Elezioni, liste Pd: c’è il microbiologo Crisanti, Monica Cirinnà rifiuta la candidatura
PoliticaLa Direzione nazionale ha approvato le candidature per il voto del 25 settembre. Letta sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto, ci sono 4 giovani under 35 indicati come capolista. La senatrice madre dell’omonima legge che ha istituito le Unioni civili in Italia: “Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi. Credo che anche altri rinunceranno”. Lotti: "La mia esclusione è politica"
Con tre voti contrari e cinque astenuti, la Direzione nazionale del Pd - dopo tre rinvii e a 12 ore dalla prima convocazione - ha approvato ieri sera le liste per le candidature in vista delle prossime elezioni del 25 settembre. Secondo fonti parlamentari, gli esponenti della corrente di Base riformista (la corrente guidata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e dall’ex ministro Luca Lotti), una ventina circa, non hanno partecipato al voto. Il segretario Enrico Letta sarà candidato come capolista alla Camera in Lombardia e Veneto. Ma non mancano le polemiche, con Monica Cirinnà - madre dell’omonima legge che ha istituito le Unioni civili in Italia - che annuncia il rifiuto della candidatura: "Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente". E l'ex ministro Luca Lotti che attacca: "La mia esclusione è politica" (VERSO IL VOTO: GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE - LA SIMULAZIONE DI VOTO - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO).
Crisanti capolista in Europa, escluso Lotti
Carlo Cottarelli sarà candidato per il Pd come capolista al Senato a Milano, mentre il microbiologo Andrea Crisanti correrà come capolista nella circoscrizione Europa. Ci sono anche il deputato e costituzionalista Stefano Ceccanti, in lizza al collegio proporzionale in Toscana, al quarto posto, e Tommaso Nannicini, che - secondo fonti dem - sarà candidato in un collegio contendibile. Tra le candidature in lizza ci saranno anche 4 giovani under 35 indicati come capolista: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino. Tra i big esclusi c'è anche Luca Lotti: il suo nome non compare nelle liste dei candidati che correranno nei collegi per elezioni del 25 settembre.
Lotti: “No scuse vigliacche, la mia esclusione è politica”
Lotti ha commentato la sua esclusione in un duro post su Facebook: "La scelta è politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche". "Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche - ha scritto - Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è". "Non sarò certo io a fare polemiche - ha proseguito l’ex ministro -Non le ho fatte in questi anni e non comincerò oggi. Ho sempre agito per il bene del mio territorio e del mio partito. Non ho condiviso la scelta di tanti amici nel 2019 di uscire dal Pd e anche grazie a quella decisione (mia e di Lorenzo Guerini che ringrazio per il lavoro da Ministro e per aver guidato con me i riformisti) il Partito democratico è rimasto presente in Parlamento dove, lo dicono i numeri, rischiava invece di sparire”. “Ecco perché fa male in queste ore ascoltare inutili polemiche e fake news sulle motivazioni della mia mancata ricandidatura - ha aggiunto Lotti - Così come leggere assurde ricostruzioni in cui si prova a far credere che a scegliere sia stato il territorio. In Toscana sappiamo tutti come sono andate le cose. Io sono abituato ad affrontare la realtà a testa alta, altrettanto faccia chi ha deciso. Aggiungo solo una riflessione. Dispiace, e non poco, scoprire che i dirigenti del mio partito abbiano abbandonato uno dei cardini della nostra identità: il garantismo". Poi Lotti ha concluso: "È stato un onore per me essere un deputato del Pd, il partito che ho contribuito a fondare e che, in questi ultimi anni, insieme a molti amici ho tenuto unito e compatto. Rifarei tutto! Ai tanti che mi stanno scrivendo e mandando messaggi o che si sono preoccupati per me dico solo questo: anche quando alcune scelte sembrano più dettate dal rancore che dalla coerenza politica, mi troverete sempre dalla stessa parte. Dalla parte del Pd. Il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro".
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Cirinnà: “Non ho votato queste liste”
"La mia avventura parlamentare finisce qui, domani comunicherò la mia non accettazione della candidatura - ha detto Cirinnà uscendo dalla Direzione Pd - Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori. Non ho votato queste liste ma credo che anche altri rinunceranno".
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Letta: “Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni”
"Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti. Ma è impossibile per la riforma del taglio dei parlamentari ma anche per esigenza di rinnovamento", ha detto Letta aprendo la Direzione nazionale del partito. "Potevo imporre persone ‘mie’ ma non l'ho fatto perché il Partito è comunità". "Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni - ha aggiunto - Mi è pesato tantissimo. Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo. Io ho cercato di comporre un equilibrio. Il rispetto dei territori è tra i criteri fondanti delle scelte". Poi ha aggiunto: "Termino questo esercizio con un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire. Un peso politico e umano, ma la politica è questo: assumere la responsabilità". Infine un ringraziamento a "quanti spontaneamente hanno fatto un passo indietro, comprendendo l'esigenza di rinnovamento. Grazie a loro scelte di rinnovamento".