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Manovra, Draghi incontra partiti. I sindacati la bocciano: "Ministro Franco indisponibile"

Politica
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Ieri il colloquio con il M5S. Patuanelli: "Basta modifiche al Reddito di cittadinanza, premier è con noi". Deluse le sigle sindacali, che chiedono più soldi per lavoratori e pensionati: "Faremo di tutto per far cambiare idea al governo". In programma incontri con gli altri partiti di maggioranza. La Lega punta alla riduzione delle bollette con le risorse del Reddito di cittadinanza, Forza Italia ad alleggerire la pressione fiscale, il Pd chiede meno tasse per bar e ristoranti

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Continua il percorso della Manovra verso l’approvazione finale. Non senza intoppi: i sindacati bocciano l'intesa tra partiti e governo sulle tasse, in commissione Bilancio del Senato arrivano 6.290 emendamenti al testo varato dall'esecutivo. Reddito di cittadinanza, bonus edilizi, pensioni restano i punti più discussi, mentre il premier Mario Draghi cerca di blindare la Legge di Bilancio con i partiti della sua maggioranza. Ieri, lunedì 29 novembre, è toccato alla delegazione del MoVimento Cinque Stelle. L’incontro è stato “sereno e proficuo”, ha detto il capodelegazione e ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, ma restano alcuni paletti che i pentastellati non intendono togliere. Meno bene è andato il colloquio tra governo e sindacati, su cui il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha espresso “giudizio negativo”. Ma Draghi avanza: al via da oggi gli incontri coi gruppi di Lega, Forza Italia e Pd.

L’incontro con i Cinque Stelle: Reddito di cittadinanza e Superbonus 110%

Il colloquio tra il capodelegazione 5S Patuanelli, il premier Draghi, il ministro dell’Economia Franco e quello per i rapporti con il Parlamento D’Incà è durato circa un’ora. Per il MoVimento le direttive sono cancellare il tetto Isee sulle villette monofamiliare previsto per usufruire del Superbonus 110% e, soprattutto, bloccare ulteriori modifiche all’impianto del Reddito di cittadinanza. Patuanelli assicura: “Il premier è con noi, il Reddito non si tocca più”.

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È andato diversamente il colloquio con Cgil, Cisl e Uil. Senza mezzi termini, Landini parla di una riunione “andata male” e ora le sigle sindacali valuteranno “tutto ciò che è necessario per far cambiare idea a governo e maggioranza”, a partire dalle tasse. Il segretario della Cgil ha detto che “di fatto, ci è stato presentato l’accordo di maggioranza come il perimetro entro cui muoverci. Non va bene, va allargato”. I sindacati chiedono che gli otto miliardi previsti per il taglio delle tasse vadano “tutti ai lavoratori dipendenti e ai pensionati”. Il malumore di Landini è condiviso da Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, seccato perché “non sono previsti altri incontri” e perché il ministro Franco si sarebbe limitato a presentare l’accordo uscito dalla cabina di regia “senza un pezzo di carta”. Pochi o nulli i margini di trattativa, sembrerebbe: Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, ha parlato di Franco come di un ministro “indisponibile”.

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Salvini: “Chiederò riduzione bollette”

In vista dell’incontro che dovrebbe tenersi oggi, martedì 30 novembre, il leader della Lega Matteo Salvini ha già fatto sapere che a Draghi chiederà misure più incisive per i cittadini, “a partire dal taglio delle bollette”. Le risorse con cui farlo sarebbero “il miliardo e più in bilancio per il Reddito di cittadinanza”. Per la riduzione del costo dell’energia Salvini punta al “nucleare di quarta generazione, utile e pulito. Non partecipare alla sperimentazione sarebbe un suicidio, l'Italia ha bisogno di autosufficienza energetica, altrimenti dipenderemo dagli umori dei cinesi o dal gas algerino o russo”. In settimana, il leader della Lega ha annunciato che proporrà un “incontro comune del centrodestra”, per essere compatti “su battaglie come quella della riduzione del carico fiscale o le nuove assunzioni delle forze dell'ordine. Dobbiamo avere una posizione comune prima del voto sulla Manovra". 

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A Draghi "la delegazione di Forza Italia chiederà di aumentare la cifra di 8 miliardi destinati alla riduzione della pressione fiscale ad almeno 10 miliardi, destinando a questo scopo le risorse che saranno risparmiate grazie alle norme più stringenti sul reddito di cittadinanza”. Lo si legge in una nota di partito, rilasciata al termine di una riunione convocata da Antonio Tajani con ministri, capigruppo e dirigenti. Tra le altre proposte, “un ulteriore rinvio selettivo delle cartelle esattoriali e degli altri adempimenti fiscali al 2022".

Pd: meno tasse per bar e ristoranti, più soldi ai Centri anti-violenza

Guardando gli 800 emendamenti presentati in commissione Bilancio al Senato dal Pd, il partito di Enrico Letta punta invece sull’esenzione del canone unico per bar e ristoranti, sull’aumento delle risorse per i Centri contro la violenza sulle donne, sulla semplificazione del Superbonus 110% e sulla riduzione di bollette e costi energetici. 

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