Manifestazione famiglie arcobaleno a Milano, Schlein: "Pronta una legge per il Parlamento"

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In piazza della Scala la protesta contro lo stop alla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali. La segretaria dem: "La società più sicura è quella più inclusiva, che non discrimina, che non lascia indietro nessuno e nessuna". Il sindaco Sala: "Il problema è evidente e importante e va portato in Parlamento". "Non è accettabile che i figli di Meloni, Salvini e Piantedosi siano di serie A e questi di serie B", ha dichiarato il deputato del Partito democratico Alessandro Zan

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Migliaia di penne alzate al cielo in piazza della Scala. È questo il flashmob che ha concluso la manifestazione promossa a Milano per protestare contro lo stop imposto al comune alla registrazione dei figli delle coppie di genitori dello stesso sesso. I manifestanti hanno alzato le penne a sfera al cielo a simboleggiare le firme che i sindaci non possono più fare. "La famiglia è quella che ci costruiamo noi con i nostri affetti, i nostri amori e le nostre amicizie - hanno scandito gli organizzatori dal palco - non permetteremo al governo di decidere chi è figlio di questo Paese". Tanti palloncini rosa, bandiere colorate e le note di "Bella, ciao" hanno accompagnato la protesta. Tutti i presenti hanno indossato una maglietta rosa con la scritta “È l'amore che crea una famiglia”, poi cartelli come “Spiegate voi a mio figlio che non sono sua madre”. La protesta è stata organizzata da Famiglie Arcobaleno, I Sentinelli Milano e Cig Arcigay e ha visto la partecipazione della vicepresidente del M5s Chiara Appendino, di Riccardo Magi di +Europa e poi ancora di Sinistra Italiana, dell’Associazione Luca Coscioni e dei Radicali Italiani. Alla manifestazione presente anche la segretaria del Pd Elly Schlein, invocata dal palco e a cui tutta la piazza ha intonato un "Elly, Elly, Elly". 

Schlein: "Pronta legge per il Parlamento"

"Ci stiamo già muovendo e c'è qui anche Alessandro Zan per portare avanti anche in Parlamento le aspettative che sono emerse dalla piazza. Cioè di poter vedere riconosciuto per legge il diritto delle coppie omogenitoriali", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein al termine della manifestazione. "Con una legge preparata e scritta insieme alle associazioni, alle famiglie arcobaleno e alla rete Lenford - ha aggiunto - Saremo al loro fianco come in piazza anche in Parlamento". "La legge è stata già presentata , spingeremo perché sia presto calendarizzata e lavoreremo anche con le altre forze di opposizione - ha poi precisato la segretaria del Pd - perchè questa è una battaglia di civiltà che riguarda il futuro dell'Italia e dell'Europa".

Schlein: "La società più sicura è quella più inclusiva”

"Dobbiamo convincere questo governo che le discriminazioni non hanno portato mai a un avanzamento della società - ha detto ancora Schlein - perché la società più sicura è quella più inclusiva, che non discrimina, che non lascia indietro nessuno e nessuna. È quella società che si rende conto che contro questi bambini e bambine crudelmente si sono scagliati coloro che oggi governano il Paese, ma sono bimbi come tutti e vanno già nelle nostre scuole, stanno crescendo nelle nostre comunità".  "Non c'è alcuna ragione di negare il loro riconoscimento, il loro diritto all'esistenza in questa comunità. Andremo avanti - ha concluso - anche in Parlamento con questa legge e lo faremo in tutti luoghi dove sarà necessario come oggi mettere il nostro corpo".

Sala: "Il problema va portato in Parlamento"

Secondo gli organizzatori sono 10mila le persone che sono scese in piazza, dove a sorpresa è arrivato anche il sindaco Giuseppe Sala, che in un primo momento aveva detto che non avrebbe partecipato. "Io sono sempre con voi, come lo sono stato sempre. Abbiamo un grande problema e c'è un vuoto normativo che va colmato - ha detto Sala dal palco - Questo governo come abbiamo già capito tutti sta facendo di tutto per prendersi tutto e per umiliare chi non la pensa come loro. Sta cercando di portare anche le città a destra con la riforma della legge elettorale dei comuni". "Voi dovete fidarvi dei sindaci. Il problema è evidente e importante e va portato in Parlamento. Dobbiamo stare insieme perché questo vuoto normativo si deve colmare - ha aggiunto Sala - Ma che utero in affitto, mettiamo davanti le storie delle famiglie. Questo fa un sindaco, guarda negli occhi le famiglie non sta seduto solo a raccogliere i voti. Io prometto solo quello che posso fare ma quello che prometto lo farò. Sono con voi". Se il Parlamento riprendesse il dialogo sui temi del riconoscimento delle coppie omosessuali dello stesso sesso, Sala, sarebbe pronto a riprendere le firme dei certificati di riconoscimento. "Penso di sì - ha risposto - sono disposto a riprendere le firme se in Parlamento si fa qualcosa". Fino ad allora le registrazioni resteranno interrotte perché "se io registro e la procura impugna la registrazione dopo un mese io cosa dico alle famiglie?", ha aggiunto, ribadendo che vuole si "avvii almeno la discussione in Parlamento". "Il centrosinistra non ha la maggioranza in Parlamento ma può farsi sentire. Cerchiamo di portare tanti sindaci a occuparsi della cosa" ha osservato. La sua richiesta è di "non girarsi dall'altra parte ma trovare una soluzione".

