
Il decreto è stato al centro di molte critiche e ora l'esecutivo di Giorgia Meloni potrebbe pensare a dei cambiamenti, anche se il premier rivendica le scelte: "Ne vado fiera". I punti a cui si guarda sono fondamentalmente due: il primo è l’eccessiva genericità della norma, mentre il secondo è la possibilità di usare le intercettazioni per le indagini. E mentre Forza Italia annuncia la presentazione di emendamenti, la maggioranza ragiona sui cambiamenti. Domani incontro Piantedosi-sindacati

Ad appena 48 ore dall’approvazione in Consiglio dei Ministri, il governo Meloni comincia già a pensare a come cambiare il discusso decreto anti-rave. I punti a cui si guarda sono fondamentalmente due: il primo è l’eccessiva genericità della norma, mentre il secondo è la possibilità di usare le intercettazioni per le indagini. E mentre Forza Italia annuncia la presentazione di emendamenti, la maggioranza ragiona su come cambiare in Parlamento la norma
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Meloni nelle ultime ore ha comunque rivendicato la norma: “Ne vado fiera perché l'Italia – dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all'illegalità – non sarà più maglia nera in tema di sicurezza”, ha detto il premier, premettendo di voler rassicurare tutti i cittadini "qualora ce ne fosse bisogno" perché "non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso"
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Come scrive Open, il secondo punto più criticato della norma si può risolvere. La possibilità di intercettare chi organizza raduni potenzialmente illegali è uno dei problemi segnalati dal viceministro Francesco Paolo Sisto (Fi). "L’unico sistema è portare la pena a un livello che inibisca l’uso delle intercettazioni”, ha proposto Sisto. E quindi uno “sconto” a 4 anni per il massimo della pena dovrebbe risolvere il problema
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Più difficile è la tipizzazione del reato. Un'ipotesi fa leva sulla droga. Visto che l’intenzione è quella di colpire situazione in cui si fa largo uso di sostanze stupefacenti, una definizione maggiore del reato potrebbe andare in questa direzione. La Stampa fa però sapere che il Viminale ha risposto informalmente alle obiezioni segnalando che le pene sono alte perché soltanto così può scattare la confisca obbligatoria delle attrezzature e l’arresto in flagrante degli organizzatori. Una modifica delle pene dovrebbe quindi salvaguardare le due possibilità

"Dobbiamo avere la maturità di alzare la mano in Consiglio dei ministri e in Parlamento laddove ci sono provvedimenti che vanno in contrasto con i principi su cui si fonda Forza Italia”, ha detto il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, in un'intervista a La Stampa, facendo riferimento proprio ai "provvedimenti sui rave e sui medici no vax"

Il decreto anti-rave si può cambiare: "Se la Chiesa ha cambiato il Padre nostro, figuriamoci se non si può modificare in Parlamento il decreto del ministro Piantedosi". "Il decreto" - osserva ancora Mulè - "nasce da un'attività illegale, sulla quale lo Stato doveva dare una risposta immediata. C'era la necessità e l'urgenza. In Parlamento si ragionerà sulla pena prevista, che per noi non deve essere superiore ai cinque anni"

Intanto questo pomeriggio inizia al Senato proprio l'iter parlamentare del decreto varato dal governo e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, che contiene anche il rinvio della riforma del processo penale, l'ergastolo ostativo e la fine anticipata dell'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. Secondo fonti parlamentari di opposizione, consultate da Askanews, ci sarebbero “correzioni già pronte da parte del Governo”. Però, a quanto si apprende, saranno eventualmente oggetto di esame in Commissione

Intanto domani ci sarà un incontro tra il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e i leader dei sindacati. Al centro della riunione, proprio il decreto rave, secondo quanto riferito da fonti sindacali. La riunione, a quanto si è appreso, è fissata per le ore 16,30 al Viminale

"Togliere di mezzo questo obbrobrio giuridico è solo un fatto di buon senso e del resto, come dimostrato a Modena, è già possibile intervenire. Presenteremo al dl Aiuti ter un subemendamento che abroga la norma sui rave party così da eliminarla il prima possibile, chiedendo la sottoscrizione a tutti i gruppi parlamentari", ha poi annunciato Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera "Dubbi, ripensamenti, propositi di riscrittura anche profonda del testo nell'esame parlamentare della norma anti rave attraversano la maggioranza", ha aggiunto
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