Il 25 settembre si torna a votare (in anticipo sulla scadenza naturale della legislatura) sotto la nuova legge elettorale che implica un sistema misto proporzionale e maggioritario. Ecco cosa succede alla Camera e al Senato
Alle elezioni politiche del 25 settembre, convocate in seguito alla crisi di governo e alla fine dell’esecutivo di Mario Draghi, si vota utilizzando la legge elettorale Rosatellum. Inoltre i posti da assegnare alla Camera sono 400 (e non più 630) e al Senato sono 200 (e non più 315), come conseguenza delle modifiche introdotte dal referendum sul taglio del numero dei parlamentari. La misura, voluta dal Movimento 5 Stelle, richiede alcuni correttivi volti a riorganizzare gli equilibri interni al Parlamento che non sono ancora stati approvati ma dovrebbero esserlo prima del voto (LO SPECIALE: VERSO IL VOTO - IL TROVAPARTITO - IL SEGGIOMETRO - IL TROVACOLLEGIO - TUTTI I VIDEO).
La legge elettorale Rosatellum
L’attuale legge elettorale (legge n.165 del 3 novembre 2017) è nota come legge Rosato o Rosatellum dal nome di Ettore Rosato (ora in Italia Viva), uno dei principali sostenitori del testo e capogruppo del Partito democratico alla Camera quando il testo era stato approvato nel 2018. La legge prevede un sistema elettorale misto, in parte proporzionale e in parte maggioritario. Nello specifico, un terzo dei seggi tra Camera e Senato viene eletto in collegi uninominali (quindi tramite un sistema maggioritario), mentre i restanti due terzi sono divisi tra i partiti rispettando i risultati percentuali ottenuti alle elezioni (quindi tramite un sistema proporzionale).
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Come funziona alla Camera
Alla Camera vengono assegnati 148 collegi uninominali, usando quindi il sistema maggioritario, dove i partiti e le coalizioni presenteranno un solo candidato. A essere eletta è la persona che prende almeno un voto in più degli altri. Per gli altri 244 seggi è usato il metodo proporzionale. Il territorio italiano è suddiviso in collegi plurinominali: qui ogni partito o coalizione presenta una lista di candidati e riceve un numero di seggi in proporzione al numero di voti ricevuti. In questa circostanza gli elettori non possono indicare preferenze sui nomi dei candidati che sono invece eletti seguendo l’ordine dei nomi sulle liste.
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Come funziona al Senato
Anche in Senato si segue la combinazione di metodo proporzionale e maggioritario. Sono 74 i collegi uninominali, sono 122 i collegi del proporzionale mentre i seggi degli eletti all’estero sono 4. Non si può scegliere il voto disgiunto ma indicare una sola preferenza. I partiti ottengono i seggi solo se ottengono almeno il 3% dei voti su base nazionale. Per potere eleggere un rappresentante, le coalizioni devono invece raggiungere la soglia del 10%.