Dl Lavoro, opposizioni all’attacco. Schlein: "È condanna alla precarietà"

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Le forze sindacali, specialmente Cgil e Uil, hanno criticato la decisione del governo di tenere il Cdm nel giorno della Festa dei Lavoratori e lamentano lacune nel provvedimento. Landini: "Continueremo la mobilitazione unitaria". Schlein: in Italia "il lavoro è troppo povero e troppo pirata". Conte annuncia una manifestazione a giugno “contro il decreto precariato”. Calderone: "Non c'è rischio precarizzazione"

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"È la festa del lavoro non del governo". Quello di quest’anno è stato un 1° maggio segnato dalla polemica politica, in larga parte legata al Consiglio dei ministri in cui è stato approvato il decreto Lavoro: sotto accusa, da parte di opposizioni e sindacati, sia la scelta di svolgere il Cdm nel giorno della Festa dei Lavoratori sia le misure contenute nel provvedimento. Tra le voci più critiche al nuovo provvedimento c’è quella della segreteria del Pd Elly Schlein: "Continuo a pensare che sia una condanna alla precarietà", ha detto a margine di un evento a Roma. Forte il suo attacco all’impostazione del decreto: "Dietro a un intervento del taglio del cuneo che non è strutturale ma solo temporaneo hanno nascosto delle norme che aumentano le maglie della precarietà. Non è di questo che abbiamo bisogno". Per Schlein sarebbe meglio "guardare alle esperienze di altri Paesi europei che hanno messo al tavolo le imprese e in sindacati e scelto di limitare i contratti a termine e la precarietà". E annuncia: "Saremo al fianco della mobilitazione unitaria dei sindacati". 

Schlein: "Contratti a termine rendono lavoratori ricattabili"

Secondo Schlein, l’Italia "non può perdere l'occasione dei fondi del Pnrr senza sanare le piaghe strutturali che ci sono nel mercato del lavoro". Tra queste c’è il tema dei contratti a tempo determinato. "Quando si sceglie di prolungare i contratti a termine anche nell'ambito della contrattazione tra le parti si rendono le lavoratrici e i lavoratori più ricattabili perché non hanno lo stesso potere a quel tavolo chi il lavoro può offrirlo e chi ne ha bisogno per mangiare. Questa è una direzione che vuole aumentare la precarietà e si vede i voucher che sono una delle forme più becere di precarietà", dice la leader Pd.

I sindacati pronti a scendere in piazza

I sindacati, dalla manifestazione di Potenza, hanno criticato anche la decisione del governo di non tenere una conferenza stampa dopo il Cdm. Una scelta, hanno spiegato da Palazzo Chigi, da interpretare come un gesto di cortesia verso le organizzazioni sindacali che festeggiavano in piazza. Ma la critica delle forze sindacali, e in particolare della Cgil e della Uil, è estesa al contenuto del decreto. Pur apprezzando la decisione di mettere 4 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, i leader sindacali lamentano lacune, sia pure con diverse sfumature, già registrate nell'incontro a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni. E chiedono, come fa Pierpaolo Bombardieri della Uil, di trovare altre risorse. Magari con gli extraprofitti, tassando le banche e le grandi aziende. Dura la Cgil di Landini, che ha detto: “I provvedimenti decisi dal governo non vanno nella direzione da noi richiesta. Noi continueremo la mobilitazione unitaria e, se non avremo risposte, siamo pronti tutti insieme a continuare la mobilitazione fino a quando non avremo ottenuto i risultati di cui abbiamo bisogno. Per noi la Costituzione non è solo da celebrare per i 75 anni, è il riferimento per cambiare il Paese e fare le riforme. E non permetteremo a nessuno di cambiarla”. Mentre la Cisl di Luigi Sbarra fra le critiche fa un’apertura di credito nei confronti dell'esecutivo atteso però alla prova dei fatti.