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Pascale: "Per i diritti civili non c'è alternativa a Schlein"

In piazza della Scala c'era anche Francesca Pascale, secondo cui "oggi tutte le persone che sono vicine, che pensano ai diritti civili non possono fare altro che votare Elly Schlein perché una alternativa non c'è". "Di Elly Schlein penso tutto il bene possibile", ha aggiunto, spiegando che le piace "come donna, combattente, mi piace la sua storia". "Più che votare il segretario del Pd - ha aggiunto - io mi concentrerei su scegliere la persona giusta, che dice le cose giuste, al momento storico giusto, e in questo caso c'è solo Elly Schlein. Non riconoscersi nei valori di centrosinistra e votare a destra nelle mie condizioni è come se un capretto votasse per la Pasqua: non c'è alternativa e a questo la Meloni dovrebbe fare caso come donna, come madre e come cristiana, ma soprattutto come persona civile".

Politici in piazza

All’arrivo in piazza della Scala Magi di +Europa ha dichiarato: “Serve uno Stato che non discrimina le famiglie e soprattutto che si attenga alla legge. Noi siamo convinti che gli ufficiali dell'anagrafe abbiano il dovere di trascrivere i certificati di nascita con i due genitori intenzionali e che sia sbagliato quello che sta dicendo il governo italiano attraverso i prefetti e che i sindaci debbano continuare a farlo”. Presente anche Vladimir Luxuria, madrina della manifestazione: “Nessuno vuole l'utero in affitto, nessuno vuole sfruttare il corpo delle donne. Dobbiamo invece garantire il diritto a tutti di poter essere genitori. Non è che con questi provvedimenti non esisteranno più le famiglie arcobaleno: continueranno a esistere ma avranno la vita più complicata soprattutto i bambini e le bambine”. Per il MoVimento 5 Stelle presente la vicepresidente Chiara Appendino, ex sindaca di Torino. "Noi siamo a fianco di queste famiglie perché quello che sta facendo questo governo è inaccettabile, è pura ideologia. Voglio ribadire alla ministra Roccella che mente o non sa di cosa parla che non c'entra nulla l'utero in affitto. Stiamo garantendo dei diritti a dei bambini, loro li stanno sottraendo", ha dichiarato la pentastellata. "Questo governo sta cercando di distruggere i diritti di tante famiglie, di 150 mila bambini. Ci sono famiglie in carne ed ossa che solo la destra non vede. Non è accettabile che i figli di Meloni, Salvini e Piantedosi siano di serie A e questi di serie B: tutti i bambini dovrebbero avere gli stessi diritti", ha sottolineato il deputato del Partito democratico Alessandro Zan.

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La ragione della protesta

Lo stop del ministero è arrivato lo scorso 13 marzo quando le Prefetture comunali, su circolare del ministero dell’Interno, hanno inviato una lettera ai sindaci evidenziando che, se si fosse andati avanti con la registrazione diretta alla nascita, sarebbe intervenuta la Procura per annullarle. Perché il ministero ha optato per una simile stretta? Tutto nasce dalla sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del dicembre scorso su un caso di figli nati da due padri: i giudici avevano decretato come “i bimbi nati all'estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che prevede un percorso giudiziale che si conclude davanti ad un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe, che è un atto amministrativo”. Sul tema e anche sulla protesta di piazza della Scala si era espressa anche la ministra delle Pari Opportunità Eugenia Roccella, che in un’intervista a “La Stampa” aveva dichiarato: “Le manifestazioni vanno benissimo, ma vorremmo vedere qualcuno manifestare anche contro il mercato transnazionale dell'utero in affitto e dei bambini. Non si creano affatto bambini di serie A e di serie B, è una cosa che non esiste. C'è invece un tema che riguarda il principio di sussidiarietà: su alcune materie, fra le quali la filiazione, ogni Paese ha piena libertà di decidere e noi vogliamo mantenere questa autonomia”, ha dichiarato la ministra che sul tema del riconoscimento dei bambini da parte di coppie omogenitoriali è piuttosto netta. “È giusto evitare forme di riconoscimento automatico per il partner che non ha legame biologico con il minore”.

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