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Chi è Anna Maria Bernini, la nuova ministra dell'Università e della ricerca

Politica
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Vicecoordinatrice nazionale di Forza Italia dal 15 febbraio 2021, è anche capogruppo uscente del partito azzurro al Senato. Laureata in Giurisprudenza all'università di Bologna ha da sempre militato nel centrodestra. Nelle ultime elezioni del 25 settembre è stata rieletta senatrice all'uninominale con il 54,65% dei consensi

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Anna Maria Bernini, 57 anni, di Bologna, capogruppo uscente di Forza Italia al Senato oltre che vicecoordinatrice nazionale del partito azzurro dal 15 febbraio 2021, è la nuova ministra dell'Università e della ricerca. (LO SPECIALE DI SKY TG24 SUL GOVERNO).

Chi è Anna Maria Bernini

Nata a Bologna il 17 agosto 1965, ha respirato politica da sempre: suo padre era infatti Giorgio Bernini (1928-2020), giurista all'Onu, deputato e ministro del Commercio con l'estero nel primo governo Berlusconi. Nel 1991 si è laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna e negli anni successivi ha proseguito la carriera accademica presso la stessa università bolognese diventando professoressa associata di Diritto pubblico comparato e specializzandosi, come suo padre, in arbitrato interno e arbitrato internazionale. Ha lavorato presso lo studio legale di famiglia e ha esercitato la professione forense nel ramo civilistico e in quello del diritto amministrativo.

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Vita politica

Nella sua carriera politica, Anna Maria Bernini ha sempre militato nel centrodestra: alle elezioni politiche del 2008 è stata eletta deputata per il Popolo della libertà in quota Alleanza Nazionale. Poi è stata candidata alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 2010 ma è stata sconfitta (prendendo il 36,73%) dal presidente uscente di centro sinistra, Vasco Errani. In seguito, sempre con il Pdl, ha ricoperto una carica di governo nel quarto governo Berlusconi ma solo per pochi mesi: è stata ministra per le Politiche europee solo dal 27 luglio al 16 novembre 2011, data in cui Berlusconi diede le dimissioni. Nel 2013 Bernini è stata eletta senatrice con il Popolo della libertà, poi ha aderito a Forza Italia con cui si è candidata ed è stata eletta di nuovo al Senato nel 2018: nella scorsa legislatura è stata capogruppo dei senatori azzurri.

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L'appoggio ai diritti civili

Nel 2019 è stata inserita da Berlusconi tra i membri di un nuovo Coordinamento del partito e il 15 febbraio 2021, in seguito alla nascita del governo Draghi, rimasta fuori dalla rosa dei neo ministri forzisti, è stata promossa da Berlusconi al ruolo di vicecoordinatrice nazionale di Forza Italia, affiancando Antonio Tajani. E' stata rieletta senatrice all'uninominale alle ultime elezioni politiche, il 25 settembre

scorso, con il 54,65% dei consensi. L'esponente di Forza Italia si è schierata, negli anni scorsi, a favore dei diritti civili: nel 2016 sul ddl Cirinnà per la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze. E anche sulla proposta di legge con la 'stepchild adoption' ha votato a favore del testo, in dissenso dal proprio gruppo parlamentare. Negli ultimi due anni in più occasioni Bernini si è detta pronta a sostenere un disegno di legge con misure di contrasto ai

fenomeni di omofobia. 

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