Guerra Ucraina, Tajani: "Armi a Kiev dall'Italia finché sarà necessario"

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“Invieremo armi in grado di attaccare la Russia, non siamo certo contro il popolo russo, ma sosteniamo appieno Kiev e la sua resistenza", ha riferito il vicepremier in un’intervista a "Repubblica". Sulle armi già varato il sesto decreto, "una nuova misura non è in preparazione", ha poi aggiunto

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"Noi vogliamo la pace in Ucraina ma ad un anno dall’inizio di questa disastrosa guerra che ha provocato migliaia di morti sappiamo che la si può raggiungere solo continuando ad armare l’esercito di Kiev”. Queste le parole del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che in un’intervista a Repubblica sottolinea: “L’Italia sta dalla parte del popolo ucraino e farà di tutto perché la soluzione finale non sia una resa sotto l’oppressore russo”.  Il governo, spiega ancora Tajani, “è saldamente ancorato all'Ue, agli Usa, all'Occidente”.  

 

Tajani: “L’Italia non ha alcun ripensamento”

 

"L’Italia non ha alcun ripensamento, lavora per la pace e per l’indipendenza dell’Ucraina, al fianco della Nato e dell’Europa” riferisce ancora il ministro degli Esteri nell’intervista. "Questo non vuol dire che invieremo armi in grado di attaccare la Russia, non siamo certo contro il popolo russo, ma sosteniamo appieno Kiev e la sua resistenza". Tajani ricorda quindi che “il Parlamento ha autorizzato l’invio e abbiamo già varato il sesto decreto nelle scorse settimane”. Poi continua: “Io e il ministro Crosetto lo abbiamo illustrato in modo approfondito al Copasir. Ora stiamo lavorando con i francesi per inviare al più presto un sistema di difesa aerea”. Infine fa sapere che un nuovo decreto non è in preparazione,” ma in ogni caso Forza Italia lo voterebbe" aggiunge. 

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“Contano i fatti” questa la risposta di Tajani alla richiesta di un commento sulle parole di Berlusconi su Zelensky.  “Il leader di Forza Italia vuole la pace. Ma la linea dettata ai gruppi, in Italia e in Europa, non si è mai discostata da quella del Ppe, a Bruxelles, e del Parlamento italiano, a Roma" spiega il vicepremier. “L'Italia non è un anello debole delle coalizione occidentale” afferma il ministro. Cercare una soluzione "per fermare le armi non vuol dire essere deboli. Si tratta solo di favorire il percorso di pace nel modo più appropriato. Quello cioè che garantisca l'indipendenza dell'Ucraina e al contempo la fine delle ostilità".

 

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