Quirinale, Berlusconi resta a Milano. Meloni: "Se rinuncia, pronti a proporre altri nomi”

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Sulla corsa al Colle il centrodestra è in stallo. Il leader di Forza Italia non andrà a Roma il 20 gennaio, giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il vertice della coalizione. La leader di FdI: “Pronti a formulare le sue proposte per concorrere a costruire una convergenza più ampia”. Il centrosinistra resta ancora prudente sul nome di Draghi. Conte: "Nessun veto dal M5S"

Silvio Berlusconi non andrà a Roma il 20 gennaio, giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il vertice della coalizione. È quanto si apprende da fonti di Forza Italia. Il centrodestra, sulla partita per il Quirinale, è quindi in stallo. Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, conferma l’appoggio all’ex presidente del Consiglio ma aggiunge che, se dovesse tirarsi indietro, FdI sarebbe pronto a sostenere una candidatura “per costruire una convergenza più ampia” (LO SPECIALE).

La mancata convocazione del centrodestra

Gli alleati di Forza Italia non hanno ricevuto nessuna convocazione e la riunione, hanno spiegato, potrebbe slittare al fine settimana anche se c'è chi nel centrodestra azzarda anche l'ipotesi che alla fine il vertice non si tenga affatto. L'ex premier, hanno spiegato, ha deciso di restare ad Arcore dove anche oggi è stato impegnato in una serie di telefonate ai parlamentari per testare la loro disponibilità di fronte a una sua candidatura ufficiale al Quirinale. Sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni hanno lasciato capire di avere già in mente un nome alternativo da lanciare per la corsa al Quirinale.

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“Personalità autorevoli nel campo culturale”

“FdI è pronta a formulare le sue proposte - sono le parole della Meloni riportate dal Corriere della Sera - per concorrere a costruire una convergenza più ampia su personalità autorevoli nel campo culturale del centrodestra che hanno tutte le caratteristiche per ricoprire l’incarico”. Il centrodestra e i cittadini che rappresenta, per la leader di FdI, hanno “pieno diritto di cittadinanza e dignità per proporre personalità, anche non necessariamente provenienti dal mondo della politica, capaci di ricoprire ruoli istituzionali apicali”.

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Il centrosinistra ancora prudente sul Colle

Il centrosinistra, ancora diviso, resta prudente e cerca di togliere i non pochi ostacoli che ci sono nell'eventuale cammino di Mario Draghi da palazzo Chigi al Colle. Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza si sono riuniti oggi per parlare del tema, ma restano abbottonati. "Non c'è alcuna intesa sui nomi perchè ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni", ha spiegato il segretario del Pd confermando la volontà di voler condividere la scelta di un candidato autorevole di larga maggioranza. L'unica opzione che permetterebbe al governo di sopravvivere.

Il ruolo di Draghi tra Colle e palazzo Chigi

Riguardo a Draghi, Conte ha spiegato che dal M5S non c'è "nessun veto". "Non poniamo assolutamente dei veti. Guardiamo soltanto all'interesse del Paese e facciamo valutazioni nell'interesse del Paese e dei cittadini italiani. In questo momento va garantita una continuità dell'azione di governo", ha detto ai microfoni del Tg3. In precedenza, altre fonti qualificate hanno comunque ribadito che per il Quirinale il Movimento continua a spingere per trovare un nome alternativo a quello di Draghi, in modo da poter far rimanere il premier a Palazzo Chigi. Intanto, Conte ha parlato a lungo anche con Luigi Di Maio che molti continuano a identificare come suo competitor per la leadership del Movimento. Il nome dell'attuale presidente del Consiglio è sempre collocato molto in alto nel borsino del Quirinale.

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