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Elezioni, Idee per l’Italia: Nicola Fratoianni risponde alle domande di Sky TG24. VIDEO

Politica

Il segretario di Sinistra italiana è stato ospite di Casa Italia, in onda dal lunedì al venerdì dalle 20.30. Nella parte finale del programma, i leader raccontano le loro proposte e ricette riguardo a sei temi: inflazione e caro energia, fisco, lavoro, giovani e istruzione, un argomento a piacere (Fratoianni ha scelto la guerra in Ucraina). Tra sei mesi vedremo se chi ha vinto le elezioni avrà mantenuto le promesse

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Il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, è stato ospite di Casa Italia, l'appuntamento di Sky TG24 dedicato alle elezioni del 25 settembre - in onda dal lunedì al venerdì dalle 20.30 - e condotto da Fabio Vitale. Alla fine del programma, i leader spiegano quali sono le loro proposte e idee in merito a sei temi: inflazione e caro energia, fisco, lavoro, giovani e istruzione, cambiamento climatico, un argomento a piacere. Un minuto per ogni tema. Tra sei mesi, vedremo se chi ha vinto le elezioni avrà mantenuto le promesse. Ecco le risposte di Nicola Fratoianni (LO SPECIALE DI SKY TG24: VERSO IL VOTO - TUTTE LE NEWS SULLE ELEZIONI IN DIRETTA - TUTTI I VIDEO).

Caro energia

“Sono due le cose da fare immediatamente, la prima è utilizzare i 50 miliardi di extraprofitti che sono lì, che sono un furto a famiglie e imprese e restituirli loro per attutire l’impatto dell’inflazione. È la prima cosa, una misura d’emergenza, ma di questo abbiamo bisogno di fronte a una vera emergenza. L’inflazione va invece affrontata in prospettiva: il nostro è un Paese, l’unico in Europa, in cui negli ultimi 30 anni gli stipendi hanno il segno meno davanti, sono andati indietro. Allora se aumentano il costo della vita, le bollette, gli affitti, i generi di prima necessità, bisogna ricostruire un meccanismo che agganci stipendi e pensioni al costo della vita. Bisogna stabilire che se tutto aumenta non possono rimanere fermi solo stipendi e pensioni”.

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Fisco

“Il fisco va riformato nel segno della progressività. Negli ultimi decenni in Italia è successa una cosa tanto semplice quanto inaccettabile: la progressività è stata compressa andando all’indietro. Avevamo molte fasce Irpef, molti scaglioni che consentivano di fare quello che peraltro prescrive la Costituzione, chiedere poco a chi ha poco, nulla a chi non ha nulla e a chi ha un po’ di più o tanto, un po’ di più o tanto. In questi anni è successo esattamente il contrario. Serve una riforma nella direzione del modello fiscale tedesco, che consenta di valutare il reddito dei cittadini e via via di aumentare in modo progressivo l’aliquota. Serve poi una riforma dell’imposizione patrimoniale che consenta di cancellare l’Imu sulla seconda casa, l’imposta di bollo - che sono delle patrimoniali ma sono inique perché non sono progressive - e di intervenire sulle grandissime ricchezze. Se hai più di 10, 15, 50 milioni di euro forse qualcosina puoi anche dare nell’interesse generale”.

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Lavoro

“Ci sono tre priorità. Bisogna intervenire per cancellare la precarietà, che in Italia è diventata una piaga che si abbatte soprattutto sui più giovani. Vivono un lavoro discontinuo, senza certezze, non possono avere un mutuo, non hanno nessuna sicurezza, non hanno più neanche un futuro. Ci sono oltre 40 tipologie contrattuali. Bisogna cancellare il Jobs Act, una legge sciagurata, e fare come in Spagna: il contratto a tempo indeterminato come forma prevalente per l’ingresso nel mondo del lavoro. Poi un salario minimo legale, noi abbiamo una proposta, 10 euro lordi all’ora, perché sotto questa cifra non è lavoro ma è sfruttamento. Terzo, io penso che sia arrivato il momento di introdurre una norma per rendere uguali le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici sia nella stazione appaltante che in quella appaltatrice perché lì, nel sistema degli appalti, si concentra buona parte dello sfruttamento e del lavoro povero del nostro Paese. Ultimo, un intervento sul cuneo fiscale dalla parte del lavoro per restituire una mensilità in più a chi oggi perde il potere d’acquisto.

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Giovani e istruzione

“Il mondo della scuola va potenziato. La scuola va restituita alla sua funzione, è l’infrastruttura civile e culturale più importante in ogni Paese. Intanto l’accesso all’istruzione dall’asilo all’università dovrebbe essere gratuito, a carico della fiscalità generale, anche qui pagato in modo differente: chi ha molto contribuirà di più, chi non ha nulla non contribuisce in nessun modo ma contribuisce lo stesso perché quando accede all’istruzione diventa innanzitutto un elemento in grado di aumentare non solo la qualità civile e culturale del nostro Paese, ma anche la sua capacità competitiva su scala globale. Ormai la storia delle crisi ci insegna che un Paese è competitivo se investe sulla ricerca, sull’innovazione, sulla capacità di guardare e incrociare il futuro”.

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Cambiamento climatico

“Abbiamo avanzato e proposto un piano che consente al nostro Paese di raggiungere entro il 2030 l’obiettivo realistico di una produzione dell’80% dell’energia elettrica di cui il Paese ha bisogno attraverso fonti rinnovabili. Non è una questione che può essere più rimandata, il fossile è il passato, non per ragioni ideologiche, perché la crisi climatica ce lo ricorda sbattendocelo in faccia ogni giorno. Siamo in un agosto permanente da 3-4 mesi, la siccità è diventata una piaga che anche in questo caso si scarica in modo diseguale su chi lavora la terra, sui cittadini, su chi vive condizioni di maggior difficoltà. Poi stop al consumo di suolo in un Paese che anche su scala europea ha uno dei consumi di suolo più alti in assoluto. Terzo, intervenire sul sistema dei trasporti, riorganizzarlo nel segno del trasporto pubblico collettivo e della riduzione dei suoi costi.

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Ultimo tema a scelta: guerra in Ucraina

“In questo momento serve uno sforzo deciso per la pace, per la soluzione diplomatica della guerra, per la fine dell’escalation delle armi nel rapporto con la drammatica vicenda ucraina, ma anche nel rapporto con le priorità della nostra spesa nazionale. Io credo che ci siano pochi cittadini e cittadine che pensino che oggi, di fronte agli enormi problemi che stiamo attraversando, sia ragionevole immaginare di individuare come priorità quella dell’aumento al 2% del Pil della nostra spesa militare, sono quasi 13 miliardi di euro in più ogni anno. Io credo che un intervento per la pace, per la smilitarizzazione e per utilizzare le risorse che deriverebbero dalla soluzione di questi problemi in tutt’altre direzioni sarebbe giusto, necessario e soprattutto larghissimamente condiviso dai nostri cittadini e dalle nostre cittadine”.

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