Il leader di Azione ha partecipato all'incontro "Faccia a faccia" organizzato dalla Cna: "O ci teniano Draghi o ci andiamo a schiantare". Intervistato da Fanpage.it, ha poi parlato del rapporto con il leader di Iv, suo alleato nella corsa elettorale: "Abbiamo avuto fratture gigantesche, ma siamo rimasti gli unici due ad avere un'idea sull'agenda Draghi e sulle cose da fare che era completamente coincidente"
Prosegue la campagna elettorale del Terzo Polo. Il leader di Azione, Carlo Calenda, oggi ha partecipato all'incontro "Faccia a faccia" organizzato dalla Cna. "Ci sono due tsunami: uno è quello dell'energia e l'altro è quello del debito. Possiamo decidere di votare come sempre o di votare per chi ha un programma concreto tenendoci l'unica persona che può proteggere il Paese e riappacificarlo" altrimenti "andiamo a scontrarci con un muro entro 6 mesi", ha detto. "So riconoscere", ha aggiunto, "chi è più bravo di me, e so che se non governerà Mario Draghi ci andiamo a schiantare". Nel pomeriggio, intervistato da Fanpage.it, Calenda ha poi assicurato che - nonostante le divergenze - tra lui e Matteo Renzi c'è una convergenza totale di vedute sull'agenda politica (LO SPECIALE DI SKY TG24: VERSO IL VOTO - TUTTI I VIDEO - CASA ITALIA: LE INTERVISTE AI LEADER POLITICI - NUMERI-LA SFIDA AL VOTO - TROVA IL TUO PARTITO: IL QUIZ DI SKY TG24 - TROVA IL TUO COLLEGIO - LE NEWS LIVE).
I costi per l'energia
"Quello che bisogna fare oggi", ha poi sottolineato Calenda, "è il disaccoppiamento tra gas, con cui si produce il 40% di energia elettrica, e rinnovabili non contrattualizzate. Ieri la Meloni ha detto che bastano 3 miliardi per la manovra: si è sbagliata. Quelli sono gli indennizzi che servono per sganciare le rinnovabili dal gas. Servono 15 miliardi per appiattire i costi dell'energia per le imprese. Se non si mettono questi 15 miliardi non ci sarà impresa dopo il 25 settembre, ma si governerà sopra le macerie. Se il governo non li ha, dovrebbe fare almeno 3 miliardi di scostamento".
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Calenda: Berlusconi e Salvini lasceranno Meloni
Nel tardo pomeriggio, Calenda, in un'intervista con il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, ha detto: "Io credo che Berlusconi, e anche Salvini, due nanosecondi dopo mollerebbero la Meloni se non ci fosse una condizione di vittoria nettissima del centrodestra. Credo che loro proprio non vogliano andare avanti con lei, e di fatto lo capisco. Il programma è completamente contraddittorio, e per di più loro in Europa siedono come alleati del Pd". Calenda aggiunge: "Credo che la coalizione di destra, in poche parole, sia una coalizione totalmente elettorale, un cartello elettorale, non una coalizione di governo". Il leader di Azione diffida dai sondaggi secondo cui si profila una netta vittoria del centrodestra. "Io non credo affatto che sarà così. Credo anzi che vedremo, come è successo anche a Roma, una crescita molto forte del Terzo polo. Alla fine, oggi ci sono persone che decideranno cosa votare l'ultima settimana. E si sta imponendo un'alternativa fra un modo di fare politica molto coerente, pacato, che non fa promesse eccessive, e un modo di rottura, che è quello della destra. Alla fine si polarizzerà così e credo che faremo più del 10%, una soglia che consenta un governo alternativo senza Fratelli d'Italia".
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"Con Renzi divergenze, ma abbiamo agenda completamente coincidente"
Sempre a Fanpage.it Calenda ha parlato anche del suo alleato Matteo Renzi, con cui ha detto di aver avuto “fratture gigantesche” anche in questa legislatura. A unirli, nonostante le divergenze, è però il fatto di essere “rimasti gli unici due ad avere un'idea sull'agenda Draghi e sulle cose da fare che era completamente coincidente. E lui ha fatto un passo di lato, anzi indietro, in maniera netta, oggi c'è il mio nome nel simbolo, sono il leader della coalizione. Gli va riconosciuto come un gesto anche di generosità". L’alleanza fra Azione e Italia viva, ha aggiunto Calenda, è nata con "l'idea di costruire un polo. Dobbiamo far nascere un'area che non è la semplice fusione di Azione e Italia Viva. Devono entrare altre forze, del mondo liberale, popolare e riformista”. L’alleanza, nella visione di Calenda, servirà quindi a dare casa politica a chi si sente vicino al centro. “I popolari oggi non ci sono più. Forza Italia ha preso una deriva che è totalmente populista e dall'altro i riformisti nel Pd si trovano sempre meno a casa. Letta li ha portati su una linea, o Almirante o Berlinguer".