Il ministro per la Transizione Ecologica, ospite a Progress: “I ritmi di lavoro sono forti e siamo abbastanza in agenda, ora stanno cominciando ad uscire i bandi del progetto PNRR”. Sull’aumento del costo dell’energia e il suo impatto sulle bollette: “Stiamo elaborando una serie di interventi strutturali, qualcosa che deve rimanere, anche a livello fiscale”. Parlando poi di semplificazione: “Non è la burocrazia da abbattere, perché è a tutela del cittadino, ma l’eccesso di burocrazia”
A 7 mesi dall’inizio del governo Draghi, i primi obiettivi sono stati raggiunti, “i ritmi di lavoro sono forti e siamo abbastanza in agenda, ora stanno cominciando ad uscire i bandi del progetto PNRR”. A dirlo, ospite a Progress su Sky TG24, il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che parla anche del problema del costo dell’energia e del tema dell’eccessiva burocrazia.
“Piano sulla transizione ecologica è in assoluto il più ambizioso”
Parlando delle azioni del governo, Cingolani spiega: “La cosa principale era scrivere il PNRR e farlo approvare e far arrivare i soldi, ed è stato fatto, il secondo punto era produrre il decreto Semplificazioni, senza il quale i progetti sarebbero troppo lunghi da sviluppare, il terzo era produrre la norma che ha generato il nuovo ministero della Transizione Ecologica e cambiarne la struttura, poi ci sono state azioni internazionali: il lavoro sul G20 che è stato molto intenso, stiamo preparando la COP26”. “Per il pilastro del PNRR della transizione ecologica - aggiunge - è partito da subito il primo pacchetto di progetti sui porti verdi, che mira a ridurre in maniera molto forte l’impatto ambientale dei porti nelle grandi città. Sta uscendo quello sulle isole verdi, per rendere autonome energeticamente le piccole isole”. E ancora: “Poi usciranno i bandi sulla forestazione e stiamo per pubblicare la nostra road map di aste per il rinnovabile. Il nostro piano è in assoluto il più ambizioso, installare 70 miliardi di watt di impianti fotovoltaici ed eolici nei prossimi anni. È una sfida senza precedenti e ora pubblicheremo le aste, così chi vorrà proporre saprà esattamente quali sono i momenti in cui farlo e programmare. Nei prossimi mesi ci sarà una cadenza molto costante”.
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“Dovremmo investire nella transizione energetica dei Paesi più poveri”
Parlando poi di transizione energetica, Cingolani osserva che per i Paesi poveri “è qualcosa di diverso, qui entrano in ballo gli aiuti internazionali. Come comunità internazionale dovremmo dare 100 miliardi all’anno a quel mondo, 100 miliardi all’anno per 150 Paesi, non stiamo parlando di chissà quale grande cosa”. “Nel G7 ci sono 800 milioni di abitanti e produce il 25% delle emissioni - spiega il ministro - Andando al G20 si aggiungono 4 miliardi di abitanti e il 50% delle emissioni globali. 4.8 miliardi di persone producono il 75% della CO2. Tutto il resto lo stiamo condannando all’oblìo? Questo genererà anche processi migratori che diventeranno ingestibili. Bisogna investire in quei posti e 100 miliardi non bastano”.
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“Sull’aumento del costo dell’energia serve un intervento strutturale”
Sull’aumento del costo dell’energia e il suo impatto sulle bollette, dice ancora Cingolani, “lo scorso trimestre siamo riusciti a tamponare un aumento di qualche miliardo, però non possiamo andare a tamponare ogni trimestre, bisogna fare qualcosa di strutturale. Stiamo elaborando una serie di interventi strutturali, qualcosa che deve rimanere, anche a livello fiscale”.
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“Bisogna abbattere l’eccesso di burocrazia”
Parlando poi di semplificazione, il ministro dice: “Non è la burocrazia da abbattere, perché è a tutela del cittadino, ma l’eccesso di burocrazia, il tentativo che abbiamo fatto è stato quello di semplificare enormemente una serie di procedure. Se servono 1.300 giorni per avere l’autorizzazione ad un impianto fotovoltaico nel frattempo il PNRR è finito e dobbiamo rendere i soldi. Il punto era riportare, con regole più moderne e ragionevoli, questi tempi ad esempio a 200 giorni. Questo è quello che abbiam fatto. Sono semplificazioni che garantiscono la correttezza della burocrazia e la snelliscono. Poi se non funziona lavoreremo di più e le correggeremo”.
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“I target sono di arrivare a fare una differenziata ben oltre il 70%”
Per l’economia circolare, dice ancora Cingolani, “ci sono 2.2 miliardi nel piano, dedicati a 59 impianti per l’economia circolare. L’Italia in questo settore è leader, ma c’è una situazione a macchia di leopardo”. “I target posti sono di arrivare a fare una differenziata ben oltre il 70%, l’80% sarebbe ideale - spiega il ministro - Con questo target il 65% dei rifiuti sarebbero tutti riciclati, il 25% va valorizzato e trasformato in energia e al massimo il 10% va in discarica, oggi è un po’ il contrario, abbiamo il problema della discarica. Dobbiamo crescere più rapidamente nella differenziata e per farlo dobbiamo avere gli impianti che processano le cose. Ecco perché servono nuovi impianti e i bandi usciranno a breve. Questo cambierà il volto del Paese, che comunque sta facendo molto bene”. “La circolarità - aggiunge - incide sul riciclo dei prodotti e sulla produzione di carburanti verdi: un 30% della C02 viene prodotto dalla manifattura, già aumentando l’energia verde si va ad intaccare questo 30%, circa un quarto viene dalla mobilità, producendo carburante dai rifiuti per i veicoli pesanti andiamo ad erodere questa quota, poi c’è un 22% che viene dalla perdita energetica della residenzialità. Non c’è un algoritmo che ti dice quanto perdi, devi andare a vedere su quali settori incidi, è sicuro che tra quello che risparmio riciclando materiale e producendo carburanti verdi l’impatto è molto positivo”.