Migranti e aiuti di Stato in Ue, Meloni a Berlino e Stoccolma il 3 febbraio

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I due bilaterali si tengono a pochi giorni dal Consiglio straordinario europeo del 9 e 10 febbraio, in cui si giocano due partite fondamentali per il governo: quella sui migranti e quella su un nuovo fondo Ue sull'allentamento degli aiuti di Stato

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La mattina a Stoccolma e il pomeriggio a Berlino. Sono i due appuntamenti nell’agenda del presidente del Consiglio Giorgia Meloni per venerdì prossimo 3 febbraio, a una manciata di giorni dal Consiglio straordinario europeo del 9 e 10 febbraio, in cui si giocano due partite fondamentali per il governo: quella sui migranti e quella su un nuovo fondo Ue sull'allentamento degli aiuti di Stato. Il summit potrebbe essere preceduto anche da un blitz del presidente del Consiglio a Parigi. Meloni vola dunque in Svezia - Paese alla guida del semestre europeo - e in Germania per facilitare i rapporti in vista di un summit dal quale non vuole e non può uscire con l'immagine ammaccata. 

La distanza con la Svezia sul dossier migranti

Sul dossier migranti la strada è in salita già nella prima tappa della sua missione. Perché, mentre Roma chiede con forza una soluzione europea in tempi stretti, la Svezia è da annoverare tra i paesi che non vogliono cambiare le norme attuali. Per la premier italiana invece ci vuole un cambio di passo da subito, partendo "della difesa dei confini esterni" e migliorando "l'azione in tema di rimpatri": e su questo è pronta a far valere le sue ragioni con il premier Ulf Kristersson. Con lui, naturalmente, Meloni affronterà anche il tema delle possibili modifiche alle norme sugli aiuti di Stato, alla luce dei potenziali effetti discriminatori verso le imprese europee provocati dai sussidi americani previsti dall’imponente Inflation Reduction Act varato dall’amministrazione Biden. Un tema sui cui Stoccolma, che in generale non vede di buon occhio strumenti comuni di debito, dovrà mediare, avendo la presidenza.

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Il nodo aiuti di Stato e debito comune nel bilaterale con Scholz

Modifiche alle norme per gli aiuti di Stato e migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale saranno il piatto forte anche del bilaterale con Scholz, fissato alle 15 in Cancelleria. L’idea di emettere nuovo debito comune, caldeggiata da Roma, è osteggiata dal cancelliere tedesco e dai Paesi cosiddetti "frugali", dunque Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Austria, Irlanda, Estonia e Slovacchia. Berlino ha, invece, tutto l'interesse a chiedere un allentamento delle norme sugli aiuti di Stato ma il rischio è di un'Europa a due velocità più di quanto non lo sia già ora, con i Paesi con i bilanci più forti che possono permettersi di sostenere le proprie economie in modo assai più efficace di quelle con i conti pubblici meno sani. E con una divaricazione ancor più profonda tra gli Stati più forti, che possono spendere miliardi di euro per sostenere le loro imprese, e quelli più deboli che hanno il cerino in mano del debito pubblico pronto ad esplodere.

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