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Le opposizioni

All'atteggiamento critico e attendista dei sindacati fanno sponda soprattutto Pd ed M5s che bocciano la scelta della premier di riunire il Cdm nel giorno della festa del lavoro, ma soprattutto puntano il dito contro misure "di propaganda e che aumentano la precarietà". In Sicilia per partecipare al corteo a Portella della Ginestra, la segreteria del Pd Elly Schlein aveva rilanciato sul "salario minino" sottolineando che in Italia "il lavoro è troppo povero e troppo pirata". Le fa eco, la vice del partito, Chiara Gribaudo che accusa l'esecutivo di “insultare il primo maggio presentando un decreto Lavoro che prevede più precarietà e meno tutele”. Duro anche il leader M5S Giuseppe Conte che annuncia una manifestazione a giugno “contro il governo, contro lo smantellamento del reddito e contro il decreto precariato”. Polemico anche Nicola Fratoianni: “È chiaro che questo 1 Maggio non si possa fare festa, ma prepararsi alla lotta”. “Fare una polemica perché si tagliano le tasse ai lavoratori l'1 maggio mi sembra assurdo. Descrivere il taglio (per ora una tantum) come il più grande mai fatto è sbagliato oltre che falso. Queste due posizioni riassumono bene l'eccesso di propaganda a destra e a sinistra”, ha detto invece il leader di Azione Carlo Calenda. Mentre il leader di Italia viva Matteo Renzi attacca: “La Premier Meloni taglia 4 miliardi di tasse sul lavoro e dice che questo è il taglio di tasse più importante degli ultimi decenni. Falso! Per fare esempi: gli 80€ valevano 10 miliardi all'anno, la cancellazione IMU prima casa 4 miliardi, l'IRAP costo del lavoro 6 miliardi. Vi risparmio tutto il resto dall'Ires a Industria 4.0 alle tasse per il mondo agricolo. La Meloni taglia 4 miliardi una tantum ed esulta, noi abbiamo tagliato in silenzio 25 miliardi all'anno. Giorgia Meloni non ha litigato solo con la politica: ha litigato prima di tutto con la matematica”.

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Maggioranza compatta sul decreto

Compatto intorno al governo è tutto il centrodestra che elogia non solo il decreto, ma anche la scelta di tenere il Cdm in una giornata simbolica. “Dalla sinistra e dai sindacati del no le solite polemiche e i soliti cortei (con fantocci, insulti e bandiere bruciate), dalla Lega e dal centrodestra al governo taglio di tasse e aumento degli stipendi”, attacca Matteo Salvini. Rincara la dose Maurizio Gasparri: “Non servono solo balli e concerti, servono atti concreti ed è quello che Forza Italia e il governo stanno facendo”. Stesse accuse dal capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti: “Mentre la sinistra strimpella nelle piazze, il governo Meloni approva, in una data simbolica come il primo maggio, un provvedimento che migliora radicalmente le condizioni dei lavoratori dipendenti”.

Calderone: "Non c'è rischio precarizzazione"

Secondo la ministra del Lavoro, Marina Calderone, intervistata da Radio 24, le norme del decreto Lavoro sui contratti a termine non comportano rischi di precarizzazione. È un intervento "che elimina le causali di difficile applicazione e che potevano generare contenzioso". Il decreto, spiega, "affida alla contrattazione collettiva la definizione delle causali. Poi c'è una clausola per cui laddove non c'è una previsione da parte del contratto si dà alle parti la possibilità di prorogare per una finestra temporale limitata con un richiamo alle ragioni tecnico produttive". Calderone ha sottolineato che i numeri del contratto a termine ci dicono che la questione delle causali riguarda il 2,5% dei contratti a termine. "Il 97% - dice - durano meno di 12 mesi. Il cambiamento riguarda meno del 3% dei contratti, per i primi 12 mesi non ci sono causali". Infine Calderone ha sottolineato che per i patti individuali la scadenza è al 30 aprile 2024 "per dare tempo alla contrattazione collettiva di poter normare l'aspetto delle causali. Non è un tema che impensierisce. C'è un dinamismo, vanno rinnovati i contratti, credo sia uno strumento per incentivare una nuova stagione di accordi". "Vorrei - conclude - avere strumenti di facile applicazione. Dove c'è una necessità temporanea per motivi organizzativi e produttivi è giusto che le aziende possano fare contratti a termine".

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