Elezioni politiche, l'Italia in Europa: partner o debitore grato?

Politica

Massimo Leoni

La nuova puntata de "La Guida" di Massimo Leoni. Che ci aiuta, in questi giorni, a orientarci nel cammino verso le prossime elezioni

ascolta articolo

La postura in Europa. I rapporti con gli altri governi dell’Unione. Gli endorsement incrociati tra partiti nei diversi stati membri. Nelle ultime ore sono i temi di discussione più accesi in campagna elettorale. Davvero la politica internazionale è diventata il fulcro su cui costruire o distruggere consenso in un paese da sempre accusato di provincialismo? Forse no. A ben vedere i comportamenti e le dichiarazioni d’intenti verso l’Europa sono politica interna, più o meno allargata. E anche chi fa fatica a condividere sovranità con Bruxelles e magari ha in programma un legame diverso con l’Europa e le sue istituzioni, deve tenere conto di questo, inevitabilmente. E tutti cercano amici e alleanze in Europa, come se fosse Italia. Letta va in Germania e ottiene l’endorsement di un capo di governo e di un capo partito. A favore suo e contro Meloni. Meloni sceglie per amico il conservatore autoritario Orban, che l’Europa giudica non democratico. E poi è lei – dopo aver rimproverato Letta - a “endorsare” Vox, estrema destra spagnola. Berlusconi, fa professione di fede moderata richiamando la sua adesione, da sempre, ai popolari europei. Calenda e Renzi eleggono Macron a principale ispiratore. Insomma, tutta Europa è paese. Per questo anche la postura verso l’Unione e le sue istituzioni è politica interna. Proporre l’Italia all’Europa come partner fondatore o come debitore grato del credito e puntuale nell’onorare le condizioni non solo economiche del prestito, ecco questa scelta è fondamentale. E difficile, perché l’Italia è – e talvolta si sente - tutte e due le cose, partner fondatore e debitore grato. Scegliere l’uno o l’altro atteggiamento è dirimente, e infatti distingue e molto le offerte politiche. Meloni e Salvini vogliono un’Italia che affermi, e potendo imponga, i suoi interessi a Bruxelles, sottintendendo che finora è stato fatto poco e male. Che sia un vantaggio per l’Italia, è scommessa dall’esito incerto. Non disturbare mai quelle istituzioni che ci hanno messo a disposizione la più ampia parte dei fondi del Pnrr, può non essere un buon affare. Ma anche stare da sovranisti in una comunità sovranazionale non pare facile (VERSO IL VOTO, LO SPECIALE DI SKY TG24 - GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE - IL TROVAPARTITO - IL SEGGIOMETRO).

Politica: I più letti