Guerra in Ucraina, Conte: M5S voterà no ad aumento spese militari

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L'ex premier sul tema dichiara che il Movimento è contrario: "In un momento come questo dobbiamo proteggere le famiglie e le imprese dalla crisi". Intanto il Pd sottolinea: un segnale negativo significherebbe a far uscire l'Italia dalla Nato

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Si agli aiuti militari agli ucraini, no all'aumento della spesa militare. Il leader del M5S Giuseppe Conte dichiara in un’intervista alla Stampa che il Movimento non ha intenzione di “assecondare un voto che individua come prioritario l'incremento delle spese militari a carico del nostro bilancio nazionale”. L’urgenza, ribadisce l’ex premier è “proteggere le famiglie e le imprese dalla crisi”.  "In un momento come quello attuale di caro-bollette” sottolinea Conte “dopo due anni di pandemia, e con la recessione che si farà sentire sulla pelle di famiglie e imprese, non si capisce per quale motivo le priorità debbano essere le spese militari". 

Le parole di Conte preoccupano il Pd

 

Dal Nazareno arrivano le prime reazioni alle dichiarazioni di Conte:  “Siamo dentro a un passaggio d'epoca come mai ne avevamo vissuti ed è importante mantenere salda la collocazione dell'Italia dentro il perimetro europeo e in quello della Nato". Un riferimento non casuale, visto che il No all'aumento della spesa militare "rischierebbe di trascinare l'Italia fuori dalla Nato". E’ la Nato, infatti, ad aver indicato quota 2% del Pil come spesa minima per i Paesi che aderiscono all'Alleanza.

Conte: Lavorare per la de-scalation

 

Sul pericolo nucleare Conte ribadisce: "Si tratta di uno scenario talmente catastrofico per l'umanità che la risposta non può essere riposta in maggiori investimenti militari". E aggiunge: "Dobbiamo lavorare tutti per la de-escalation e per uno sbocco pacifico non solo di questo conflitto ma anche delle altre decine diffuse nel pianeta". 

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