L’emergenza sanitaria non sarà un fattore insignificante nell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Molti dei grandi elettori infatti potrebbero essere impossibilitati ad accedere all'aula perché contagiato o malato. E questo ridurrebbe il numero degli aventi diritto al voto e di conseguenza spostare gli equilibri politici
Voglia di stabilità, ma anche incognita Covid. Sono questi gli elementi che in questa fase stanno alimentando i tavoli ai quali i partiti si affacciano senza mostrarsi troppo.
Ipotesi Mario Draghi
Si rafforza il fronte di chi vorrebbe Mario Draghi fino al 2023 a Palazzo Chigi per gestire un'emergenza che sembra lontana dal finire e questo lo escluderebbe automaticamente dalla corsa al Quirinale. Anche perché l'ipotesi del premier al Quirinale dovrebbe risolversi con un voto unanime alla prima votazione, e Fratelli d'Italia ha già detto che lo voterebbe solo in cambio di elezioni anticipate. Ma appunto, la stabilità. La invocano un po' tutti e in un quadro emergenziale come quello attuale in cui i contagi crescono esponenzialmente, difficile immaginare il proseguo del governo senza Draghi.
Gli industriali chiedono stabilità
Stabilità invocata anche dal Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che auspica in un momento così complicato, senso di responsabilità e la maggior condivisione possibile nella scelta del successore di Mattarella.
Quanto peserà l'incognita Covid?
Il Covid, appunto (QUI LO SPECIALE). Un fattore non secondario che si insinua nella corsa al Colle.
Perché dei grandi elettori, quanti potranno recarsi effettivamente in aula per votare? Quanti saranno positivi e quanti per ragioni di sicurezza sanitaria saranno costretti a rimanere a casa?
Non è un dettaglio visto i numeri dei contagi e il picco previsto proprio nei giorni dell'elezione del Capo dello Stato.
Questo, va da sé, diminuirebbe il numero degli aventi diritto spostando gli equilibri politici.
Torna l'idea di un Mattarella-bis
Si potrebbe optare sull'ipotesi, sebbene sarebbe una forzatura, di un Mattarella bis, che però necessiterebbe di un'unanimità che potrebbe essere interrotta da un probabile no di Fratelli d'Italia.
Centrodestra determinante?
Insomma, da qui a gennaio deve passare ancora molta acqua sotto i ponti, ma i numeri in Parlamento fanno capire che, quando basterà la maggioranza semplice, ad avere il pallino sarà il centrodestra. Per quel periodo bisognerà vedere se la candidatura di Silvio Berlusconi sarà ancora in piedi. In caso contrario, il centrodestra potrebbe proporre diversi nomi, Elisabetta Casellati, Marcello Pera, Franco Frattini. Ma c’è chi assicura che Berlusconi ci creda veramente.
M5S cerca compattezza
Al lavoro anche Giuseppe Conte che riunendo i suoi parlamentari fa sapere che il M5s è disposto a votare una personalità di alto profilo anche se proposta dal centro destra. Ad eccezione di Silvio Berlusconi. E cresce la preferenza per una candidatura femminile.