Da Montecitorio è arrivato il no allo scostamento di bilancio, con i lavori dell’Aula che sono stati sospesi. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, visibilmente irritato, ha commentato: “Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto”. Un Consiglio dei ministri lampo ha approvato una nuova relazione: la Camera esaminerà nuovamente il Def questa mattina a partire dalle 9, il Senato è stato convocato dalle 14
“È stato un brutto scivolone”, ma non "un segnale politico”: così la premier Giorgia Meloni ha commentato il no arrivato dalla Camera allo scostamento di bilancio previsto dal Def. Perché fosse approvata, la risoluzione doveva passare con almeno 201 voti a favore, obiettivo che la maggioranza ha mancato per sei voti. A seguito di quanto avvenuto, si è tenuta una riunione-lampo del Consiglio dei ministri: secondo quanto trapelato, il governo non ha modificato il Def ma solamente approvato una nuova relazione. La Camera esaminerà nuovamente il Def a partire dalle 9, il Senato è stato convocato dalle 14.
L’esito del voto alla Camera è stato proclamato dal vicepresidente Fabio Rampelli ma inizialmente nessuno aveva compreso che la bocciatura di quella risoluzione, per la quale è richiesta una maggioranza qualificata, determinasse l'impossibilità di votare le risoluzioni sul Def. Dopo quasi un minuto di incertezza è partito l'applauso dell'opposizione. "Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto", ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti uscendo dall'aula della Camera, visibilmente irritato. (LE REAZIONI)
Meloni: “Brutto scivolone, ma non un segnale politico”
“È stato un brutto scivolone" ma non "un segnale politico". Così la premier Giorgia Meloni in una conversazione informale con i cronisti a Londra ha commentato quanto accaduto alla Camera sul Def. "Il Def verrà approvato dal Parlamento nei prossimi giorni, nelle prossime ore, manterremo il nostro impegno" compreso il Cdm del primo maggio che "per me, per ora è confermato. Il primo maggio è il giorno della festa dei lavoratori e vogliamo un segnalo sul mondo del lavoro. Abbiamo convocato anche i sindacati per domenica sera, mi dispiace ma questi erano i tempi. Tutto è organizzato ma confido di potermela cavare". Sul Def si è fatta "una brutta figura, è stato però un "eccesso di sicurezza", "penso che tutti vadano richiamati a loro responsabilità”, ha detto ancora la presidente del Consiglio. "Ognuno ha la propria responsabilità. Credo che si debba fare una valutazione ulteriore, e concentrare l'attenzione sui parlamentari in missione, su chi ha un doppio incarico”.
Cdm approva nuova relazione con saldi confermati
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato una nuova Relazione al Parlamento ai sensi dell'art. 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi. Restano confermati i saldi di finanza pubblica già riportati dal Documento di economia e finanza 2023, mentre la nuova Relazione sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il 1° maggio.
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Nuova relazione: “Risorse 2023 anche a famiglie con figli”
Le risorse che si rendono disponibili dai saldi fissati nel Def saranno destinate per il 2023 anche a "sostenere le famiglie con figli". È quanto si legge nella nuova relazione al Def con cui il governo chiede l'autorizzazione a ricorrere all'indebitamento in cui si confermano i saldi. "Le risorse che si rendono disponibili saranno utilizzate con un provvedimento normativo di prossima adozione per sostenere il reddito disponibile e il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti nel 2023 nonché per sostenere le famiglie con figli e saranno destinate, nel 2024, a interventi di riduzione della pressione fiscale", si legge ancora nella relazione. "All'attuazione di questi interventi, sono destinati gli spazi finanziari per i quali si chiede l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento, comprensivi della spesa per interessi passivi conseguente il maggior disavanzo autorizzato, che ammontano a 3,4 miliardi di euro nel 2023 e 4,5 miliardi di euro nel 2024".
Il Def torna in Parlamento
L'Aula della Camera esaminerà nuovamente il Def questa mattina a partire dalle 9. L'Aula del Senato è invece convocata alle 14, si inizierà con le dichiarazioni di voto in diretta televisiva, poi si passerà al voto del Def e dello scostamento. Lo ha comunicato in Aula al Senato il presidente del Senato Ignazio La Russa comunicando le decisioni della Capigruppo. "Non essendo stata raggiunta la maggioranza assoluta al Def alla Camera - ha spiegato - il governo ha ritenuto opportuno riconvocarsi per riformulare la relazione sullo scostamento. Benché si sia regolarmente votato anche il Senato dovrà rivotare sulla nuova relazione e quindi su una nuova risoluzione". Prima potrebbero essere convocate le commissioni.
