione europea"."Si badi", ha aggiunto, "non una critica al provvedimento, ma una polemica nei confronti della magistrata, accusata di non essere imparziale in ragione della partecipazione, svariati anni prima, ad una manifestazione di protesta contro decisioni del Governo, espressione di altre maggioranze politiche, che avevano impedito alla nave (con a bordo molti migranti tratti in salvo in mare) di approdare nel porto catanese". Non è mancata poi una precisazione sulla questione della separazione delle carriere dei magistrati: "Il progetto di separazione delle carriere, portato avanti con ostinazione pur dopo che la separazione delle funzioni è stata dilatata all'estremo, reca con sé il germe dell'indebolimento della giurisdizione, almeno quella penale". Il presidente ha poi aggiunto: "Si mette mano alla Costituzione mostrando di non aver compreso il senso di massima garanzia per i diritti dei cittadini dell'attuale impianto, di un pubblico ministero appartenente al medesimo ordine del giudice e accomunato al giudice per formazione e per cultura della funzione". "Il messaggio costituzionale, che ora si vorrebbe cestinare, - ha proseguito - è che nella nostra Repubblica anche la magistratura inquirente non è e non può essere una magistratura di scopo; che essa condivide con la magistratura giudicante lo stesso disinteresse per il risultato dell'azione e del processo, indispensabile premessa per non restare indifferenti rispetto ai diritti e alle garanzie delle persone". Santalucia, infine, ha concluso il suo intervento spiegando: "Auspico che una riflessione ampia, che involge anzitutto il rapporto con gli altri poteri dello Stato, non attiri sul congresso l'usurata critica della politicizzazione, che si rinnova con puntualità quando la voce e l'azione dell'Associazione nazionale magistrati hanno la pretesa di uscir fuori dall'ambito, pur nobile, della difesa degli interessi di tipo impiegatizio. 

Non appena l'orizzonte si amplia, nel tentativo di prendere parola su temi che interessano il mondo della giustizia anche più di qualche aspetto della carriera intesa in senso burocraticoviene revocata in dubbio la legittimazione ad intervenire, gettando l'ombra pesante della faziosità".
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