Massimo D'Alema: "Non ho votato M5S, ma serve alleanza con Conte"

Politica

Lex presidente del Consiglio attacca: “È una campagna vergognosa quella che si fa su ciò che uno avrebbe votato. È una inaccettabile violazione di uno dei principi fondanti della democrazia: la segretezza del voto". E sul futuro del Pd: "Serve il ritorno del campo largo"

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"È una campagna vergognosa quella che si fa su ció che uno avrebbe votato. È una inaccettabile violazione di uno dei principi fondanti della democrazia: la segretezza del voto. In ogni caso la notizia per cui avrei votato Movimento 5 Stelle è falsa". Lo puntualizza l'ex premier Massimo D'Alema, commentando alcune affermazioni pubblicate sui social circa il suo presunto voto a favore dei Cinque stelle dopo la sua intervista al Fatto Quotidiano, in cui ha commentato l'esito delle elezioni e il dibattito sul futuro del Pd (VERSO IL NUOVO GOVERNO, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)

D'Alema al Fatto quotidiano: "Serve ricomporre il campo largo"

Parlando dei rapporti tra il Pd e il M5s, D'Alema aveva detto al quotidiano diretto da Marco Travaglio: "Vorrei ricordare che i 5S già all'inizio della legislatura avevano scelto il Pd come partner naturale, ma ci fu il diniego dell'allora leader del Pd (Renzi, ndr). Conte ha rifondato e ricollocato i 5S e il Pd ha bisogno di lui perché non intercetta più il voto popolare". Secondo l'ex presidente del Consiglio "ora bisogna ricomporre il campo largo e fare un lavoro profondo per riguadagnare la passione di chi non vota più. Sapendo che c'è una coalizione democratica e di centrosinistra potenzialmente maggioranza". 

Five Star Movement (M5S) leader, Giuseppe Conte delivers a speech during a press conference following the Italian general election, in Rome, Italy, 25 September 2022. ANSA/GIUSEPPE LAMI

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"Mi domando che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana"

D'Alema ha spiegato al Fatto: "Il Pd non può pensare di riassumere in sé la sinistra ed è diventato scarsamente attrattivo. Tuttavia c'è bisogno del Pd. Penso che dovrebbe fare un bilancio serio e onesto degli ultimi anni e fare anche quelle correzioni statutarie che consentano di ricostituire un partito nel senso proprio del termine. Un partito vero".  E sugli attuali dirigenti dem ha sottolienato: "Hanno pensato che la fine di Draghi provocasse un'ondata popolare nel Paese, travolgesse Conte e portasse il Pd, la forza più leale a Draghi, a essere il primo partito", aggiungendo criticamente: "Io non so che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana. Mi domando persino dove prendano il caffè la mattina, perché il risultato ha detto esattamente l'opposto". 

Pier Luigi Bersani al congresso di Articolo Uno a Roma, 24 aprile 2022.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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"La destra governa con i voti di un elettore su tre"

Sul risultato della coalizione di centrodestra, ha spiegato "Ha preso 12 milioni di voti, gli stessi del 2018, con una forte concentrazione in FdI. È un risultato sconvolgente, perché la maggioranza parlamentare poggia su un consenso espresso dal 28% dell'elettorato. In termini assoluti neanche uno su tre". D'Alema ha aggiungo che "oggi la destra avrà il controllo delle istituzioni con 12 milioni di voti: sono elezioni che mostrano una profonda crisi del sistema democratico".

Italian politic, Gianfranco Fini, during the 11th Conference of Ambassadors of Italy entitled "Diplomacy for Italy", at the Rome on July 27, 2015 (Photo by Silvia Lore/NurPhoto) (Photo by NurPhoto/NurPhoto via Getty Images)

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