Il leader del Terzo Polo confida in un buon risultato e assicura: "Superemo anche la Lega". E sulle parole di Draghi, che ha escluso di tornare a Palazzo Chigi, dice: "Non poteva dire altro ma se la destra non vince e Mattarella glielo chiede resterà"
Un furgone nero, i consiglieri di Azione al Campidoglio e un calendario zeppo di appuntamenti. A qualche giorno dal voto, Carlo Calenda ha scelto di attraversare in lungo e in largo il suo fortino elettorale, la Capitale dove, soltanto un anno fa, aveva sfiorato il 20% alle comunali (ELEZIONI: IL LIVEBLOG). E da qui lancia la carica ai suoi, passando da banchetto a banchetto: "Vorrei prendere un voto che sia robustamente sopra le due cifre. Dodici, tredici, quattordici per cento. Vediamo". Quando, in tv, gli chiedono se vede come un insuccesso un risultato del Terzo Polo sotto la doppia cifra, risponde secco: "Per me sì. Penso che dobbiamo arrivarci e come è successo a Roma ci arriveremo".
Calenda: "Se non vincerà la destra Draghi resterà"
Calenda continua a escludere ogni possibilità di un governo con Fratelli d'Italia e torna sul recente "no" di Draghi a un suo possibile ritorno a Palazzo Chigi: "Draghi non poteva dire altro. Che diceva sì? Sarebbe finita la campagna elettorale. La realtà è che se noi avremo un risultato superiore alle due cifre e non vincerà la destra, e se Mattarella chiederà a Draghi di rimanere, Draghi rimarrà”.
Calenda: "Supereremo anche la Lega"
Non mancano poi le stoccate all'ex alleato Letta che, a Berlino avrebbe “fatto un errore, non si va all'estero a prendere la benedizione di un altro partito". Da Calenda anche la sfida diretta al Carroccio: "L’involuzione della Lega – ha scritto ieri su Twitter - dà il senso della difficoltà di Salvini. Senza Zaia e Fedriga sarebbe al 5%. Ho girato il Veneto più di qualsiasi altra regione e nessuno gli crede più. Vedrete che supereremo anche la Lega".