
Manovra, scontro su norma per cacciare cinghiali. Lollobrigida: "Necessaria"
Ai cacciatori serviranno una regolare licenza e un corso di formazione per poter eliminare cinghiali o altre specie in nome della sicurezza stradale, della tutela della pubblica incolumità, del patrimonio storico artistico e dei terreni agricoli, anche nelle aree urbane. Respinta in Aula alla Camera la richiesta delle opposizioni di stralciare i commi del maxiemendamento relativi alla norma che consente la caccia in città

Anche la caccia è stata uno dei temi su cui si è molto discusso in Manovra. E su cui è avvenuto uno scontro tra maggioranza e opposizione. Ecco cosa è successo e su quali punti si è inasprito il confronto
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Con regolare licenza e un corso di formazione, i cacciatori potranno partecipare ai "piani di controllo della fauna selvatica", sotto il coordinamento "dei corpi di polizia regionale o provinciale". In pratica, potranno eliminare cinghiali o altre specie, in particolare ungulati, in nome della sicurezza stradale, della tutela della pubblica incolumità, del patrimonio storico artistico e dei terreni agricoli, anche nelle aree urbane. Il tutto nell'alveo di piani autorizzati dalle Regioni, sentito l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
I cinghiali cacciati in città potranno essere mangiati: l'emendamento nella ManovraLa norma, proposta da FdI, è restata in Manovra al termine di un tormentato esame, con le opposizioni che, dopo averla contestata in commissione Bilancio, anche in Aula alla Camera hanno tentato invano di farla dichiarare inammissibile "perché nulla c'entra con una legge di bilancio"

È stata dunque respinta in Aula alla Camera la richiesta delle opposizioni di stralciare dalla manovra i commi del maxiemendamento relativi alla norma che consente la caccia in città. M5s, Pd e Avs sono intervenuti sostenendo che la misura sia stata introdotta da un emendamento inammissibile perché non pertinente con la materia della legge di Bilancio. Il presidente di turno della Camera, Fabio Rampelli, ha replicato che "non ci sono i presupposti per la convocazione della Giunta per il Regolamento" e quindi la norma va considerata ammissibile

Denunciando il rischio di "safari urbano", i Verdi di Avs sono quelli che più hanno cercato di bloccare la norma, ma anche Pd e M5s hanno avanzato la richiesta, respinta dalla presidenza di Montecitorio nella seduta a singhiozzo del pomeriggio. I dem con un ordine del giorno hanno anche chiesto che il piano sia limitato ai cinghiali

"Non si tratta di un favore a lobby o gruppi di interesse, della caccia o delle armi, ma di un atto necessario per ristabilire l'equilibrio del rapporto uomo-animale", rivendicano da FdI, difendendo la misura in cui si legge che possono essere coinvolti anche guardie venatorie, agenti dei corpi di polizia locale, con l'eventuale supporto, in termini tecnici e di coordinamento, del personale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'Arma dei carabinieri
Quello sui cinghiali è un "provvedimento necessario" a tutela dell'ambiente della salute e dell'economia. "Lo hanno chiesto tutti", dal mondo agricolo a presidenti di Regione, assessori. "La caccia in questa vicenda non c'entra niente, e non porta al far west nelle città, si tratta di una selezione che viene effettuata come ultima soluzione se tutte le altre soluzioni individuate non fossero sufficienti ad arginare i problemi”, commenta su Facebook il ministro del Masaf, Francesco Lollobrigida

Ci sono, invece, "aspetti positivi e criticità", secondo Federparchi: è positivo preoccuparsi dei "troppi incidenti stradali causati soprattutto dai cinghiali", ma oltre ai cacciatori andrebbero coinvolti specialisti per "intervenire su altre specie aliene come scoiattolo grigio, procione o parrocchetto"
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