Da Commissione Ue ok a revisione Pnrr: nel nuovo Piano 66 riforme e 150 investimenti

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 A dare l’annuncio è stato l’esecutivo europeo. Il Piano italiano ora comprende sette rifomre in più rispetto alla versione originale e vale 194,4 miliardi di euro. Meloni: "Altri 21 miliardi alla crescita"

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Arriva una valutazione positiva, della Commissione europea, al Piano di ripresa e resilienza modificato dell'Italia, che include un capitolo RePowerEU: ha ora un valore di 194,4 miliardi di euro e copre 66 riforme, sette in più rispetto al piano originale, e 150 investimenti. A dare l’annuncio è stato l’esecutivo europeo stesso. La premier Meloni sottolinea che il governo ora mette a disposizione "della crescita economica" italiana "altri 21 miliardi di euro", in pratica "una seconda manovra economica". 

Rafforzate le riforme chiave

“Le misure mirano a rafforzare le riforme chiave in settori quali la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza. Una serie di investimenti nuovi o potenziati mira poi a promuovere la competitività e la resilienza dell'Italia, nonché a promuovere la transizione verde e digitale. Questi investimenti riguardano settori come le energie rinnovabili, le filiere verdi e le ferrovie”, spiega la Commissione nelle sue valutazioni.

Meloni: "Cambiati progetti irrealizzabili, salvi enti locali"

Alcuni progetti "irrealizzabili o non ammissibili" sono stati modificati e alcuni progetti in particolare degli enti locali, che rischiavano di non essere realizzati nei tempi, saranno finanziati tramite gli altri programmi europei e nazionali invece che con il Pnrr che ha tempistiche "molto più stringenti", ha indicato la premier Giorgia Meloni. "Oggi abbiamo la conferma di aver fatto un lavoro di cui il governo può essere molto fiero. Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso che avremmo fatto, siamo scesi nel concreto, abbiamo verificato le criticità e le abbiamo superate, abbiamo fatto in modo che tutti i soldi del Pnrr venissero spesi nei tempi e quindi abbiamo concentrato le risorse sulla crescita e la modernizzazione della nazione", ha aggiunto.

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Le novità

Il testo, presentato ad agosto e approvato ora da Palazzo Berlaymont, presenta una maggiore attenzione agli investimenti nel comparto idrico, nella formazione, nelle politiche attive del lavoro. Viene mantenuto (con più garanzie per i meritevoli) l'obiettivo dei 60mila alloggi in più per gli studenti. Ne escono ridotti invece i Piani di rigenerazione urbana (da 3,3 miliardi a 2) e i Piani urbani integrati (da 2,5 miliardi a 900 milioni). In chiave green è cambiata anche la parte che prevedeva la messa a terra di semi: al loro posto saranno piantati direttamente alberi già cresciuti; in totale non saranno più 6,6 milioni ma 4,5. La prevenzione dei rischi idrogeologici, la costruzione di nuove reti ferroviarie e il superbonus (con il taglio del sismabonus) sono altre due aree che hanno subito un restyling con il nuovo documento.

Le aree di destinazione

 Sono 12,4 i miliardi che nel nuovo Piano andranno alle imprese. A guidare è la Transizione 5.0, che incasserà 6,3 miliardi con lo strumento del credito di imposta. Corposo anche lo stanziamento di fondi per le imprese attive nel settore delle rinnovabili. Circa 1,2 miliardi saranno destinato alla ricostruzione di Emilia-Romagna, Toscana e Marche, dopo i nubifragi di quest'anno. Sono oltre 5, invece, i miliardi che confluiranno nel settore delle reti e infrastrutture: dalle reti elettriche e del gas all'acquisto - per oltre un miliardo - di nuovi treni a emissioni ridotte. Alle politiche del lavoro il governo, rispetto al Piano precedente, ha destinato un miliardo in più, 618 sono i milioni dedicati alle politiche giovanili.

Giorgetti: "Una dozzina di miliardi in più"

Dalla revisione del Pnrr e dal cosiddetto Repower, arriverà "circa una dozzina di miliardi in più, iniettati nei prossimi anni per aiutare il sistema imprese", ha poi fatto sapere  il ministro Giancarlo Giorgetti, all'assemblea di Confindustria Como, Lecco e Sondrio. "Le misure sono state predisposte in un quadro di prudenza e quindi il tentativo fatto è stato quello di mettere nel portafoglio delle famiglie, in particolare quelle con basso reddito un recupero del potere d'acquisto falcidiato dall'inflazione. Questo nelle nostre stime dovrebbe permettere anche un recupero della domanda". 

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