Libia, Meloni ad Haftar: "Sostegno all'Onu per elezioni entro il 2023"

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La premier ha ribadito all'uomo forte della Cirenaica il sostegno di Roma all'azione con cui l'Onu sta cercando di rivitalizzare un processo politico che porti il Paese africano a elezioni presidenziali e parlamentari entro il 2023. Haftar ha già visto ieri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani

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Si è concentrato in particolare sui flussi di migranti verso l'Italia il vertice tra Giorgia Meloni e il generale libico Khalifa Haftar che si è tenuto oggi, 4 maggio, a Palazzo Chigi. La premier ha poi ribadito ad Haftar il sostegno italiano all’azione dell’Onu in Libia per la rivitalizzazione di un processo politico che possa portare il Paese a elezioni presidenziali e parlamentari entro la fine dell’anno. I due si sono poi confrontati sulle cause di destabilizzazione della Libia e dei Paesi confinanti: sul punto, Meloni si è detta particolarmente preoccupata per il conflitto che sta andando in scena in Sudan. Haftar, nella serata di ieri, aveva già incontrato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Obiettivo del suo viaggio italiano è quello di proseguire il dialogo sulla stabilizzazione della Libia e del Nord Africa in generale. Lo scorso gennaio, Meloni era volata a Tripoli – con Tajani – per una prima presa di contatto con le diverse autorità libiche su vari temi, dall'energia al dossier migranti. Non era però riuscita a raggiungere Bengasi, dove è stanziato Haftar.

Haftar, Tripoli, l'Egitto e i migranti

Haftar, ex ufficiale nell'esercito del colonnello Gheddafi, è oggi conosciuto come "l'uomo forte" della Cirenaica. Da qualche mese, grazie a un accordo con il premier del governo di unità nazionale libico, Abdelhamid Dbeibah, Haftar è tornato a essere uno degli interlocutori decisivi per la Libia, nonostante avesse tentato per mesi e mesi di attaccare Tripoli, scatenando così una guerriglia civile. Haftar è molto vicino all’Egitto del presidente Al Sisi e di questo è consapevole il governo italiano. In un vertice con il leader egiziano, Tajani aveva chiesto di lavorare insieme al generale libico per raggiungere una definitiva tregua in Libia e fermare così il flusso di migranti irregolari che partono anche dalle coste della Cirenaica.

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