Amministrative, vertice del centrodestra per le candidature

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Riunione nel pomeriggio tra i leader del centrodestra per un primo incontro per fare il punto sulle candidature delle amministrative d'autunno. Saranno presenti Salvini, Meloni e Tajani oltre ai responsabili degli enti locali dei rispettivi partiti

Sarà la prima sfida elettorale dalla nascita del governo Draghi, le amministrative d’autunno, ma tutti i partiti sembrano in alto mare nella definizione delle candidature. L’alleanza M5s-Pd non decolla nei grandi centri urbani tanto che a Roma le due forze politiche correranno con candidati distinti. Ma è forse il centrodestra – segnato dalla sfida e rincorsa tra Lega e Fratelli d’Italia – a essere più in difficoltà. Nelle prossime ore ci sarà una prima riunione  tra i rappresentanti degli enti locali negli uffici dei gruppi della Lega. Salvini, Meloni, Tajani dovranno sbrogliare quella che appare sempre di più una matassa delle candidature nelle città più importanti dove si andrà al voto. 

Le sfide di Roma e Milano

Su Roma e Milano non c’è alcuna convergenza e i nomi che circolano sono solo delle ipotesi soprattutto dopo la decisione di Bertolaso e Albertini di non scendere in campo. Fratelli d’Italia potrebbe lanciare l’opzione Michetti, professore di diritto e avvocato, nonché opinionista di “Radio radio”. Ipotesi su cui sarebbero contrari gli azzurri e che non sarebbe gradita neanche al partito di via Bellerio. A sua volta il nome dell’ex comandante generale dei carabinieri Nistri, non convincerebbe Fratelli d’Italia. Da comporre anche il rebus Milano. In lizza ci sono il centrista Lupi, l’imprenditore Ruggiero e il professore della Bocconi Dallocchio. Ma sono solo ipotesi: l’incertezza regna sovrana, possibile che il vertice si riveli interlocutorio e che il passaggio successivo sia la definizione di una lista di nomi da sottoporre a dei sondaggi.  Il puzzle delle candidature rimane complicato anche per le questioni aperte tra i partiti di centrodestra per la guida del Copasir, l’organismo parlamentare di controllo dei servizi segreti che di prassi spetta al partito di opposizione. Dopo il passo indietro del presidente leghista Volpi, Fdi insiste sulla necessità che il suo parlamentare Urso possa prenderne il posto.

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