Per il Guardasigilli, "la classificazione della natura segreta, riservata, per legge appartiene all'autorità che forma il documento. Spetta al ministero definire la qualifica degli atti. E su questi abbiamo già risposto"
Le dimissioni di Delmastro? "È un' aspirazione velleitaria e metafisica che l'informazione di garanzia possa costiurie un progetto di dimissioni". A dirlo è stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il question time. "Diversamente, devolveremmo all'autorità giudiziaria il destino politico degli appartenenti all'assemblea". Prima di parlare delle dimissioni di Delmastro, Nordio ha affrontato la questione degli atti il cui contenuto è stato riferito dal sottosegretario al vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli, che ne ha poi parlato in parlamento.
"Mera prassi amministrativa interna"
Si trattava di un documento del Dap in cui erano riportati i colloqui nel carcere di Sassari tra l'anarchico Alfredo Cospito e alcuni boss che lo incoraggiavano a proseguire la battaglia contro il 41 bis. Il ministro ha ribadito che l'apposizione della dicitura "limitata divulgazione", "rappresenta una formulazione che di per sé è inidonea a connotare il documento che è stato trasmesso come atto classificato. Quindi è una mera prassi amministrativa interna".
"Non possono decidere pm su segretezza"
Per il Guardasigilli, "la classificazione della natura segreta, riservata, per legge appartiene all'autorità che forma il documento. Spetta al ministero definire la qualifica degli atti. E su questi abbiamo già risposto". Così Nordio ha ribadito che gli atti divulgati dal sottosegretario Delmastro non sono segreti. Ma ha anche aggiunto, riferendosi all'indagine aperta dalla procura di Roma: "Se la qualifica della segretezza dell'atto non dovesse più dipendere dall'autorità che forma l'atto, cioè dal ministero ma devoluta all'interpretazione della magistratura, potrebbe crearsi una problematica".
"Serve profonda revisione dell'ordinamento giudiziario"
Rispondendo a un'interrogazione sull'esercizio della delega della riforma approvata a giugno dell'anno scorso, il ministro ha poi dichiarato: "Questo governo e, anche e soprattutto, questo ministro, anche per chi ha letto i miei interventi anche in momenti precedenti, è profondamente convinto che, soprattutto dopo gli scandali emersi a suo tempo nel cosiddetto affare Palamara, vi sia la necessità di una profonda revisione dell'ordinamento giudiziario. Quindi è ferma volontà del governo di esercitare la delega contenuta in questa legge con gli opportuni correttivi che riterremo di adottare".