Referendum Cannabis, Amato: inammissibile riferimento a droghe pesanti

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"Il quesito sulla cannabis avrebbe violato gli obblighi internazionali", ha spiegato il Presidente della Consulta che poi si è soffermato anche sulla bocciatura degli altri referendum  sull’eutanasia e sulla responsabilità civile dei magistrati. I comitati promotori: “Scritta una brutta pagina della storia della democrazia del nostro paese"

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Dopo che la Consulta ha ammesso ieri 5 degli 8 referendum proposti dicendo no a quelli su eutanasia, cannabis e responsabiità civile dei magistrati è stato lo stesso Presidente Giuliano Amato a spiegare le motivazioni della bocciatura con i comitati promotori che sottolineano: “E' stata scritta una brutta pagina della democrazia nel nostro Paese”.

Il no al referendum sulle sostanze stupefacenti

"Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis - ha chiarito il Presidente della Corte Costituzionale -  Il quesito è articolato in tre sotto quesiti ed il primo prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali che sono un limite indiscutibile dei referendum". 

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Il referendum sull’eutanasia

Quanto al giudizio di inammissibilità al referendum 'eutanasia legale', ha commentato: "Peccato che il referendum non fosse sull' eutanasia ma fosse sull'omicidio del consenziente. Ci ha ferito sentire che chi ha deciso così non sa cosa significa la sofferenza. Ma è la parola eutanasia che ha portato a tutto questo. Il referendum era su omicidio del consenziente".

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I referendum sulla giustizia

Sul fronte giustizia ha poi chiarito: "Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulla responsabilità diretta dei magistrati perchè essendo fondamentalmente sempre stata la regola per i magistrati quella della responsabilità indiretta, l’introduzione della responsabilità diretta rende il referendum più che abrogativo. Qui stiamo parlando della responsabilità dei magistrati per i quali la regola diversamente da altri funzionari pubblici era sempre stata della responsabilità indiretta. Noi abbiamo dichiarato ammissibile il referendum sulle funzioni da riconoscere ai consigli giudiziari nella loro composizione completa".

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