M5S, Conte: "Non possiamo dare a Zelensky una cambiale in bianco"

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 Intervenendo al 'Forum in masseria' in corso a Manduria, il leader del Movimento 5 Stelle ha detto che "non possiamo offrire a Zelensky una cambiale in bianco, ché ci dica lui come e quando vuole fare la pace, se la vuole fare, a quali condizioni, se vuole arrivare a Mosca o se deve vincere Putin. E lo dico nel rispetto di Zelensky e in appoggio della popolazione ucraina"

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"Sulla guerra non ci siamo, non vedo svolte". Lo ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte parlando della posizione del Partito Democratico sulla guerra in Ucraina (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SULLA GUERRA). Intervistato da Bruno Vespa al 'Forum in masseria' in corso a Manduria, in provincia di Taranto, il leader del M5S ha anche detto che con il Pd a oggi "un'alleanza organica è fuori luogo". Parlando della guerra Conte ha sottolineato che "non possiamo offrire a Zelensky una cambiale in bianco".

"Prendo atto che sulla guerra non ci siamo, non vedo svolte" da parte del Pd. Così il presidente del M5s, Giuseppe Conte, parlando dei rapporti con il Pd di Elly Schlein, intervistato da Bruno Vespa al 'Forum in masseria' in corso a Manduria. E ha aggiunto: "Sulla guerra vedo che ci sono ancora dissonanze come anche sulla transizione ecologica".
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"Non possiamo offrire a Zelensky una cambiale in bianco"

Durante l'incontro Conte ha parlato del conflitto in Ucraina sostenendo che "siccome in guerra ormai, indirettamente ma temo direttamente tra un po', ci siamo anche noi, dico che abbiamo pieno titolo per sederci a un tavolo e non possiamo offrire a Zelensky una cambiale in bianco, ché ci dica lui come e quando vuole fare la pace, se la vuole fare, a quali condizioni, se vuole arrivare a Mosca o se deve vincere Putin. E lo dico nel rispetto di Zelensky e in appoggio della popolazione ucraina". Per il leader del M5S il presidente ucraino "Zelensky è lì e si sta difendendo, lo vediamo in tuta mimetica e sta diventando un eroe per il suo Paese, e dico 'eroe'. Ma è grazie alle nostre forniture militari". Conte poi ha ribadito la sua posizione rimarcando che "Zelensky non può decidere lui come e quando sedersi al tavolo e quali condizioni o meno, fermo restando che lavoriamo per lui e per difendere la sua sovranità terroriale".

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"Con il Pd dissonanze su guerra e transizione ecologica"

Parlando dei rapporti con il Pd guidato dalla segretaria Elly Schlein, Conte ha sottolineato che "sulla guerra vedo che ci sono ancora dissonanze come anche sulla transizione ecologica". Sulla guerra in Ucraina da parte del Pd "confido che possa esserci una svolta, perché fino adesso il Pd continua sulla linea bellicista, ovviamente quando si tratta di votare concretamente i vari provvedimenti", ha affermato il leader del M5S. Su altri temi invece "noto che con lei c'è sicuramente una maggiore determinazione del Pd verso, ad esempio, il salario minimo legale". Per l'ex premier "il Pd sta facendo progressi sulla lotta alla precarietà, si sta smarcano dal Pd renziano del Jobs act e sono ben contento". Conte ha poi precisato che "a noi interessano obiettivi e progetti politici, con il Pd posso condividere obiettivi e battaglie. Questo dialogo va affinato e spero che possa crescere e si rafforzi per creare terreni comuni di azione, ma un'alleanza organica oggi è fuori luogo".

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"Il campo largo non esiste"

"Il campo largo è una formula che non esiste", ha detto Conte durante l'intervista aggiungendo che "qui si tratta di fare opposizione intransigente in modo serio, piuttosto che votare, come fanno alcune forze, che dicono di essere opposizione, con il governo e quindi da questo punto di vista a noi interessa offrire una visione diversa del Paese". Tornando sull'argomento guerra in Ucraina "noi stiamo abbracciando una strategia militare, definita a Washington - ha detto l'ex premier -. Loro sono nostri alleati ma con gli alleati si parla, perché altrimenti se facciamo gli scendiletto sono, come dire, il nostro riferimento padronale". Conte al termine della sua intervista ha sottolineato che "agli alleati si spiega che questa strategia militare con questa escalation militare porta solo a più enormi rischi, anche di deflagrazione nucleare. Noi invece siamo per una svolta negoziale che va perseguita con forza, tutelando sì gli interessi vitali dell'Ucraina e coinvolgendo la Santa sede e altri player internazionali. Qui non c'è via uscita se non distruzione e rischi".

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