Introduzione
Stop alle multe per coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione per il Covid. Ad annunciarlo, con un comunicato, è stato Palazzo Chigi che, con il decreto legge Milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri, ha deciso di abrogare “in modo da non dover procedere con una ulteriore proroga, le norme relative a sanzioni pecuniarie in materia di obbligo vaccinale per la prevenzione dell'infezione da virus Sars-Cov-2”. In aggiunta, il governo ha stabilito anche l'“annullamento delle sanzioni pecuniarie già irrogate e non riscosse e relativo discarico”. La norma, che riguarda tutti coloro che non hanno ancora pagato la sanzione o la cartella, non prevede però rimborsi per chi ha già effettuato il pagamento
Quello che devi sapere
Stop multe ai no vax
Con il decreto Milleproroghe, il tradizionale appuntamento di fine anno per spostare i termini di norme e versamenti, il governo ha deciso di annullare le multe ai no vax. Ciò significa che le sanzioni a carico di coloro che non hanno adempiuto agli obblighi vaccinali sul Covid non ancora conclusi sono "definitivamente interrotte", mentre quelle già irrogate "sono annullate". Le versioni precedenti del testo, che è attualmente in valutazione al Mef, parlavano invece di un nuovo rinvio di un anno delle multe. Non sarebbero previsti invece meccanismi di rimborso di coloro che le hanno pagate
Il decreto Milleproroghe
Oltre all'annullamento delle sanzioni per chi non si è vaccinato, il decreto Milleproroghe, che spazia dalla Pubblica amministrazione alla salute e dal turismo alla giustizia, introduce anche altre novità e rinvii. Prima di tutto, saranno assicurati alle imprese tre mesi aggiuntivi per sottoscrivere la polizza assicurativa sugli eventi catastrofali. È previsto anche un prolungamento di 4 mesi, cioè fino al 30 aprile 2025, dello scudo eraliale, varato durante la pandemia, per gli amministratori locali, che vengono quindi sollevati da responsabilità contabili in caso di colpa grave. Si tratta di una misura introdotta in via eccezionale nel periodo pandemico e più volte prorogata per porre un rimedio alla paura della firma.
Per approfondire:
Gli altri rinvii del decreto Milleproroghe
Il decreto Milleproroghe risolve anche il vuoto creato dalla sentenza della Corte Costituzionale sul Comitato per i Lep guidato da Sabino Cassese. Eccetto il lavoro svolto dal comitato, dal 5 dicembre e fino alla fine del 2025, l'attività istruttoria passa al Dipartimento per gli affari regionali guidato da Roberto Calderoli
Tra le altre proroghe c'è sicuramente lo slittamento di tre mesi, dal 31 dicembre al 31 marzo 2025, dell'obbligo di assicurazione anti-catastrofi per le imprese
Per le aziende arriva anche la possibilità di sfruttare, per un altro anno, fino al 31 dicembre 2025, la norma che consente di stipulare contratti a termine più lunghi di 12 mesi
Gli altri rinvii del decreto Milleproroghe /2
- Sarà attivo per un altro anno, con le stesse modalità operative, il Fondo di garanzia per le Pmi
- Sul fronte fiscale, viene posticipata al 2026 l'applicazione del nuovo regime di esenzione Iva per le operazioni realizzate dagli enti associativi
In materia di sport arriva lo slittamento di un anno, dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025, della costituzione di un organo consultivo negli atti costitutivi delle società sportive professionistiche
Le proroghe per la Sanità
Il decreto definisce anche una serie di proroghe in materia di sanità. Viene esteso fino a fine 2025 lo scudo penale per i medici, cioè la limitazione della responsabilità penale ai soli casi di dolo e colpa grave in situazioni di grave carenza di personale sanitario
Il settore turistico
Nuove misure anche per il settore turistico. Oltre alla proroga al 31 marzo 2025 del termine per i contributi nei Comuni della dorsale appenninica colpiti dalla scarsità di neve tra novembre, il decreto Milleproroghe fa slittare di un anno i contributi a fondo perduto e credito d'imposta per le imprese del settore, insieme alle procedure autorizzative semplificate per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili in strutture turistiche o termali, fuori dei centri storici e non soggette a tutela