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Letta riparte dal Pd: “Renzi? Grazie alla brutalità di quel momento ho cambiato vita”

Politica

Jordan Foresi

Intervistato su 7 del Corriere della Sera, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, parla di sfide future e del suo nuovo ruolo, ma con uno sguardo al passato e a quel passaggio della Campanella a Palazzo Chigi nel 2014 con Matteo Renzi che ha cambiato la sua vita

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Sette anni. Tanto è passato da quel febbraio del 2014 con il passaggio della campanella del Consiglio dei Ministri dalle sue mani a quelle di Matteo Renzi. Lui con lo sguardo basso, Renzi con il sorriso, un fermo immagine in un clima che molti osservatori, allora, definirono surreale. Si chiudevano i trecento giorni del suo Governo e nulla, per Enrico Letta, sarebbe stato come prima. E così, da quella fotografia scattata a Palazzo Chigi, sono passati sette lunghi anni - prima all’Università parigina di Sciences Po, a insegnare alle nuove generazioni i passaggi fondamentali della Politica e poi il ritorno a casa, recentissimo, per guidare il Partito Democratico. Sette anni, tre vite, il percorso spiegato dallo stesso Letta intervistato sulle pagine di 7 (Corriere della Sera)

"Grato a Renzi, così ho cambiato vita"

Un racconto asciutto che parte proprio da quella campanella “renziana” - me ne regalano di continuo, dice Letta – una campanella (FOTO) che ha plasmato la road map della sua vita, politica e non. “Tutti mi dissero che ero stato troppo rancoroso, ma stavo inaugurando una fase nuova della mia vita e volevo entrarci all’insegna della trasparenza”, le parole di Letta a Massimo Gramellini. “Sono sinceramente grato a Renzi per la brutalità di quel momento. Se mi avesse fatto fuori in modo soft, proponendo soluzioni compensative come avviene in questi casi, non so se avrei trovato la forza per cambiare lavoro, città, nazione, vita”.

 

 

"Draghi determinato e affascinato da questo nuovo impegno"

La forza dunque, scintilla usata per ripartire. Ripartire da segretario, al timone di un Partito Democratico alla ricerca di una nuova identità e di una nuova spinta all’interno dell’esecutivo Draghi. C’è una maggioranza che lo vede da una parte gomito a gomito con Salvini, dall’altra in un contesto dove si combatte a mani nude contro la pandemia. Letta oggi scruta l’orizzonte politico per portare avanti la sua agenda, la sua visione per il paese. E poi c’è la figura di Mario Draghi, che ha preso il posto di Giuseppe Conte. Un Draghi “molto determinato, stimolato intellettualmente e affascinato da questo nuovo impegno”, spiega nell’intervista Letta. Chiusura, inevitabile, sul Pd ma soprattutto sul domani. Letta ribadisce la sua ricetta: “Esiste un solo diritto, il diritto al futuro che riunifica i diritti sociali e quelli civili: sostenibilità, lavoro e identità. E poi giovani e donne”. Ripartire così, nella visione di Enrico Letta.