Dl Aiuti, M5S non voterà fiducia. Conte: al Senato “non parteciperemo al voto”

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Alla vigilia del voto a Palazzo Madama, l'annuncio del leader M5S durante l’assemblea congiunta dei parlamentari. La decisione di non votare e di uscire dall'Aula è arrivata dopo la riunione del Consiglio nazionale del Movimento. Confermata la telefonata con Draghi. Fonti Lega: "Se escono dall'Aula, la maggioranza non c'è più". Salvini aveva detto: "Se salta governo si vota". In serata telefonata con Berlusconi. Meloni: “Elezioni subito”

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M5S al Senato uscirà dall'aula e non voterà sulla questione di fiducia posta dal governo sul dl Aiuti. Ad annunciarlo, durante l'assemblea dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, è stato il leader Giuseppe Conte. “Con le medesime lineari, coerenti motivazioni" di quanto fatto alla Camera, il 14 luglio al Senato "non parteciperemo al voto", ha detto. La decisione è arrivata dopo il Consiglio nazionale del Movimento: dopo oltre cinque ore, la riunione era stata interrotta intorno alle 15.30 per lasciar spazio a una telefonata tra lo stesso Conte e il premier Mario Draghi ma è poi era ripresa in serata. In seguito, deputati e senatori pentastellati si sono riuniti in un'assemblea congiunta, aperta proprio dalle parole del leader. La mossa potrebbe aprire una crisi (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). "Se i 5Stelle escono dall'Aula, la maggioranza non c'è più”, ha commentato la Lega. Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, dopo una telefonata, hanno ribadito "piena sintonia". Giorgia Meloni ha chiesto “elezioni subito”.

Conte: “Non siamo disponibili a dare una cambiale in bianco”

In Senato "non possiamo che agire con coerenza e linearità, i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa", ha detto Conte durante il suo intervento. "Oggi ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti gli aspetti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di impegni, occorrono concrete misure", ha sottolineato. "Siamo assolutamente disponibili a dialogare e dare un nostro contributo costruttivo a questo governo e al premier Draghi ma non siamo però disponibili, non per arroganza bens' per sensibilità verso famiglie e imprese, a dare una cambiale in bianco", ha quindi aggiunto. "Il M5S" – ha chiarito – "è l'unica forza politica che si sta interrogando su questa crisi con grande serietà, anche avanzando soluzioni da vari mesi. L'unica forza che sta incalzando il governo sulle emergenze, l'unica forza che non ha paura di calibrare la propria azione politica in funzione della concreta realtà che il Paese sta vivendo".

Sul Rdc: "Non permetteremo mai che venga smantellato"

"Draghi ha annunciato un corposo decreto a fine luglio, questo è uno snodo politico importante, ammette indirettamente quello che il M5S diceva da tempo, che gli aiuti stanziati non sono sufficienti. Sono una soluzione tampone. Da oggi famiglie e imprese potranno sperare in un corposo aiuto a fine mese e questo lo si deve al Movimento 5 stelle", ha detto ancora Conte. Che ha precisato: "Se oggi oltre un milione di famiglie riesce ad affrontare l'indigenza, lo si deve al Reddito di cittadinanza, che qualcuno vuole smantellare e che, come abbiamo chiarito al premier Draghi, non permetteremo mai che venga smantellato". Poi, rivolto agli altri partiti, il leader del Movimento ha aggiunto: “Invito tutte le forze politiche a maneggiare con cura il concetto di responsabilità: chi si straccia le vesti e lancia strali, attribuendo giudizi di responsabilità a destra e a manca deve guardare nel suo cortile e deve interrogarsi se sono stati loro responsabili di questa situazione".

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Il M5S e il voto al Senato

Già in giornata era emerso che, in vista del voto di domani, almeno una decina di senatori 5s erano pronti a uscire dall'Aula, a prescindere dall'indicazione dei vertici. Per quasi tutti gli altri sarebbe stata "una doccia fredda" qualora la linea si fosse rivelata diversa da quella tenuta alla Camera, anche se in molti si erano detti comunque disposti a "turarsi il naso" fidandosi del leader davanti a una "spiegazione motivata" a favore della fiducia.  Intanto, nelle scorse ore Francesco Berti ha lasciato il gruppo parlamentare del M5S alla Camera e ha aderito a IPF. Lunedì Berti aveva votato a favore del decreto Aiuti, mentre il resto del suo gruppo non aveva partecipato alla votazione.

Italian Prime Minister Mario Draghi (C) with the Italian Minister of Labor Andrea Orlando (R) and Italian Minister of Economic Development, Giancarlo Giorgetti, during a press conference after the meeting with the CGIL, CISL, and UIL trade unions at the Multifunctional Hall of the Presidency of the Council, Chigi Palace, in Rome, Italy, 12 July 2022.
ANSA/ANGELO CARCONI

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Le reazioni

"Se i 5Stelle escono dall'Aula, la maggioranza non c'è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani", hanno commentato fonti della Lega. In giornata, Matteo Salvini aveva dichiarato: "Se salta il governo si va a votare. Non saremo noi a cercare pseudo responsabili in Parlamento. Meglio far votare gli italiani che far passare loro nove mesi sulle montagne russe". Dopo l’annuncio di Conte, c’è stata una telefonata tra Salvini e Berlusconi per commentare la situazione politica e ribadire "piena sintonia". "A maggior ragione in questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni", si legge in una nota del Carroccio. Domani i vertici del partito s’incontreranno per fare il punto. "Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull'approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo 'dei migliori' è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!", è stata invece la reazione della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

Berlusconi: "Draghi ultimo premier, ma avanti anche senza M5S"

Intanto, intervistato da La Stampa, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi aveva dichiarato: "Mario Draghi sarà l'ultimo presidente del Consiglio di questa legislatura, ma si può andare avanti anche senza i Cinque Stelle". Per Berlusconi "però non è possibile che un governo vada avanti se ogni giorno una delle maggiori forze politiche che dovrebbero sostenerlo si dissocia fino a non votare provvedimenti essenziali. Per questo ho chiesto un chiarimento che non è più differibile. Se i Cinque Stelle sono ancora nel perimetro della maggioranza si comportino di conseguenza. Se non lo sono più, lo dicano chiaramente". Quanto al rischio elezioni: "Mi auguro non ci siano, ma se accadesse noi siamo pronti".

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