Salario minimo, Meloni: “Meglio la contrattazione collettiva”. Conte: “Diffonde fake news”
PoliticaVenerdì 11 agosto l’esecutivo e tutte le forze di opposizione si incontreranno per discutere del tema. La premier non cambia idea ed evidenzia come “fissare una cifra minima oraria di retribuzione per tutti potrebbe risultare più basso del minimo contrattuale previsto. Un risultato controproducente”. Dure le reazioni dei partiti: “Mi chiedo che senso abbia l'incontro. Se dovesse esserci solo un muro contro muro, meglio rivedersi in Parlamento”, evidenzia Magi di +Europa
Nonostante sia già stato annunciato il prossimo Consiglio dei ministri, fissato per il 28 agosto alle ore 17, e si sappia che sul tavolo ci saranno molto probabilmente il provvedimento sull’immigrazione e ulteriori norme sulle banche e sugli extraprofitti (un dossier sul quale sta lavorando Forza Italia), tiene ancora banco il tema del salario minimo. Venerdì 11 agosto i leader dell'opposizione incontreranno la premier Meloni. Sul tavolo di Palazzo Chigi saranno presenti documenti e idee ma non un piano confezionato, visto che la maggioranza e il governo sono ancora al lavoro ad una proposta normativa, in collaborazione con la Cisl.
Le intenzioni della premier e dell’esecutivo
L'Aula ha votato a maggioranza per la richiesta di sospensiva ma l’intenzione, come riferiscono alcune fonti, è quella di inserire la proposta come un collegato del disegno di legge approvato dall'esecutivo, insieme al decreto, il primo maggio e che approderà alla ripresa dei lavori parlamentari a Montecitorio. La ricetta rimane quella di estendere e rafforzare la contrattazione collettiva, ma il dialogo tra governo e opposizione parte in salita. "Cercheremo di capire se c'è il margine per presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi”, ha detto Meloni durante il suo format sui social “Appunti di Giorgia”. Anche se apre al dialogo, Meloni non cambia idea: “Se stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto. Il paradosso è che rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora. Il titolo è accattivante ma il risultato rischia di essere controproducente", ha evidenziato la premier. Per questo “occorrerà fornire dei parametri salariali per quei settori e quei lavoratori che non sono coperti e garantiti dalla contrattazione collettiva. Speriamo che si possa arrivare a una risposta condivisa. I salari sono calati in media dell'1,4%. Negli stessi anni quelli dei francesi sono cresciuti mediamente del 4,3% e quelli dei tedeschi addirittura del 6,75%. Sono contenta che finalmente se ne accorgano coloro che quando erano al governo non sono stati in grado di invertire questa tendenza”. L’intenzione del governo è quella di proseguire sulla strada della contrattazione collettiva, come rimarcato dalla stessa Calderone, per la quale occorre "un'azione intensa per un'estensione della contrattazione ai settori ancora non coperti" e da Tajani, per il quale l'idea di una "contrattazione collettiva che garantisce i lavoratori è meglio di un salario fissato per legge". Meloni ha evidenziato comunque che il confronto di venerdì possa trasformarsi in un'occasione per capire se "c'è il margine di presentare insieme alle opposizioni una proposta seria contro i salari bassi - vero problema italiano - e che si possano fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva”.
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Le reazioni
Diverse le reazioni politiche alle parole della premier: il leader di Azione, Calenda, a 48 ore dall'incontro rilancia l'invito a tenere i toni bassi, ma gli altri partiti non fanno altrettanto. "Il governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi e diffonde solo fake news. Vorrà dire che proverò a spiegare come stanno le cose con dei grafici", ha dichiarato il presidente M5s Conte. "Le dichiarazioni di Giorgia Meloni dimostrano che non ha letto la nostra proposta", ha sostenuto Scotto, capogruppo in commissione Lavoro del Pd. Decisamente più netto Magi di +Europa: "Mi chiedo che senso abbia l'incontro di venerdì. Se dovesse esserci solo un muro contro muro, meglio rivedersi in Parlamento e vedere chi vuole il salario minimo e chi no". La senatrice Raffaella Paita ha confermato che Italia Viva non sarà presente, visto che “le leggi si debbano fare in Parlamento”. Chiari anche Bonelli e Fratoianni di Avs: "Se lo scopo della convocazione è solo quello di organizzare una passerella del governo in difficoltà su questo tema, ce lo facciano sapere. Perché di perdere tempo non ha voglia nessuno. E il Parlamento è la sede in cui confrontarsi e decidere". “L'aumento dei salari bassi è un obiettivo del centrodestra: non c'è spazio per le bandiere ideologiche", ha avvertito il presidente dei deputati di Fdi, Foti.