Quirinale, dal Pd no a Casellati e Frattini. Renzi: “Show indecoroso, sembra X-Factor”
PoliticaForte irritazione nel centrosinistra per le mosse di Salvini. Dal Nazareno si sottolinea: “Basta provocazioni. Il nome dovrà essere frutto di un percorso di condivisione”. Oggi alle 8.30 riunione tra alleati per decidere la strategia comune: l'ipotesi è di uscire dall'aula al momento del voto. Il M5s contro l’ipotesi che Draghi lasci Palazzo Chigi. Conte: "Non ho incontrato né sentito alcun potenziale candidato".
Secco no alle ipotesi di Casellati e Frattini e forte irritazione da parte di Enrico Letta per la strada che ha intrapreso il centrodestra nella scelta del prossimo inquilino del Quirinale. "Il nome del presidente della Repubblica dovrà essere frutto di un percorso di condivisione e non di uno schema in cui una parte ha il diritto di avanzare proposte e l'altra di dire sì o no. Tutte le proposte che dovessero emergere da uno schema del genere sarebbero per noi inaccettabili", hanno spiegato fonti del Nazareno mentre ancora era in corso il vertice di centrodestra. La parola d'ordine tra i dem è: "Basta provocazioni". In tarda serata si è svolto un incontro a tre di Enrico Letta, Giuseppe Conte, Roberto Speranza per definire come rispondere alla strategia messa in campo da Salvini. Lo strappo potrebbe provocare la decisione del centrosinistra di protestare, uscendo dall'aula al momento del voto. Alle 8:30 è stata convocata una riunione delle delegazioni di Pd, Iv e M5s, poco prima delle assemblee dei grandi elettori, previste invece alle 9 (GLI AGGIORNAMENTI SULLA GIORNATA NEL CENTRODESTRA).
Letta: voteremo venerdì, non presidente di destra
Ancora nessun nome condiviso, quindi, tra i partiti e le varie forze politiche (QUIRINALE: IL SONDAGGIO - LE CURIOSITÀ)., dopo la fumata nera anche nella quarta votazione, che ha visto il quorum necessario abbassarsi dai due terzi ai 505 voti (LO SPECIALE - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE). Letta, in mattinata aveva assicurato che non ci sarebbe stato "un presidente di destra" e, durante l'assemblea dei grandi elettori Pd, aveva ribadito che “l'accordo per il Colle deve tenere insieme tutta la maggioranza”. Infine aveva ammonito: "Dobbiamo fare di tutto per evitare di perdere Draghi, di qualsiasi ruolo si tratti. Siamo stati abbastanza soli in questo tentativo".
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Il disappunto di Renzi
Sul fronte di Italia Viva, Matteo Renzi ha attaccato pesantemente la strategia salviniana: "L'indecoroso show di chi ha scambiato l'elezione del Presidente della Repubblica con le audizioni di X Factor dimostra una sola cosa: bisogna far scegliere il Presidente direttamente ai cittadini. Stanno ridicolizzando il momento più alto della democrazia parlamentare", ha scritto su Twitter. "Abbiamo una crisi internazionale, il rincaro delle bollette, delle difficoltà economiche, abbiamo da cambiare a scuola la didattica a distanza, e davanti a questo abbiamo lo show di qualche aspirante leader. Dobbiamo dire basta", ha aggiunto in un'intervista a Radio Leopolda. Renzi si è detto amareggiato soprattutto per quanto riguarda la decisione del centrodestra di astenersi alla quarta votazione e ha detto che è da "irresponsabili" non chiudere su questa questione. "È finito il tempo delle bambinate, dobbiamo fare le cose che fanno gli statisti: si continuano a fare dei nomi per poi bruciarli, siccome sono tutte persone per bene, di qualità, trovo sia indecoroso continuare il balletto dei nomi".
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L'endorsement di Calenda per Belloni e Cartabia
In giornata si è fatto sentire anche il leader di Azione, Carlo Calenda. "Abbiamo due donne capaci e di indiscussa qualità come la ministra Cartabia e l'ambasciatrice Belloni", ha detto in un'intervista. "La prima è stata presidente della Coete Costituzionale, ora è ministro della Giustizia e la seconda ha una spessore e un profilo internazionale elevatissimi spiccato. Entrambe rappresenterebbero al meglio l'Italia. Tra l'altro passiamo mesi, anni, decenni a dire 'eleggiamo una donna'; ora ne abbiamo due che sono perfette, trasversali e hanno il profilo giusto, non possiamo fare uno sforzo una volta e votare loro?"
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Le prospettive di Draghi
Poche le certezze sui nomi, se non che aumenta il consenso nei confronti di Sergio Mattarella (oggi ha raccolto 166 preferenze) e il centrosinistra alza il muro sulla candidatura della presidente del Senato Elisabetta Casellati, esponente di centrodestra. "Assurda e incomprensibile", dice Enrico Letta che invita Salvini a fermarsi per evitare che "salti la maggioranza". Gli fa eco Luigi Di Maio : "Se si va al muro contro muro tra centrodestra e centrosinistra, si rischia di spaccare seriamente la maggioranza. Cerchiamo un nome condiviso”. Molto difficile l'ipotesi di convergere su Draghi. Al fronte di chi non vuole che il premier traslochi al Colle, si è aggiunto anche Beppe Grillo. Il fondatore M5s nel corso di una telefonata con Giuseppe Conte avrebbe concordato sul fatto che il presidente del Consiglio resti a Palazzo Chigi.
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I possibili nomi
Un candidato che riscuote piuttosto successo è l'ex Presidente della Camera Pierferdinando Casini. Su di lui spingono l'area centrista, Matteo Renzi, ma anche diversi esponenti Pd, a partire da Dario Franceschini, e un pezzo di Forza Italia. Per Enrico Letta e i Dem sarebbe una soluzione tutto sommato indolore. I candidati graditi a Giuseppe Conte sarebbero invece l'avvocato Paola Severino e il capo del Dis Elisabetta Belloni, ma il presidente del M5S specifica: "Non ho incontrato né sentito alcun potenziale candidato". Sia PD che M5S non vedono invece di buon occhio il fatto che Salvini stia lavorando alla candidatura di Frano Frattini. I dem considerano la mossa una provocazione. Ancora più dura Laura Castelli, viceministro M5S al Mef. "Usare il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, una carica istituzionale così autorevole, per spaccare la maggioranza di governo è un segno evidente che non c'è la volontà di trovare una soluzione per il Quirinale", ha detto.