Il Guardasigilli: "Deve tornare a essere un luogo in cui i cittadini possono riporre serenamente la loro fiducia. E deve funzionare: deve essere innanzitutto efficiente, deve rispondere adeguatamente, nel rispetto di tutte le garanzie, ai bisogni di giustizia della collettività"
“Il filo conduttore” che lega la riforma penale, la riforma della giustizia civile e la futura riforma del Csm “è iniziare a pensare alla giustizia come a un servizio per i cittadini, e questo servizio deve funzionare, deve essere innanzitutto efficiente, deve rispondere adeguatamente, nel rispetto di tutte le garanzie, ai bisogni di giustizia dei cittadini”. Sono le parole del ministro della Giustizia Marta Cartabia nel corso di un’intervista a Sky TG24. “Vogliamo – ha proseguito - che la giustizia torni ad essere un luogo in cui i cittadini possono riporre serenamente la loro fiducia, possono aspettarsi una risposta da giudici competenti quali sono, imparziali e indipendenti, che possano lenire la grave ferita che la domanda di giustizia sempre attende di avere. Ho avuto modo, sia con dei viaggi sia in altre forme di interlocuzione, di vedere quanta aspettativa, quanta attesa c’è nei nostri confronti, c’è anche una fiducia rinnovata, che credo dovremmo davvero onorare”.
I benefici della giustizia riparativa
“La giustizia riparativa è già un’esperienza nota anche in Italia e di queste esperienze abbiamo già conosciuto i molteplici benefici. Innanzitutto per le vittime, che, nell’incontro accettato liberamente con i loro offensori, vengono liberate da questo incubo che le perseguita. È un beneficio anche per chi ha commesso il crimine, perché di fronte alla vittima spesse volte si assumono tutte le responsabilità dell’accaduto. È un beneficio enorme anche per tutta la società, perché dobbiamo iniziare a pensare che il reato non è solo la violazione di una regola, ma la rottura di un rapporto sociale. La giustizia riparativa mira a provare a ricucire, riparare ed emendare quei rapporti che sono stati rotti”.