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Le opposizioni vanno all’attacco
Subito dopo il no della Camera allo scostamento di bilancio, le opposizioni sono partite all’attacco. "La maggioranza ha fallito. Gli italiani non si meritano questo spettacolo indecoroso di questa maggioranza”, ha detto nell'Aula della Camera Chiara Braga, capogruppo del Pd. Francesco Silvestri del M5s rincara la dose: “Siete degli incapaci: dite ai percettori di reddito di cittadinanza di andare a lavorare. Ma veniteci voi a lavorare. Il presidente Meloni vada subito al Quirinale a farsi guidare. State creando una instabilità finanziaria che non possiamo permetterci". La segretaria del Pd Elly Schlein ha detto: "Delle due l'una: o siamo di fronte a un episodio di imperdonabile sciatteria o alla prova conclamata delle divisioni della maggioranza. In entrambi i casi si dimostra la totale inadeguatezza di questo Governo e di questa maggioranza, che dovranno risponderne davanti al Paese. Siamo al dilettantismo, il problema è che lo pagano l'Italia e la sua credibilità”.
Pd: “La maggioranza lo riscriva, è carta straccia”
"Il Def deve tornare al Consiglio dei ministri e quello appena approvato al Senato è carta straccia”: a chiederlo è il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, dopo la bocciatura della relazione sullo scostamento di bilancio a Montecitorio, aggiungendo: "Gli consigliamo di riscrivere il Def e di farlo tenendo conto delle nostre battaglie su sanità pubblica e scuola pubblica, che avevano tagliato pesantemente". "Questo doppio film che va in onda nei due rami del Parlamento da il senso della schizofrenia e della debolezza della maggioranza", prosegue Boccia chiedendo che "a nessuno venga in mente di piegare le regole del gioco".
M5s: “Meloni salga al Colle”
"Quanto successo alla Camera, dove il governo non ha raggiunto i numeri per approvare la risoluzione sullo scostamento di bilancio, è qualcosa di mai visto. Si tratta di un episodio clamoroso, che mostra plasticamente tutta l'impreparazione di questo esecutivo. Nonostante una larghissima maggioranza, non sono riusciti nemmeno ad approvare il principale provvedimento economico del nostro Paese. La verità è che il governo è incapace, non è in grado di guidare l'Italia. La Presidente del Consiglio Meloni deve immediatamente salire al Colle e farsi consigliare da Mattarella per uscire da una situazione che, francamente, ci lascia senza parole e ci mette in imbarazzo per loro. Dicevano di essere pronti, ma erano solo pronti a partire per il ponte”, ha scritto in una nota Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento 5 Stelle.
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Lupi: “Problema di inesperienza e non politico”
“È inesperienza, non c'è dietro alcun segnale politico”, ha invece commentato Maurizio Lupi (NM) sulla mancanza della maggioranza assoluta sullo scostamento di bilancio. "Con il taglio del numero dei parlamentari il numero dei parlamentari in missione perché impegnati al governo incide maggiormente, specie quando ci sono voti con maggioranze qualificate. Per fortuna il problema si risolve ma occorre convocare un nuovo Consiglio di ministri, che approvi una nuova relazione con un nuovo scostamento diverso anche solo di un euro. Il problema che questo scostamento serviva a tagliare il cuneo fiscale sin da maggio".
Nella votazione erano 25 gli assenti nella maggioranza
Sono stati 25 i deputati di maggioranza che non hanno partecipato nell'Aula della Camera alla votazione sulla risoluzione sullo scostamento di bilancio che non è stata approvata. Scorrendo i tabulati della votazione si evince che il gruppo con più assenti è stato quello della Lega (11), seguito da Fi (9) e cinque di Fdi. La conferenza dei capigruppo della Camera è immediatamente convocata. È stata dunque accolta la richiesta avanzata da parte di tutti i gruppi per un momento di riflessione dopo la bocciatura della risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio propedeutica alla votazione delle risoluzioni sul Def.