Riforma della Giustizia, scontro tra Nordio e le toghe. Opposizione divisa sul ddl
Il ministro della Giustizia ha risposto alle critiche mosse dall'Associazione nazionale magistrati al suo progetto e dicendo "no a interferenze". Intanto le componenti politiche si spaccano tra contrari e a favore. Al centro delle polemiche c'è soprattutto la misura della cancellazione del reato di abuso di ufficio
La riforma della Giustizia del ministro Carlo Nordio spacca il parlamento e fa insorgere i magistrati, ma c'è anche chi difende il ddl. Per il giurista Sabino Cassese si tratta di “una riforma che merita apprezzamento, in qualche punto troppo timida”. "Sopprime un reato indicato in forma poco precisa - ha spiegato - stabilisce il rispetto della vita privata delle persone indagate e non indagate, circonda di garanzie la custodia preliminare, perché non diventi una minaccia, cerca di evitare il “naming and shaming”
LO SCONTRO SULLA RIFORMA: VIDEO
Il punto critico è l’abolizione della norma sull’abuso d’ufficio. Per Cassese "l’abuso di ufficio, nonostante l’intervento legislativo del 2020, è rimasto un reato non sufficientemente delineato dalla norma, indicato con eccessiva latitudine, sicché non si sa che cosa sia effettivamente vietato, e quindi sanzionabile”
Abuso d'ufficio, Nordio: "È un reato evanescente"
Sul tema è intervenuto anche il vicepremier Antonio Tajani: "Forza Italia vuole che si raggiunga un accordo complessivo per la riforma. La decisione adottata dal Consiglio dei Ministri l'altro giorno va nella giusta direzione, ma è una tessera del grande mosaico. Ora bisognerà andare avanti con la separazione delle carriere, cioè portare a compimento quello che era il disegno di Silvio Berlusconi”
Per il ministro della Giustizia, sempre riguardo all'abuso d'ufficio, "era ed è ancora un reato così evanescente che complica soltanto le cose senza aiutare minimamente, anzi ostruendo le indagini perché intasano le procure della Repubblica di fascicoli inutili disperdendo le energie verso reati che invece dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione”
Per il coordinamento di Area Dg (Area democratica per la giustizia) "così si va verso un diritto diseguale", si tratta di "una precisa scelta di politica criminale che va criticata e contestata con tutti gli strumenti culturali e comunicativi a disposizione della comunità dei giuristi che chiamiamo alla mobilitazione”
Intanto la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra ricorda il principio di autonomia della magistratura e ribadisce la supremazia del diritto comunitario su quello nazionale. "L'amministrazione della giustizia ispirata a criteri di imparzialità e sobrietà rappresenta un pilastro dello stato di diritto", afferma in un'intervista a La Repubblica. "L'indipendenza dei giudici è la precondizione”
Riguardo alle critiche della maggioranza ad organi di controllo come Corte dei Conti, Upb e Anac, Sciarra commenta: "Sono animata da uno spirito positivo e non voglio vedere derive autoritarie. Non spetta a me esprimere giudizi politici". "L'indipendenza", sottolinea, "vale non solo per le magistrature, ma anche per le autorità di garanzia, con le quali ci vuole un dialogo e un confronto”
Dal lato politico, anche le opposizioni sono contrarie alla riforma, ma non tutte. "La giudicheremo in Parlamento quando vedremo i testi. Per adesso da quello che si legge possiamo dire che è un passo nella direzione giusta. Ancora timido per noi, ma un passo in avanti”, è l’opinione di Matteo Renzi leader di Italia Viva
Debora Serracchiani, responsabile della giustizia per il Pd, invece ritiene che l'abolizione del reato di abuso di ufficio potrebbe avere due conseguenze molto negative, una in ambito nazionale e l'altra nel contesto europeo
"Se si abolisce il reato di abuso d'ufficio così come oggi è, le denunce ci saranno ugualmente, ma mentre prima la denuncia finiva archiviata, ora il magistrato indagherebbe per reati più gravi, ad esempio la corruzione. E i sindaci - che legittimamente hanno chiesto interventi viste le distorsioni del passato, e anche perché fosse facilitato il loro lavoro - finiranno dalla padella alla brace”, ha spiegato Serracchiani
Riguardo all’aspetto internazionale, la responsabile giustizia per il Pd segnala che "si aprirà una procedura di infrazione. Senza contare che nel mentre si sta chiudendo l'altra direttiva annunciata da von der Leyen, quella sulla anticorruzione. Questa prevede l'obbligo per tutti gli stati europei dell'abuso di ufficio. Tutti i paesi Ue lo prevedono, noi saremmo gli unici ad abolirlo”
Contrario all’abolizione dell’abuso d’ufficio anche il M5s. Il leader Giuseppe Conte ritiene che con la riforma della Giustizia di Nordio il “governo riscrive le regole democratiche” e che l’abolizione dell’abuso d'ufficio “favorisce i potenti”
Giustizia, le misure del ddl Nordio