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Berlusconi, l'uomo che ruppe tutti i protocolli

Politica

Alessio Viola

©IPA/Fotogramma

Tv, politica, economia, giustizia, sport, gossip e non solo. Silvio Berlusconi l'Italia l'ha divisa: chi era con lui e chi contro di lui. Ora il Cav non c'è più e con lui finisce anche un'era

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E’ successo, anzi è succession che si scrive quasi uguale.

Proviamo cosi: Arcore Bridge is down, perché alla fine Silvio era la nostra Regina Elisabetta per quanto e come c’è stato, ovunque. Ci sono stati anni in cui si poteva cambiare ogni argomento e continuare a parlare solo di lui. E’ stato Tv, politica, economia, giustizia, sport, gossip, case, libri, auto viaggi e fogli di giornale. E non lo si può spiegare in effetti quello strano incantesimo che c’è stato tra l’Italia e Silvio Berlusconi. Forse il nome più nominato di sempre nella nostra storia. Nome lungo per i giornali, da accorciare in Silvio, in Cav, in B. (ADDIO BERLUSCONI. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI)

Sul Cav un Paese diviso

L’ha divisa l’Italia: con Berlusconi o contro Berlusconi. Berlusconi quant’è simpatico, Berlusconi quant’è ricco, Berlusconi male assoluto, Berlusconi che rompe il monopolio, che rompe i protocolli. E tutto il resto: mi consenta, si contenga, quel modo di pronunciare club, la cravatta a pois, mai con la barba, Forza Italia che siamo tantissimi con le parole da cantare come al Karaoke, i comunisti, le corna, i cucù, Mr Obama, This flag is nos only, La bandana, la Sardegna, le canzoni napoletane, quelle francesi, le crociere, le ragazze, le toghe rosse, palazzo grazioli, arcore, villa certosa, i cactus, il vulcano finto, i total white al mare, il mausoleo ad Arcore, i processi, meno tasse per tutti, il presidente operaio, il bunga bunga, le telefonate, le cene eleganti. 

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La fine di un'era

Unto dal Signore, Il cavaliere, sua Emittenza, Il dottore, Papi, L’arciitaliano che ha dato le case coi laghetti ai milanesi, Dallas e Drive In agli italiani, tutte le coppe ai milanisti, promesso il miracolo al Paese che ama. Molti sono stati la Televisione lui era il Televisore. In Tv alla fine Berlusconi c’ha vissuto, oggi è la fine di un era, la sua era. Che è plastica, fisica, ha il suo corpo e la sua faccia, tutto parte del grande racconto.  Il cerone, i capelli, la prostata, gli occhi, i tacchi, è stato analizzato tutto ai raggi x. Dal sole in tasca e le coccarde agli ultimi video traballanti, dalle videocassette ai tik tok tak col doppiopetto, dalle barzellette e le corna ai G7 ai finti matrimoni e gli evidenziatori sul tavolino del San Raffaele. Dalle convention e le telefonate in diretta nei talk, ai predellini continui in quell’eterno ritorno in campo che sono stati gli ultimi anni e l’erede mai trovato. 

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Un pezzo della storia italiana

La vecchiaia è stata negata, scansata, la sua morte esorcizzata, rifiutata da chi lo amava, evocata da chi lo odiava. E’ la fine di un’era, di cui ha costruito segni e sogni, l’immaginario e l’inimagginabile. Una storia italiana, che sa un po’ di Hollywood e crociere, di Beautiful e TeleMike, di commedia sexy e leggenda, di sette vite in una e di un corto circuito perenne tra interessi ed emozioni. Con le conseguenze che sono delle star, del cinema, della musica pop più che di politica. Ci aveva quasi convinto che fosse immortale. Mentre leggiamo ovunque “E’ morto Silvio Berlusconi” c’è una parte di noi che pensa: che dirà ora Silvio Berlusconi?

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